11 luglio 1982: come si soccorreva quando eravamo campioni del mondo?
CAMPIONI DEL MONDO! CAMPIONI DEL MONDO! CAMPIONI DEL MONDO! Ha esclamato così ai microfoni dell’unica emittente italiana presente all’epoca ai mondiali di Spagna conclusi esattamente 35 anni fa, il grandissimo telecronista Nando Martellini.
Tutta l’ITALIA è rimasta unità davanti al teleschermo in una bellissima serata che segnò il gran finale di una cavalcata che 22 ragazzi portarono a termine dopo aver piegato l’Argentina del grande Maradona e avere avuto ragione anche del favorito Brasile del fantasmagorico Zico. Nessuno ci avrebbe creduto , soprattutto dopo aver pareggiato le prime tre partite del girone contro Polonia, Perù e Camerun, dove fu una “papera” del portiere N’Cono a permettere alla palla colpita di testa da Graziani di entrare in porta.
Fu il mondiale del silenzio stampa voluto dal “Vecio” e dai suoi giocatori. Erano anni dove il terrorismo esisteva, ma momenti dove in campo internazionale si poteva viaggiare con molta meno paura. Proprio per questo negli stadi non era richiesta la presenza massiccia di personale di soccorso , come avviene negli ultimi anni a seguito dei moltissimi attentati.
In campo sanitario solo il medico poteva defibrillare e lo faceva solo in ambiente ospedaliero in quanto gli apparecchi dell’epoca erano molto pesanti e ingombranti.
Il servizio di soccorso negli stadi italiani veniva effettuato prevalentemente con la presenza di una sola ambulanza, dove a bordo c’era una barella in acciaio non autocaricante. Uno dei soccorsi rimasti nella memoria fu quello effettuato nell’incontro Fiorentina – Genoa del 22 Novembre 1981, dove a seguito di uno scontro di gioco il cuore dell’attaccante viola GianCarlo Antonioni si fermò davanti a 45000 persone. In quei concitati attimi gli fu praticato un massaggio cardiaco che gli salvò la vita. Dopo pochi mesi Antonioni fece parte della Nazionale azzurra che tornò dalla Spagna a bordo dell’aereo Presidenziale.
Negli ultimi anni grandissime evoluzioni ci sono state in campo sanitario, in particolare dopo il 2001 , anno in cui si è dato il via all’utilizzo del DAE anche ai laici. Ora chi organizza grandi eventi è costretto a sottostare a rigide norme antiterrorismo, ad avere la presenza di molti equipaggi all’interno degli stadi.
Ma l’Italiano descritto da Toto Cutugno oggi ricorda la festa in quella calda domenica di 35 anni fa.
Ricordi di Stefano Balboni