Aggressioni ai soccorritori del 118: l’analisi e le soluzioni degli autisti delle nostre ambulanze
Una lettera aperta, quella inviata in merito alle aggressioni dagli autisti soccorritori, che è un monito per tutta la nostra collettività, prima ancora che un grido preoccupato.
La domanda che solleva nelle coscienze pare essere: “noi ci impegnamo per voi, ma ai vostri occhi quale valore ha il nostro impegno?”. Righe che AASI manda ai nostri parlamentari, ma anche ai presidenti delle tre grandi organizzazioni dell’emergenza e del soccorso, Croce Rossa, Anpas e Misericordie d’Italia.
Le proponiamo integralmente:
“Spettabili Signori in indirizzo,
l’associazione autisti soccorritori italiani ( AASI), sempre attenta ai temi inerente il mondo sanitario, dal Nord al Sud D’Italia, con questa lettera aperta indirizzata a tutti Deputati e Senatori della Repubblica Italiana, che in questi mesi hanno lavoro nella formulazione del DDL sulle aggressioni al personale esercente le professioni sanitarie.
L’AASI è impegnata quotidianamente per far capire l’importanza del ruolo dell’autista soccorritore, sia dipendente pubblico o privato o volontario, nell’emergenza extra ospedaliera e in tutte quelle attività, ordinarie o d’urgenza che vedono l’impiego di un mezzo di soccorso e del team che lo compone, tutto ciò a tutela degli operatori e degli utenti.
Oggi, con questa nota, chiediamo alle SS.LL., ognuno per le proprie competenze e responsabilità di voler affrontare insieme, in un momento di riflessione comune, il tema del DDL contro le aggressioni al personale sanitario, già votato al Senato della Repubblica, nella commissione competente ed ora in studio presso la XII° commissione della Camera dei Deputati, presieduta dall’onorevole Marialuisa Lorefice.
L’AASI, con l’attuale testo del DDL, dove si evince che l’applicazione della norma con l’aggravante delle pene e lo status di pubblico ufficiale si estenderebbe solo gli esercenti delle professioni sanitarie, quindi l’applicazione della norma sarebbe solo attuabile solo alle figure sanitarie riconosciute dal ministero della salute, quindi gli autisti soccorritori, sia pubblici che private che volontari rimarrebbero scoperti dalle tutele della norma, proprio per essere pragmatici vi facciamo alcuni esempi, che si poso riscontrare dai fatti di cronaca che dal nord al sud d’Italia, vedono coinvolti i team di soccorso dei servizi urgenza emergenza delle varie regioni e provincie autonome italiane:
Caso 1: un equipaggio di una ambulanza ( MSA ) , formata da medico, infermiere e due autisti soccorritori, nell’espletamento di un servizio di emergenza urgenza, A.A.S.I. Associazione Autisti Soccorritori Italiani vengo aggrediti verbalmente e fisicamente, riportano traumi vari con diversi giorni di prognosi, con l’attuale DDL, medico e infermiere, sarebbero tutelati dall’applicazione del ddl diventato legge, mentre i due autisti soccorritori, in quanto non inseriti tra gli esercenti delle professioni sanitarie, rimarrebbero scoperti dall’applicazione della legge. Quindi per una medesima aggressione, di avrebbero delle responsabilità e pene diverse per l’aggressore e disparità di tutele da parte dei quattro operatori.
Caso 2: un equipaggio di una ambulanza ( MSB ) formato da 3 operatori (dipendenti pubblici o privati o volontari), con mansione di autista e soccorritori, in convenzione con il SSR, operativi presso una centrale del 118, competente per territorio, inviati in una missione di soccorso, vengono aggrediti da un soggetto in stato di agitazione psicomotoria, procurandogli dei traumi guaribili in 15 giorni, ai tre operatori “Laici”, non essendo esercenti delle professioni sanitarie non sarebbero tutelati dall’attuale DDL, dovendo procedere a querela di parte.
Potremmo elencare tantissimi casi, dove si creerebbe disparità di tutela tra gli operatori del mondo del soccorso extra ospedaliero. Dove la vittima, non è un esercente delle professioni sanitarie, ma un dipendente o volontario che svolge la mansione di autista di ambulanza o soccorritore.
L’AASI, sostiene con forza, che in una missione di soccorso, tutti i membri di un equipaggio, devono essere tutti tutelati allo stesso modo pur avendo compiti, ruoli e mansioni diverse, ma lavorando tutti insieme, proprio come le maglie di una catena, tutte insieme, riescono ad assolvere il compito istituzionale del soccorso, tutelando la vita umana e rispettando l’articolo 32 della costituzione della Repubblica Italiana.
C H I E D I A M O
A tutti i Senatori e Deputati, nelle apposite commissioni e sedi legislative, di voler intraprendere tutte quelle iniziative legislative per estendere le tutele previste dal DDL a tutto il personale che a vario titolo svolge le operazioni di soccorso extra ospedaliero.
L’AASI, ribadisce, come sempre fatto, la propria disponibilità ad un confronto sul tema”.