Bassano del Grappa, infermieri alla guida dell’automedica: la sicurezza tra gli optional del mezzo
Una vicenda non nuova, quella che sta accadendo a Bassano del Grappa (Vicenza): l’automedica dell’ospedale verrà condotta dagli infermieri
L’automedica guidata dagli infermieri, la strana e pericolosa idea di Bassano del Grappa
Una decisione che dequalifica i laureati in Scienze Infermieristiche, ma soprattutto che li pone a grave rischio, non avendo le competenze per la guida in emergenza, che è particolarmente rischiosa.
Sul tema si sono espressi OPI Vicenza, il sindacato Nursind, SIIET, Cgil, Fials e altri, senza che questo abbia condotto i vertici del nosocomio ad una qualche riflessione.
Ma è anche la categoria degli autisti soccorritori a guardare con preoccupazione questa decisione, che si presta a grandi perplessità anche sul piano giuridico.
Infermieri alla guida dell’automedica, la posizione degli autisti soccorritori di CO.E.S.: il comunicato
Co.E.S. Italia intende dare il massimo sostegno alla campagna contro le misure che hanno “esautorato” dalla conduzione gli Autisti-Soccorritori e affidato la guida delle automediche agli infermieri di Bassano del Grappa, situazione già ampiamente denunciata e contrastata dall’OPI Vicenza, Nursind, CGIL e da SIIET.
L’infermiere di emergenza territoriale ha un percorso di studi (laurea e post-formazione) e di lavoro per il quale ha acquisito una ben precisa specializzazione e identità, divenendo di fatto un professionista dell’emergenza di livello avanzato; il cardine di un sistema di emergenza territoriale in costante e rapida evoluzione.
Co.E.S. rappresenta tutti gli Autisti-Soccorritori italiani pubblici e privati, “tecnici professionali” a loro volta, i cui ruoli e compiti sono ad oggi sul campo riconosciuti, in attesa, non per nostra responsabilità, di definizione legislativa; recentemente con il DDL riguardante la riforma del Sistema 118 attualmente è in discussione a Roma e con la ratifica ed il sostegno della “Carta di Riva”, Co.E.S. Italia si è posta tra gli attori principali dell’Emergenza Sanitaria che chiedono un cambiamento radicale del sistema.
Il mondo dell’emergenza territoriale è poliedrico, tuttavia ogni “attore” deve rimanere al proprio posto e svolgere la sua funzione in modo professionale e tempestivo, per fare un esempio è ciò che viene ben descritto dal concetto di “catena della sopravvivenza”: essa è composta da diverse fasi interdipendenti, attraverso la metafora degli anelli collegati, se se anche una sola delle maglie della catena è debole o mancante (nel suddetto caso manca uno dei componenti – l’Autista-Soccorritore) la stessa si rompe e la possibilità di riuscita dell’intervento salvavita si riduce fortemente o si annulla.
Gli infermieri sono professionisti sanitari, non sono formati alla guida in emergenza di un’automedica
Proprio perché l’infermiere è un sanitario, egli deve rimanere focalizzato sul paziente mentre l’Autista-Soccorritore rimane concentrato sulle fasi della missione riguardanti la guida in emergenza che deve esprimersi con il senso pratico, individuando correttamente il target, scegliendo il giusto percorso, conoscendo palmo a palmo il territorio e tutte quelle influenze esterne che modificano l’equilibrio di quella specifica zona, provvede alle comunicazioni, osserva lo scenario e garantisce che tutti lavorino concentrati ed in sicurezza, cercando di capire anche le dinamiche attorno al paziente. In alcune progredite realtà regionali, in caso di maxi-emergenze egli riveste anche il ruolo della figura di direttore dei trasporti consentendo ai sanitari di concentrarsi sul paziente.
La guida in emergenza è e deve essere considerata una competenza esclusiva dell’Autista-Soccorritore che si è formato in un percorso specifico idoneo, seppur ancora non riconosciuto formalmente, ma reale e fattivo all’interno del Sistema dell’Emergenza Territoriale.
E’ un dato di fatto che, laddove esiste una formazione adeguata dei Conducenti di Emergenza Sanitaria, il numero degli incidenti ai mezzi di soccorso è nettamente inferiore. (dati Osservatorio incidenti Co.E.S. Italia).
Premesso questo, l’affidamento della conduzione di una automedica alla figura infermieristica, è messa in pratica in evidente e palese dispregio dei requisiti prescritti dal DPR 220-01 (Requisiti Assunzioni SSN) sanciti e ribaditi nella nota ARAN prot. 9328 del 29.10.2007, la quale richiede obbligatoriamente 5 anni di esperienza professionale maturati nel corrispondente profilo messo a concorso prima di poter partecipare ed eventualmente divenire un Autista d’ambulanza Soccorritore.
Quanto all’invito a cit. “rimboccarsi le maniche”, i professionisti della sanità negli ultimi 20 mesi lo hanno ampiamente avvalorato nelle varie fasi della pandemia, ognuno ha espresso il massimo, andando oltre ogni conflittualità o problematica affinché fosse erogata la giusta assistenza a tutti i pazienti.
Se la fase emergenziale è finita, la crisi pandemica ha messo a nudo le criticità del sistema di emergenza territoriale unitamente alla carenza strutturale di personale sanitario medico infermieristico, quantificato in 10.000 infermieri e 4.000 medici sul territorio nazionale.
Automedica: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Marche stanno assumendo autisti per non far guidare gli infermieri
In controtendenza rispetto a Regioni come Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Marche, che stanno assumendo numerosi Autisti di Ambulanza e “internalizzando” molte postazioni, la AULSS 7 Pedemontana, pur in presenza di valida graduatoria regionale per eventuali assunzione di 2 Autisti, a fronte di un investimento che ha portato il Veneto, verosimilmente, ad avere la dotazione di mezzi di soccorso avanzato tra le più moderne ed equipaggiate d’Italia (150 nuovi mezzi), appare davvero incomprensibile la scelta effettuata dalla Direzione dell’Ospedale San Bassiano, anche alla luce della normativa regionale DGR 614 del 2019 allegato D, dove si definisce la dotazione del personale sanitario sui mezzi avanzati AUTOMED – ALS I – ALS M: se il ragionamento alla base della scelta di impiegare gli infermieri dell’automedica fosse quello che in essa debbano esser presenti solo medico e infermiere, nella altre 2 tipologie (ALS I e ALS M) a bordo dell’ambulanza dovrebbe esser presente solo l’infermiere o solo il medico (???)…cioè l’ambulanza con un solo operatore? …appare evidente che l’allegato D disciplina la dotazione di personale sanitario, dando per assodata la presenza dell’Autista Soccorritore.
La Regione Veneto inoltre è, insieme alla Valle d’Aosta, la Regione nella quale si è disciplinata localmente la figura professionale dell’Autista-Soccorritore, in particolare ci riferiamo alla L.9/2004 in cui si regolamenta il percorso formativo, le mansioni e tutto l’iter che porta al conseguimento dell’abilitazione con valutazione finale.
La suddetta legge regionale molto di piu nella sostanza rispetto al corso di guida offerto agli infermieri.
Ci chiediamo inoltre come possa definirsi Automedica ALS un mezzo di soccorso che viene attivato e raggiunge l’utente “rispettando il codice della strada”. L’Art. 177 del C.d.S. definisce la tipologia dei mezzi autorizzati all’uso dei dispositivi acustici e visivi a luce lampeggiante blu di allarme e al comma due 2 recita testualmente “ I conducenti dei veicoli di cui al comma 1, nell’espletamento di servizi urgenti di istituto, qualora usino congiuntamente il dispositivo acustico supplementare di allarme e quello di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu, non sono tenuti a osservare gli obblighi, i divieti e le limitazioni relativi alla circolazione, le prescrizioni della segnaletica stradale e le norme di comportamento in genere, ad eccezione delle segnalazioni degli agenti del traffico e nel rispetto comunque delle regole di comune prudenza e diligenza”….secondo quanto riportato dalla stampa, dovremmo dedurre che si intende utilizzare un mezzo ALS non per interventi urgenti d’istituto (codice giallo e rosso), ma per assistere con sanitari ospedalieri, i pazienti che richiedono soccorso al 118 codificati come non urgenti (?) visto che detti mezzi dovrebbero procedere senza l’uso dei dispositivi di allarme…. e allora, ci chiediamo, perché non usare una comune autovettura come mezzo di trasporto?
Sono numerose le contraddizioni che ci permettiamo di evidenziare e scaturiscono in primis da una NON regolamentazione a livello nazionale dell’organizzazione del sistema 118 e delle figure professionali che sono preposte al suo espletamento…auspichiamo che l’iter legislativo sulla riforma del sistema 118 possa arrivare a conclusione.
Nel frattempo, invitiamo ad accogliere le segnalazioni delle parti sindacali, associazioni scientifiche e di categoria poiché provengono dai rappresentanti degli operatori che hanno cognizione di causa in materia sono ben consce del fatto che oggi il sistema 118 è la porta di accesso alla Sanità ed esso ha un ruolo strategico fondamentale.
L’impegno di tutti è volto ad un miglioramento ed evoluzione del soccorso territoriale, senza passo falsi, per poter offrire una risposta di qualità alla cittadinanza attraverso la valorizzazione di ogni figura professionale operante al suo interno.
Jesi, lì 23/11/2021
Presidente Co.E.S. Italia
Daniele Orletti
Per approfondire:
Trento, autisti di ambulanza o autisti soccorritori? La Cisl chiede inquadramento professionale
Il futuro è già qui: a REAS un convegno di Co.E.S. per gli autisti soccorritori