First Aid, sequestro preventivo della cooperativa: caporalato sulle ambulanze e appalti truccati le accuse
L’inchiesta che a Pavia vede protagonista First Aid prosegue: sequestro preventivo per un valore di 200 mila euro da parte della Guardia di Finanza
First Aid, l’inchiesta della Guardia di Finanza
Alcuni mesi fa (link in coda all’articolo), il d.g. Dell’Asst di Pavia Michele Brait era finito agli arresti domiciliari, assieme al responsabile dell’appalto “truccato” (a detta degli inquirenti) Davide Rigozzi e agli amministratori de facto delle cooperative di trasporti sanitari su ambulanza, i fratelli Antonio e Francesco Calderone.
Le indagini della Guardia di Finanza ha poi puntato l’indice su diverse gare d’appalto in varie parti d’Italia (Pavia, ma anche Roma, Perugia, Ancona e Pescara), “che sono però risultate turbate – spiega la Finanza nella nota odierna – e per le quali sono state riscontrate diverse frodi nell’esecuzione del servizio pubblico”.
La cooperativa è accusata di aver vinto gli appalti con valori al ribasso garantiti dallo sfruttamento di volontari-lavoratori “costretti a turni massacranti (per oltre 12 ore continuative senza pause)”.
Le irregolarità nelle pratiche di First Aid, a detta degli inquirenti, sarebbero proseguite anche successivamente agli arresti
“Sicuramente indipendente dagli indagati – spiega ancora la Guardia di finanza di Pavia – qualificato e in grado di assicurare una corretta esecuzione del servizio, anche se sempre e costantemente affiancato nella gestione della cooperativa da ulteriori persone legate a doppio filo con gli indagati”.
Così il Gip del Tribunale di Pavia Maria Crsitina Lapi ha disposto il sequestro preventivo “dell’intero compendio aziendale della cooperativa il cui patrimonio è di circa 5 milioni di euro oltreché il sequestro per equivalente di circa 200mila euro in capo ai caporali”.
“Il pubblico servizio svolto dalla cooperativa non verrà comunque interrotto – conclude la nota della Finanza – in quanto lo stesso Tribunale ha incaricato un amministratore giudiziario per la gestione e corretta continuazione delle attività di soccorso”.
Chiaramente preoccupati i “volontari – lavoratori”. Ma tutto il settore delle ambulanze dovrebbe guardare con preoccupazione a certe pratiche, se dimostrate e confermate da una condanna.