Formazione del volontario e degli autisti soccorritori, la conferenza Stato-Regioni vuole professionalizzare. Le ONLUS non ci stanno
Il comunicato congiunto di Anpas, Croce Rossa e Misericordie è durissimo e pare prendere spunto da una bozza non ufficiale che si sta discutendo in conferenza Stato-Regioni. Ecco i motivi per cui le tre associazioni maggiori non vogliono una formazione più strutturata.
Roma, 27/02/2018 – “Anpas, Croce Rossa Italiana e Misericordie, in considerazione della riunione odierna del Gruppo di Coordinamento Sub Area Urgenza Emergenza della Commissione Salute, fanno appello al Ministro e agli Assessori Regionali affinché venga immediatamente fermato quello che considerano uno scempio, ossia, il riordino dei programmi di formazione per il riconoscimento e la certificazione della figura del soccorritore (con particolare riferimento a quella dell’autista soccorritore).
Infatti, i nuovi prospetti di percorsi formativi in discussione prevedono un numero di ore e contenuti sproporzionati e insostenibili per il mondo del volontariato, con oltre 1000 ore di didattica, traducibili in due anni di formazione. Questo avrebbe forti ripercussioni sulla tutela al diritto alla salute dei cittadini, limitando o addirittura rischiando di escludere l’azione dei volontari che coprono il 40% dei servizi di emergenza, assicurando servizi essenziali e accesso alle cure per milioni di persone.
Ecco perché Anpas, Croce Rossa Italiana e Misericordie hanno definito, nonostante un lungo confronto con i rappresentanti delle regioni e in seguito a una condivisione tra le tre reti, una differente proposta per delineare il profilo del soccorritore. Un documento che delinea uno standard formativo unico a livello nazionale e riguarda le attività, le competenze (cognitive, tecniche, relazionali) e l’organizzazione didattica della formazione. Si tratta, a nostro avviso, dell’unica proposta sostenibile per il volontariato, in grado di garantire un servizio omogeneo e di qualità in tutte le regioni italiane. Il suo riconoscimento e la validazione da parte delle Istituzioni è imprescindibile per tutelare i cittadini.
Ribadendo l’importanza del ruolo centrale che le maggiori associazioni di volontariato come Anpas, CRI e Misericordie svolgono (e che vogliono continuare ad avere nel trasporto sanitario in Italia), auspichiamo una rapida occasione di incontro, discussione e chiarimento”.
La nota congiunta è firmata da Fabrizio Pregliasco, Presidente nazionale Anpas, Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana e Roberto Trucchi, Presidente Nazionale Misericordie.
Cosa significa formare l’autista soccorritore?
La formazione dell’autista soccorritore è estremamente importante, così come la formazione ed il retraining del volontario che si vuole mettere a disposizione dei turni in ambulanza per il servizio di 118 o per i trasporti sanitari secondari. La conferenza Stato-Regioni sta ragionando su una riorganizzazione a livello nazionale di tutto questo servizio, cercando di far collimare esigenze e necessità di tutti gli attori in campo, in primo luogo dei pazienti che devono ricevere sempre un servizio il più professionale possibile. L’idea quindi di professionalizzare la figura dell’autista soccorritore è utile in un discorso di questo tipo, e se ne sta discutendo da tempo con moltissimi attori coinvolti. La commissione della conferenza Stato-Regioni, a quanto risulta da Emergency Live, sta analizzando e discutendo diverse proposte, e quella con una formazione così importante (1.000 ore sono l’equivalente di un master professionalizzante a livello universitario) è sicuramente una delle opzioni sul tavolo.