La lunga notte dell'assistenza sanitaria pisana: il 118 alla Luminara di Pisa

Una notte con centomila persone da assistere lungo un fiume in una delle città più belle del mondo, fra fuoci d'artificio, alcool, caldo e sovraffollamento. Cosa ha fatto il 118 di Pisa per gestire la maxi emergenza della Luminara di San Ranieri?

PISA – Più di 100 mila persone concentrate lungo le rive dell’Arno per un evento di un’ora soltanto, con decine di eventi collaterali, il rischio di dover gestire un deflusso complesso e la possibilità di dover intervenire su malori in mezzo alla calca. Lo scenario che ogni anno il 118 di Pisa si trova a dover affrontare per la Luminara di San Ranieri è davvero ostico, e il metodo è sicuramente molto interessante da analizzare, dato che negli anni la Luminara è diventata tradizione di fuoci d’artificio amata non solo in Italia ma nel mondo. Tenendo presente che 100 mila lumini vengono accesi fra finestre, portoni e cornicioni dei palazzi sul lungarno di Pisa, che l’afflusso inizia nel primo pomeriggio e quindi, oltre al pericolo calca c’è anche il problema del caldo e della disidratazione, le attività da coordinare diventano molte e complesse. Il 118 infatti deve avere una presenza anche nel caso in cui succedano incidenti durante l’allestimento, che non è affatto semplice dato che, ancora oggi, i lumini di questo evento funzionano ad olio.

Dario Bitonti, responsabile del 118 di Pisa

Dario Bitonti è il responsabile del 118 di Pisa e delle maxi-emergenze per l’USL Toscana Nord Ovest, e si è occupato direttamente con una unità del 118 di Maxi emergenze della Luminara. “Abbiamo dislocato una centrale operativa locale – spiega Bitonti – così da sganciare dal maxi evento la C.O. di Livorno e mettere tutto su Pisa, con un coordinamento locale, concentrato sulla Luminara. In questa piccola centrale abbiamo un medico, un infermiere e un operatore, abituati a lavorare su queste situazioni. Al loro fianco, per avere tutto in un unico luogo, abbiamo anche i coordinamenti dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, delle associazioni (Croce Rossa, Misericordia, Assistenza Pubblica ndr) e della Polizia di Stato per quanto riguarda l’ordine pubblico”.

La centrale è il fulcro di una ragnatela di servizi sempre attenti e focalizzati sulle necessità di un evento molto particolare. E proprio come una ragnatela sono state pensate le postazioni dei soccorritori: “A terra, la dislocazione delle squadre è stata pensata sui lungarni in modo specifico. Due ambulanze medicalizzate sono state usate come centri principali. Una in piazza XX Settembre, davanti al palazzo del Comune. Una dall’altro lato dell’Arno, in piazza Mazzini. A corollario e completamento sono state posizionate tre ambulanze infermieristiche, in via Garibaldi, piazza Carrara e in piazza Saffi”. Completa la rete e il sistema di gestione della sicurezza sanitaria il lavoro delle associazioni “che voglio assolutamente ringraziare per la disponibilità” sottolinea Bitonti “perché hanno garantito sull’evento 15 ambulanze e 10 squadre a terra equipaggiate con defibrillatori a proteggere i lungarni e piazza Duomo. Complessivamente abbiamo operato con più di 300 soccorritori volontari per gestire questo evento, senza dimenticare il gommone per il soccorso fluviale opererato da Vigili del Fuoco e Croce Rossa Italiana, per intervenire con tempestività nel caso in cui qualche persona finisse in fiume”.

 

La Tango1, automedica operativa a Pisa con il carrello per i maxi eventi

“Novità del 2018 per Pisa – continua Bitonti – è stata l’apertura di una zona filtro di decompressione dall’eccesso di alcolici. “Ci sono delle zone filtro anti alcolici, una a nord e una a sud di Pisa, in piazza santa Caterina e piazza Vittorio Emanuele. L’obiettivo è quello di ridurre il pericolo alcolemico operando con mezzi volontari che aiutino con idratazione e cibo così da rendere meno problematici gli esiti di un eccessivo consumo di alcolici”.

 

E’ rimasto però un punto molto importante da analizzare, ovvero quello della conflittualità zonale che potrebbe creare problemi al 118 di Livorno, sempre impeganto a garantire la sicurezza del resto della città: “Per evitare di rallentare il lavoro dell’USL e del Pronto Soccorso abbiamo lavorato su un concetto di pre-filtro logistico a Pisa. Di fatto non volevamo far invadere il Pronto Soccorso da codici bianchi in situazione di tasso alcolemico elevato. Così abbiamo attivato due zone prefiltro che – grazie alla società della salute che si è messa a disposizione – ci permettono di lavorare con opertori abituati a gestire persone con queste tipologie e situazioni. L’azione coordinata in questo modo si svolge così da anni, e scarica non di poco chiamate ed accessi. Evitare l’intasamento sul 118 Pisa-Livorno, che comunque in una serata festiva ha molte chiamate da gestire, è il primario obiettivo, oltre a garantisce un servizio ottimale per il luogo dell’evento. C’è un altro fattore importante che teniamo sotto controllo ovvero il problema della rete mobile telefonica. Sul territorio ci coordiniamo via radio, ma va tenuto conto che sganciamo dal 118 centrale il grosso numero di chiamate che possono arrivare dalla zona di Pisa”. In sintesi – e in piccolo – avviene un sistema di trabocco per cui la centrale pisana è la principale e il secondo centro di supporto diventa Livorno, che però rimane indipendente e può gestire il servizio in continuità su tutto il territorio di competenza.

 

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