Napoli, ambulanza 118 interviene per soccorrere feriti in rissa: pistola puntata nel finestrino
Essere membri di equipaggio in un’ambulanza del 118 di Napoli è diventato da tempo davvero insostenibile. Non vorremmo usare l’espressione “si aspetta che ci scappi il morto”, ma la sensazione, onestamente è stata spesso questa
Una escalation di violenza che ha previsto stavolta un’arma puntata verso il finestrino del mezzo di soccorso.
I fatti raccontano di una maxi rissa tra giovani in piazza Quattro Giornate.
Maxi rissa a Napoli, su richiesta, interviene un’ambulanza del 118: il racconto dell’autista soccorritore
“Siamo stati allertati stanotte – raccontano i membri dell’equipaggio a Nessuno Tocchi Ippocrate – intorno all’1.30 per persona a terra insanguinata a seguito di una rissa a piazza 4 giornate.
Non siamo riusciti ad arrivare sul posto poiché, fuori la caserma dei carabinieri ,che dista poco da li, c’erano i 2 ragazzi feriti che chiedevano aiuto al citofono degli stessi.
Ci fermiamo e li facciamo salire a bordo entrambi quando, improvvisamente, arriva e cerca di salire in ambulanza, il “gruppo rivale” con delle mazze.
Ovviamente le porte erano chiuse ma da dentro, uno dei feriti apre il portellone.
Io già stavo al posto di guida e con la coda dell’occhio vedo uno degli aggressori, avvicinarsi al portellone laterale e ,dall’esterno, infilare un braccio nel finestrino con una pistola.
Ovviamente l’unica cosa che ho potuto fare è ingranare la prima e correre verso il Cardarelli per metterci al sicuro ed attendere la polizia.”
Nel vano sanitario con la pistola puntata c’erano i due feriti, l’infermiere ed il medico.
Naturalmente il professionista nel racconto ha omesso i vari calci pugni e mazzate al mezzo di soccorso”.
Pistola puntata contro ambulanza 118 a Napoli: il presidente di NTC
“Dopo il furto di una ambulanza adesso l’ingresso di una pistola nel mezzo di soccorso – commenta il dottor Manuel Ruggiero, presidente di NTI -…..bastava un solo proiettile per fare esplodere il mezzo visto la presenza all’interno di bombole di ossigeno gassoso!
Questa città non merita il 118, siamo assai peggio di una città irachena in pieno conflitto bellico!
Abbiamo subito calci, sputi, tirate di capelli, ma la pistola…..la pistola è intollerabile! Abbiamo paura di andare a lavorare!”
L’Ordine dei medici
«È evidente che ormai la situazione è del tutto fuori controllo, non possiamo accettare che queste continue aggressioni si ripetano.
La politica deve prendere decisioni coraggiose che possano fermare la deriva di violenza che mette a rischio la vita dei medici e del personale sanitario».
Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e provincia, commenta così l’episodio di violenza.
«Da sempre l’Ordine dei Medici di Napoli si batte per arginare il fenomeno della violenza nei confronti di chi è a lavoro per salvare delle vite.
Un’attività di sensibilizzazione che ha portato negli anni a tante proposte, tra le quali quella di riconoscere lo status di pubblico ufficiale ai medici che si trovano nell’esercizio delle proprie funzioni.
È evidente – aggiunge – che solo così si potrà riuscire ad interrompere l’escalation alla quale assistiamo.
Non c’è tempo da perdere, solo per pura fortuna non c’è ancora scappato il morto».
Borrelli: identificare gli autori
«Una scena di inaudita violenza quella accaduta la scorsa notte a piazza 4 Giornate nel quartiere Vomero che deve allertare forze dell’ordine, istituzioni e magistratura a prendere atto che la violenza in città è oramai fuori controllo.
Ormai siamo alla guerra tra bande armate che scorrazzano in città» afferma il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, commentando quanto denunciato dall’associazione Nessuno tocchi Ippocrate.
«Chiedo che gli autori di questa aggressione vengano immediatamente identificati e assicurati alla giustizia.
Servono condanne esemplari e certezza della pena. All’equipaggio del 118 va la mia piena solidarietà per quanto accaduto», conclude Borrelli.
Per approfondire:
Assale ambulanza per una precedenza stradale: equipaggio chiuso nel mezzo per non essere aggredito