Poster IRC - La conoscenza salva vite: i giovani che conoscono l'RCP interverrebbero in caso di bisogno
La formazione cambia l’idea che i ragazzi hanno della RCP e delle manovre salva vita. Se prima di una lezione sulla rianimazione meno di 1 studente su 10 si sarebbe messo a fare il massaggio cardiaco, dopo 4 ore di corso 7 ragazzi su 10 avrebbero le competenze per iniziare una RCP. A dirlo uno studio presentato dall’IRC a Parma nel 2015. Grazie proprio alla collaborazione dell’Italian Resuscitation Council presentiamo questo lavoro che potrebbe dare spunto per buone iniziative nelle scuole. Ogni settimana pubblicheremo un poster cercando di dare il massimo della visibilità a questi studi molto importanti per il mondo del soccorso e per quello della rianimazione RCP, che si basa su studi scientifici e nel quale i case report sono vitali per un miglioramento costante e continuo delle buone pratiche di rianimazione.
FORMAZIONE AL BLS NELLE SCUOLE SUPERIORI: RISULTATI DI UNO STUDIO
Autori: Giordano^, S. Terzoni^, A. Destrebecq*, G. Di Pietro^, F. Prendin^
^- Azienda Ospedaliera San Paolo, Milano; *- Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Biomediche per la salute.
PREMESSA E SCOPO
Premessa: secondo i dati ISTT, in Italia sono circa 74.000 ogni anni le vittime per malattie ischemiche cardiache con una media di 164 persone al giorno. La sopravvivenza è inferiore al 20% ma potrebbe raddoppiare o triplicare se le manovre di rianimazione iniziassero prima dell’arrivo dell’ambulanza. Un soccorso tempestivo e corretto contribuisce a salvare fino al 30% in più delle persone colpite, anche se condotto da un comune cittadino. Il 70% degli arresti cardiaci si verifica davanti ad astanti o familiari che potrebbero iniziare manovre ma, per carenza di formazione, in Italia tali manovre vengono eseguite solo nel 15% dei casi.
Il numero di vite salvate è legato alla corretta attivazione e al corretto funzionamento della catena della sopravvivenza. E’ opportuno che le abilità del BLS e BLS-D diventino un bersaglio di conoscenza comune anche tra i laici. Un contesto ideale è quello della scuola superiore, in cui tutti gli studenti sono aggregati, con le mani allenate e in una condizione di quotidiano apprendimento.
Scopo: Indagare le conoscenze sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare, tra gli studenti di IV e V superiore. Verificare se, attraverso un percorso formativo, è possibile incrementare le conoscenze del campione per avere dei “soccorritori occasionali” pronti a fronteggiare un’emergenza sanitaria sul territorio.
MATERIALI E METODI
É stato condotto uno studio trasversale in due tempi.
Fase 1: sono stati analizzati i dati di 749 questionari somministrati agli studenti di IV e V superiore di 7 scuole di Milano e hinterland e di 2 centri di aggregazione giovanile. Il questionario costruito sulla base delle più aggiornate linee guida sulla Rianimazione Cardiopolmonare (ILCOR 2010) è articolato in 23 domande che indagano background personale dello studente e motivazione personale, conoscenze teoriche, abilità tecniche e schemi di comportamento.
Fase 2: sulla base dei risultati ottenuti nella fase 1, è stato attuato un intervento formativo su un campione di 98 studenti volontari, secondo il metodo a 4 step dell’IRC, con istruttori certificati. Alla fine del corso gli studenti sono stati valutati sulle conoscenze teoriche e sulle abilità pratiche con il questionario con una check-list costruita sulla base delle linee guida.
RISULTATI
Fase 1: 749 studenti hanno compilato il questionario sulle conoscenze preliminari. Il 93% degli studenti non sapeva cosa fosse la catena della sopravvivenza, né come attivarla. Il 96% ha indicati un punto di repere del massaggio cardiaco esterno errato. Il 71,4% non intendeva praticare il BLS “per non assumersi responsabilità” e perché “siamo tanti al mondo, perché proprio io?”
Fase 2: terminati il corso, 77 studenti su 98 hanno appreso la corretta sequenza del BLS, tutti hanno dimostrato di saper attivare la catena della sopravvivenza e la corretta esecuzione del MCE. In base al confronto dei risultati dell’indagine condotta prima e dopo il corso formativo è emerso che esiste una differenza statisticamente significativa tra i dati analizzati (p<0,001), per quasi la totalità dei quesiti sottoposti.
Se una persona dovesse star male davanti ai tuoi occhi, praticheresti le manovre di rianimazione?
- 69,3 % (371) afferma di non avere le conoscenze adatte);
- 10,3% (55) afferma “siamo tanti al mondo perché devo farlo proprio io?”;
- 6,5% non interverrebbe per paura
- 4,3% aspetterebbe l’ambulanza perché ritiene che il personale di primo soccorso sia più qualificato.
CONCLUSIONI
La formazione è un intervento fondamentale e la scuola superiore risulta essere il contesto ideale per raggiungere in modo semplice ed efficace un bacino d’utenza elevato per far sì che le abilità del BLS-D diventino un bagaglio di conoscenza comune e diffusa. Il Governo ha recentemente proposto l’insegnamento del BLS in tale contesto. Lo studio ha mostrato la concreta possibilità di ottenere ottimi risultati su persone che potrebbero trovarsi nel ruolo di soccorritori occasionali, poiché si trovano in una fascia d’età in cui praticano attività fisica spesso intensiva, sono utenti stradali spesso inesperti e in generale sono più soggetti ad incorrere in potenziali situazioni di traumi, arresti cardiaci e situazioni in cui il BLS si rende necessario.
[document url=”https://www.emergency-live.com/it/wp-content/uploads/2016/06/18-formazione-scuole-giordano.pdf” width=”600″ height=”760″]