SPRINGSTAGE 2018: chiusa domenica scorsa la 7° edizione del campo scuola dedicato all'emergenza della CRI Firenze

Si è concluso domenica pomeriggio il campo scuola della Croce Rossa Italiana di Firenze, che si è tenuto a Polcanto a partire da venerdì 25 maggio e che ha visto impegnati sui 3 giorni circa 150 volontari.

FIRENZE – Il Campo Scuola della Croce Rossa Italiana di Firenze si è concluso domenica e ha visto coinvolti circa 150 volontari per 3 giorni. Tra gli ospiti del campo, anche Fabio Carturan, Responsabile Nazionale della Formazione per le Attività di Emergenza della Croce Rossa Italiana e il Sindaco di Borgo San Lorenzo che sabato mattina ha portato il suo saluto ai partecipanti.

Il campo scuola è ormai un appuntamento fisso dedicato alla formazione dei volontari della CRI fiorentina e non solo e quest’anno ha raggiunto la settima edizione. Si tratta di un campo con le stesse caratteristiche di quelli di Protezione Civile, allestito con tende pneumatiche per il pernottamento dei partecipanti, con uno staff cucina che si occupa dei pasti per tutti, ma con tempi scanditi da approfondimenti teorici e prove pratiche per migliorare la preparazione dei volontari. Secondo il motto “learning by doing”, in questa edizione è stato dato largo spazio alla pratica, in particolar modo dedicata al rischio sismico e alla risposta all’emergenza sisma.

Il campo è stato aperto venerdì mattina con circa 100 partecipanti e dopo il montaggio e l’allestimento totale delle 9 tende necessarie per la notte, nel pomeriggio sono stati affrontati temi fondamentali per la risposta ad un terremoto da parte degli operatori:

  • il rischio sismico
  • l’approccio psicologico alla popolazione terremotata
  • la gestione della maxi emergenza
  • cenni di primo soccorso con materiale non sanitario
  • prevenzione e riduzione del rischio
  • ripasso Pre Hospital Trauma Care. PHTC

Tra i docenti del campo, Fabio Carturan, Responsabile Nazionale della Formazione per le Attività di Emergenza col quale si è parlato più precisamente della risposta della Croce Rossa Italiana ai disastri sismici e del disaster management system.

In addestramento al campo anche le Unità Cinofile e gli SMTS (Soccorsi con Mezzi e Tecniche Speciali) che si sono esercitati in esterna, con prove pratiche delle rispettive discipline cardine, tra orientamento, ricerca, cartografia.

La giornata di sabato invece è stata occupata da esercitazioni pratiche, con simulazioni. La prima si è tenuta durante il pomeriggio ed ha visto impegnati anche gli abitanti della frazione di Polcanto, con i quali erano stati precedentemente organizzati incontri di avvicinamento proprio per presentare loro l’attività e renderli partecipi il più possibile. Si è trattato della simulazione di un’evacuazione delle case a seguito di una scossa di terremoto di media entità. Al segnale dei megafoni la popolazione si è radunata nel punto di attesa sicura deputato e sono stati allertati – sempre per finta – i mezzi di soccorso. Il primo gruppo ad arrivare in loco è stato il Nucleo di Valutazione che, dopo aver analizzato la situazione ed in contatto con una sala operativa allestita per l’occasione, ha richiesto l’intervento di altri mezzi: i soccorsi speciali (unità cinofile, SMTS) per la ricerca di un disperso (simulato), un’ambulanza per la moglie del disperso in preda ad una crisi di panico (sempre simulata) ed infine il nucleo per il censimento della popolazione.

E’ stato allestito il punto di attesa, sono stati inviati i soccorsi alla ricerca del disperso che è stato individuato dall’unità cinofila, recuperato dagli SMTS, trattato come trauma maggiore dal personale sanitario; sono state censite e rifocillate le persone presenti.
In loco, anche il gazebo della campagna di comunicazione nazionale del Dipartimento di Protezione Civile sulle buone pratiche di protezione civile “Io Non Rischio” rivolta alla popolazione con lo scopo di diffondere la consapevolezza dei rischi naturali a cui il nostro paese è esposto, la conoscenza delle possibili conseguenze e l’adozione di alcuni semplici accorgimenti per creare comunità sempre più resilienti.

La notte, è stato dato il via la seconda esercitazione sulla Maxi-Emergenza. Alle 22.30 è stato dato l’allarme all’ambulanza con una chiamata (finta): codice rosso per emergenza di origine traumatica, non meglio dettagliata. Al primo mezzo in arrivo sul luogo dell’evento si è parato davanti uno scenario disastroso: il crollo di una chiesa durante una processione, con feriti, principi di incendio e numerosi traumi gravi. Circa 36 simulatori, accuratamente truccati per riprodurre ferite e lesioni e vestiti di tutto punto per interpretare al meglio il proprio personaggio, hanno tenuto impegnati i 4 membri dell’equipaggio che ancora agivano in solitario. Dopo un rapido giro di triage, per verificare il numero di persone coinvolte nell’incidente il capo squadra ha avvertito la sala operativa della gravità della situazione facendosi inviare il necessario per fronteggiare una vera e propria maxi-emergenza (simulata). Sono quindi stati messi in movimento ulteriori squadre sanitarie, le squadre dei logisti, i gruppi speciali per la ricerca di 3 dispersi. La macchina di risposta all’emergenza è stata messa in moto ed ha agito come se fosse un caso reale: è stato allestito un Posto Medico Avanzato con brande e letti, nominato un Direttore Soccorsi Sanitari, un Direttore Trasporti, un responsabile del Triage, il Direttore del PMA. Il luogo del crash è stato liberato da tutti i codici verdi, ovvero tutte le persone in grado di camminare sono state messe in sicurezza e i feriti gravi sono stati trattati come necessario. La presenza di volontari Simulatori e la scenografia curata nei dettagli ha reso molto realistico lo scenario, rendendo le operazioni di soccorso estremamente verosimili. Il volontario simulatore infatti è formato specificamente per agire in maniera interattiva col soccorritore e reagire ai suoi interventi (nel bene e nel male!). Le operazioni di soccorso quindi possono avere esito positivo o negativo, in base ad un’esecuzione corretta o meno. Erano stati predisposti codici rossi da gestire con urgenza: trauma cranico grave, pneumotorace, occhio avulso, un’amputazione arto superiore, più altri 2 traumi e un infarto dei 3 dispersi, da recuperare a cura degli SMTS tramite un passaggio stretto dopo essere stati individuati dalle unità cinofile nel sottosuolo del monastero. Tutta l’esercitazione si è svolta di notte, nella dismessa abbazia del Buonsollazzo, con la sola luce delle torce e delle torri faro montate dalla logistica dopo l’attivazione. Una volta trattati tutti i pazienti sanitari, messi in sicurezza coloro che erano fuori pericolo e recuperati i dispersi è stata dichiarata la fine dell’esercitazione, con conseguente rientro al campo di mezzi, uomini e materiali.

L’ultimo giorno è stato dedicato allo smontaggio campo, al ripristino dei materiali e al debriefing su esercitazioni e workshop. Anche questo, momento estremamente formativo per valutare l’impatto del campo sui partecipanti ed eventuali lacune o migliorie da annotare per le prossime edizioni. Dopo pranzo è stato ufficialmente chiusa l’edizione del 2018, con la promessa di rivedersi nel 2020.

 

 

 

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