Violenza sui soccorritori, Napoli raddoppia: testata all'infermiere perché non vuole ospedalizzare dove vuole il paziente
Naso fratturato ad un infermiere perché non voleva fare il radio-taxi di un paziente traumatico
NAPOLI – Avrà sicuramente poco da protestare il sindaco di Napoli Luigi de Magistris di fronte alla cronaca cruda e violenza che parla nuovamente di aggressioni a danno dei soccorritori, medici, infermieri ed autisti, che avvengono quotidianamente nella città partenopea.
Ma purtroppo a meno di 24 ore dal folle sequestro di un’ambulanza con a bordo un autista soccorritore, costretto ad andare a prelevare sul luogo di un incidente un traumatizzato grave, è avvenuto un nuovo episodio di violenza.
Ieri infatti un operatore del 118 di Napoli ha subito quella che è stata registrata come “aggressione numero 39” dell’anno. Ancora una volta è “nessuno tocchi ippocrate a lanciare la notizia.
L’intervento riguardava un incidente in via Santa Maria a Cubito, Chiaiano. La chiamata in centrale segnalava due pazienti feriti e sul posto sono state inviate due mezzi di soccorso.
Il mezzo di soccorso che arriva da Scampia riesce a raggiungere il posto rapidamente, seguita dall’equipaggio della postazione Pietravalle. Mentre la prima ambulanza riparte con il paziente più grave, la seconda si trova a dover giustificare al ferito la scelta di ospedalizzare al Cardarelli. Una cosa incredibile è il fatto che il paziente possa decidere dove farsi portare, soprattutto perché – riferisce a Radio24 uno dei medici dell’associazione Nessuno tocchi Ippocrate – la destinazione “scelta” dal paziente non avrebbe avuto gli strumenti adeguati per una diagnostica completa.
La discussione non fa in tempo a diventare animata che il paziente sferra una testata sul setto nasale dell’infermiere. Così da soccorritore la scena si stravolge e l’operatore sanitario è costretto alla fuga. In ospedale si troverà alle prese con una contusione con taglio e la necessità di 7 punti di sutura. Presso il Pronto Soccorso del Cardarelli l’infermiera ha quindi sporto regolare denuncia, ma per farlo è stato necessario attivare un cordone di sicurezza da parte della Polizia, che ha fatto chiudere l’operatrice negli spogliatoi e poi l’ha fatta uscire una volta calmati gli animi “per evitare quella che sarebbe certametne stata la quarantesima aggressione dell’anno”.
E’ del 2016 ma certamente ancora molto attuale: Il lavoro del soccorritore è più pericoloso di quello da Vigile del Fuoco.