118 Asl Foggia, le associazioni di volontariato fanno ricorso contro passaggio postazioni a Sanitaservice: la nota Usb
Internalizzazione del 118, in Puglia il processo prosegue con ritmo regolare. O meglio, proseguirebbe: secondo la nota del sindacato Usb, che pubblichiamo integralmente, alcune associazioni di volontariato avrebbero presentato ricorso contro la scelta della Regione Puglia di internalizzare il servizio, e quindi i soccorritori e gli autisti di ambulanza prima operanti in esse. Per il sindacato l’obiettivo è di far saltare le internalizzazioni del 118. Poveri lavoratori!
“Ormai è consuetudine decennale: le internalizzazioni dei servizi sanitari creano panico tra quanti, in tutti questi anni, hanno lucrato sulla pelle dei lavoratori e sulle casse della Asl (con soldi dei cittadini) perché sanno di star per perdere la gallina dalle uova d’oro”, narra la nota dell’USB.
118 in Puglia, la nota Usb su associazioni di volontariato a Foggia
“Come era prevedibile – proseguono – alcune associazioni di volontariato (PAERC Cerignola, AVM di Margherita di Savoia, Croce Ble, TUR 27 di Troia), che gestiscono postazioni del 118 della provincia di Foggia, hanno impugnato gli atti della direzione generale della Asl di Foggia con i quali la stessa ASL dava il via alla internalizzazione (tramite la propria società in house, Sanitaservice) del servizio 118 sin qui gestito da Associazioni di Volontariato (18 postazioni + un auto medica).
Non ci meraviglia che ad impugnare gli atti siano state alcune delle associazioni che peggio hanno trattato i loro lavoratori (per non parlare dei cosiddetti volontari) con ritardi nel pagamento degli stipendi, licenziamenti per aver osato pretendere il pagamento degli stessi, buste paga non corrispondenti ai bonifici effettuati per i lavoratori ecc…”.
“Come non ci meraviglia che ad opporsi all’internalizzazione del servizio 118 siano quelle associazioni che sono state ‘attenzionate’ dall’Ispettorato del Lavoro per le loro modalità di utilizzo dei cosiddetti volontari (veri e propri lavoratori in nero) e, per quanto di nostra conoscenza, già sanzionate dalla stessa Istituzione – continua il coordinatore, Santo Mangia -.
Fa specie, poi, che un’associazione di volontariato, che dovrebbe essere senza fini di lucro e che come riferimento debba avere il benessere delle persone, si opponga ad un miglioramento delle condizioni di vita (e di lavoro) di operatori che per anni hanno svolto il loro servizio con abnegazione e sottopagati.
Evidentemente questi signori, come tutti quelli che negli anni si sono opposti con impugnativa al TAR alle internalizzazioni, sanno che da domani non potranno più contare nella gallina dalle uova d’oro e che, se ci riescono, dovranno cercarsi un vero lavoro nella speranza che non sia come quello che loro stessi hanno offerto a decine di persone o, peggio ancora, non sia mero volontariato con solo un ‘semplice’ rimborso spese.
Abbiamo il dubbio che altri, soprattutto politici, abbiano interessi a che qualcuno faccia saltare questa internalizzazione e si sono messi a spalleggiare queste associazioni con l’intento di porre fine ad una esperienza (quella delle internalizzazioni) che ha portato benefici ai veri servizi internalizzati ed ai lavoratori ma questo ha coinciso con la limitazione del loro ‘potere’ clientelare (e le tante indagini della Magistratura lo confermano).
Rimaniamo fiduciosi a che il TAR – conclude -, per l’ennesima volta, dia ragione a quanto la regione Puglia e le ASL pugliesi hanno intrapreso da oltre un decennio dopo le dure lotte dei lavoratori interessati”.
Questa la nota, piuttosto pepata, dell’Usb in tema di internalizzazioni del 118 in Puglia, e dell’Asl Foggia nello specifico.
Ora resta da capire se, come nel recente passato, il dirigente Asl tranquillizzerà i sindacati o se, per esempio, le associazioni di volontariato vorranno spiegare il perché di un’azione che, in effetti, pare proprio un bastone tra le ruote per la stabilizzazione contrattuale dei lavoratori coinvolti (dato che, su questo possiamo essere tutti d’accordo, un contratto a tempo indeterminato in Regione è più tranquillizzante di quasi tutti i contratti in circolazione oggi.