“Ambulanza della morte” a Catania: al processo deporranno anche gli inviati de “Le Iene”
Una vicenda vergognosa, che ha ferito ogni soccorritore in Italia: quella della cosiddetta “Ambulanza della morte”. A Catania, in seno al processo che vede imputato Davide Garofalo (l’altra persona accusata è Agatino Scalisi), deporranno due giornalisti ed un autore della trasmissione “Le Iene”.
AMBULANZA DELLA MORTE , TRE “IENE” ASCOLTATE IN AULA:
I tre verranno ascoltati su richiesta del legale dell’imputato, l’avv. Turi Liotta. Gli inviati Roberta Rei e Diego Gandolfo e l’autore Roberto Mercanti saranno quindi sentiti nella prima sezione della Corte d’Assise, verosimilmente nell’udienza del 23 luglio.
Furono i loro servizi e la testimonianza di “pentiti” (se così vogliamo chiamarli) a sollevare il caso del trasporto di malati terminali dall’Ospedale di Biancavilla alle rispettive abitazioni e uccisione, da dimostrare in sede processuale, mediante iniezione di aria in vena.
AMBULANZA DELLA MORTE: L’INDAGINE E GLI ARRESTI
I processi si svolgono per dimostrare quanto di quanto sostenuto è vero e quanto no.
Fatta salva questa doverosa premessa, i servizi evidenziarono l’omicidio di almeno tre persone anziane e malate.
Ed in una fase investigativa iniziale vide la Procura indagare su una cinquantina di morti sospette.
Lo scopo era di proporre ai famigliari affranti i servizi di una società di onoranze funebri.
Il tutto per una cifra pari a 300 euro per ciascun “cliente” procurato.
Era il 2017, l’Italia rimase sconvolta dinanzi all’orrore di quanto descritto, che peraltro vedeva il ruolo centrale della mafia locale, e nello specifico dei clan di Adrano e Biancavilla (rispettivamente i Santangelo ed i Mazzaglia-Toscano-Tomasello), ed un incipit risalente addirittura al 2012.
Quanta parte di quei servizi e di quell’impianto accusatorio resta ad appannaggio dei giudici, come è corretto che sia, ma è evidente che il processo preveda due livelli di responsabilità: uno diretto, quello degli imputati qualora fossero dichiarati colpevoli, ed un indiretto rispetto alla tesi collegata che fosse la mafia a decidere chi doveva salire sull’ambulanza e chi no.
PER APPROFONDIRE:
IL SERVIZIO DI EMERGENCY LIVE SUGLI ARRESTI
LE IENE ED IL FALSO VOLONTARIATO SULLE AMBULANZE