Dipendenti senza stipendio alla Heart Life Croce Amica, la denuncia dei sindacati laziali
Rimpalli di competenze, garanzie collettive inferiori, inadempienze del gruppo imprenditoriale. Ad oggi a soffrire sono solo i dipendenti delle postazioni di emergenza che non hanno ricevuto lo stipendio di ottobre. Le parole dei segretari di CGIL CISL e UIL
ROMA – La Heart Life Croce Amica srl è diventata famosa per essere apparsa con una sua ambulanza su Canale 5 a “Tu si que Vales!”, ma da almeno un paio di settimane è, nel Lazio, sulla bocca di tutti i lavoratori dell’emergenza per altri motivi, molto più gravi. Lo stipendio di ottobre dei dipendenti della società srl che ha vinto l’appalto da 68 milioni di euro per coprire alcune postazioni fra Roma, Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone (le postazioni in totale sono 34) non è arrivato, secondo la denuncia dei sindacati.
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E’ stata immediata la presa di posizione dei segretari generali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, che hanno stigmatizzato la situazione: “Le inadempienze del gruppo imprenditoriale riguardo alle modalità con cui il servizio di Emergenza viene svolto ed il controllo sul rispetto delle garanzie di sicurezza e delle condizioni di lavoro del personale dipendente, spettano alla supervisione dell’ARES 118 e che ne è garante anche per conto della Regione Lazio. Ci auguriamo che svolga tali compiti con l’attenzione richiesta e non con la stessa lentezza con la quale liquida le fatture”.
In attesa di effettuare approfondimenti sul tema cercando di capire meglio quale sia la reale situazione, riportiamo il comunicato della FP CISL sulla situazione:
Comunicato Stampa dei Segretari Generali di Fp CGIL CISL Fp e UIL Fpl, Di Cola, Chierchia, Bernardini.
Non bastasse la carenza di personale e mezzi dedicati all’Emergenza, ora si aggiungono anche i ritardi della Pubblica amministrazione nel certificare le prestazioni rese dalle società private affidatarie dell’appalto regionale del servizio di soccorso sanitario in emergenza nelle postazioni non coperte direttamente dall’ARES 118 del Lazio.
E’ questa la ragione per la quale i dipendenti del Raggruppamento delle imprese che fanno capo alla Heart Life Croce Amica Srl non hanno ancora ricevuto lo stipendio dello scorso ottobre. La Regione non paga le fatture emesse dalle società perché l’ARES118 non controlla nei tempi utili la regolarità del servizio reso.
Tra le ragioni dell’uno ed i “rimpalli” degli altri (ARES 118 e Regione Lazio), ci “Vanno per le Piste” come al solito gli operatori che anziché essere pagati per il lavoro svolto vengono utilizzati quale strumento di pressione e pagano sulla propria pelle il rischio d’impresa delle società mandatarie.
Purtroppo questa è solo l’ultima delle sofferenze che il personale delle croci private sta soffrendo. Infatti è in piedi lo stato di Agitazione degli oltre 500 dipendenti dalla trascorsa estate. Fin dalla aggiudicazione dell’appalto regionale al Raggruppamento di Imprese subentrate per Roma alla precedente gestione Croce Rossa, non sono mancati i problemi, ad iniziare con l’applicazione di un contratto di lavoro con garanzie collettive inferiori a quello fino ad allora applicato, ed ancora la mancata e soprattutto difforme applicazione del contratto di secondo livello previsto nel capitolato d’appalto.
Le inadempienze del gruppo imprenditoriale riguardo alle modalità con cui il servizio di Emergenza viene svolto ed il controllo sul rispetto delle garanzie di sicurezza e delle condizioni di lavoro del personale dipendente, spettano alla supervisione dell’ARES 118 e che ne è garante anche per conto della Regione Lazio. Ci auguriamo che svolga tali compiti con l’attenzione richiesta e non con la stessa lentezza con la quale liquida le fatture.
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Le OO.SS. usano strumentalmente i lavoratori del 118 per fare pressioni sui vertici dell’Ares in vista delle paventate assunzioni che in queste ore si stanno svolgendo a Roma.
Il Comunicato stampa diramato dalle tre sigle sindacali, in data 15 novembre u.s., rappresenta un falso ideologico con cui si viene fatta gazzarra intorno ad un delicato servizio quello dell’emergenza-urgenza del 118. Pertanto Heart Life Croce Amica Srl è obbligata a chiarire i contorni di una questione posta volutamente in termini fumosi e confusionari al fine di sviare il lettore.
Preliminarmente il RTI affidatario del servizio 118 Regione Lazio provvedeva nei giorni scorsi a informare le OO.SS. di riferimento del ritardo nel pagamento delle retribuzioni dei lavoratori, imputabile all’ARES 118.
Allo stato non risulta essere in piedi uno stato di agitazione relativo a 500 unità di personale (tale cifra supera di gran lunga il personale effettivamente impiegato nell’appalto nella intera Regione Lazio). Invero, al momento risulta che lo stato di “agitazione” è stato richiesto dalle sigle sindacali della provincia di Latina per il ritardato pagamento dei buoni pasto di una sola azienda, e non risulta che la Prefettura abbia accordato alcuna altra strategia tesa al supporto dell’azione sindacale.
Quanto alle tutele contrattuali, si ricorda alla Cgil-Fp, Cisl-Fp e Uil-Fp di Roma e Lazio che l’attuale livello di garanzia è stato concordato con le stesse senza alcuna modifica in pejus rispetto al passato.
Altresì, con le sigle firmatarie del comunicato di cui si discute si è dato corso a una contrattazione di secondo livello che fino a oggi ha definito, tra le varie cose, i turni e l’orario di lavoro dei dipendenti (156 ore distribuite su 13 turni mensili con un debito orario di 8 ore al mese che comunque vengono retribuite).
Ad ogni buon conto le strumentali rivendicazioni dei segretari generali dei sindacati Cgil-Cisl-Uil saranno oggetto di più attente verifiche poiché puntano a screditare l’operato delle nostre imprese. Aziende verso cui al momento non esistono contestazioni di alcuna natura, diffide o altri atti che ne possano pregiudicare il buon nome e il lodevole operato. Garantito, lo ricordiamo ancora una volta, dalla professionalità con cui gli operatori del 118 di Latina evidentemente non rispecchiano né sposano le prese di posizione a svantaggio della loro attività lavorativa e della continuità del servizio che dal 2004 svolgono per la collettività.