Incidenti alle autoambulanze, le domande e le risposte più frequenti riguardanti il soccorritore in ambulanza
Vita del soccorritore in ambulanza . Trasporto sanitario in ambulanza, qualche giorno fa, a Roma, un nuovo tragico incidente. E’ difficile scrivere di sicurezza stradale e soccorso, perché a chi si occupa della salute degli altri nulla dovrebbe accadere, e così non è.
IL SOCCORRITORE IN AMBULANZA, I RISCHI DI VIVERE PER AIUTARE IL PROSSIMO
Il soccorritore in ambulanza, infatti, è sottoposto a tutta una serie di rischi “professionali” (usiamo il virgolettato perché essi si estendono fatalmente anche ai volontari, che professionisti non sono ma vivono de facto le medesime situazioni) che fatalmente esistono e che occorre affrontare e mitigare il più possibile.
Questi rischi sono sommariamente suddivisibili in due grandi categorie: quelli interni all’ambulanza e quelli esterni all’ambulanza.
Nel primo gruppo i più significativi rischi per il soccorritore in ambulanza sono rappresentati dalla prevenzione del rischio di contagio da parte del paziente (Covid innanzitutto, ma anche altre patologie virali o batteriche), dalle norme di sicurezza adottate dagli allestitori, dalle caratteristiche di vani sanitari e barella in ambulanza.
Nella movimentazione del paziente e nel suo trasporto sanitario, sono questi gli elementi che possono incidere sulla salute del personale che compone l’equipaggio dell’ambulanza.
Nel secondo gruppo invece ad incidere sono le interazioni con persone nei luoghi di intervento e gli incidenti stradali.
L’interazione narra di un’epoca, quella (iniziata alcuni anni fa) nella quale il personale sanitario viene aggredito, verbalmente o fisicamente, da cittadini refrattari a lasciare il passo all’ambulanza, familiari inviperiti per qualsivoglia ragione, e talvolta pazienti da soccorrere in precarie condizioni psicofisiche (per assunzione di droghe, alcolici, per patologie mentali o per semplice inciviltà e ingratitudine).
SICUREZZA DEL SOCCORRITORE IN AMBULANZA: GLI INCIDENTI STRADALI, PER L’APPUNTO
L’ennesimo caso di ambulanza coinvolta in un incidente stradale ha colpito molti e ha comportato tutta una serie di domande da parte di alcuni nostri lettori, che ringraziamo per averci messo a parte delle proprie considerazioni.
Avvalendoci dei tanti consigli del nostro esperto di guida sicura, Stefano Balboni, autista soccorritore da decenni, e del dibattito sul tema, abbiamo voluto raccogliere le risposte qui di seguito, sperando che siano di una qualche utilità.
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Quanti incidenti che coinvolgono ambulanze avvengono ogni anno in Italia?
Non esistono dati ufficiali di incidentalità dei veicoli di soccorso sanitario, essi sono rilevabili attraverso i motori di ricerca sulla base delle pubblicazioni degli organi di stampa.
In Italia i dati statistici sugli incidenti stradali vengono registrati dalle Prefetture, sulla base dei rilievi effettuati dalle Forze dell’Ordine.
Altri dati sono in possesso delle compagnie assicurative, e vengono utilizzati per fini del loro istituto.
Segnaliamo però che organizzazioni di rappresentanza della categoria degli autisti soccorritori sollecitano i propri iscritti a comunicare eventuali coinvolgimenti di ambulanze in incidenti e redigono a fine anno statistiche che, ancorché non ufficiali, si dimostrano assolutamente attendibili.
In passato Emergency Live si è riferita a quelle di Co.E.S. Italia, di cui abbiamo sovente narrato le iniziative.
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Le innovazioni tecnologiche hanno davvero determinato un miglioramento della sicurezza del trasporto sanitario?
Le innovazioni tecnologiche portano sempre ad un miglioramento della sicurezza, a patto che l’uomo (i membri dell’equipaggio) conoscano e utilizzino correttamente quanto a loro disposizione.
Per porre un esempio banale se il porta-monitor ha un aggancio secondo la normativa EN1789 a 10G e il monitor stesso non viene correttamente bloccato è chiaro che in caso di impatto gli esiti sul paziente possono essere importanti.
Uguale attenzione, in maniera analoga, va posta al corretto aggancio della barella in vano sanitario, all’utilizzo del pianale per la barella stessa e ad altri strumenti che in caso di incidente stradale possono trasformarsi in pericolosi oggetti contundenti.
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Quali priorità dovrebbero darsi, su questo tema, gli allestitori di ambulanze?
Va detto, che in linea generale, gli allestitori in Italia sono di ottimo livello, in termini di attenzione alle normative e alla sicurezza dell’equipaggio e del paziente.
Gli aspetti segnalati dai nostri lettori, in questo ambito, riguardano i casi di mancato rispetto dell’impiantistica, in particolare quella sonora, che vede talvolta l’installazione di suoni americani o sirene a fischio non contemplate dalla nostra normativa.
Altre fonti di perplessità sono rappresentate da modifiche richieste dal cliente che in alcuni casi non rispondono al modello depositato in fase di omologazione.
“Sarebbe interessante – ha scritto a tal proposito un nostro lettore – riscontrare anche eventuali modifiche effettuate dai proprietari in officine private.
Tutto questo in caso di incidente potrebbe ripercuotersi sulla sicurezza”.
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Quali le priorità, invece, dei legislatori in materia di sicurezza stradale per gli autisti soccorritori?
Ci sono alcuni passaggi che si possono considerare ormai superati e che comunque una quota significativa di autisti soccorritori sembrano non apprezzare .
Un esempio è l’art 172 del codice della strada che esenta il personale delle ambulanze all’uso della cintura di sicurezza durante gli interventi di emergenza, quando appare evidente che proprio in quel contesto sia importantissimo che venga indossata, almeno su ambulanze e automediche.
“Poi non è comprensibile – commenta un autista soccorritore navigato, che interviene in tema – come chiunque con una semplice patente B possa condurre una ambulanza con targa civile.
Una eventuale introduzione di una patente di servizio , da rilasciarsi però dopo attento esame e pianificando una adeguata normativa consentirebbe di aumentare le conoscenze in materia e aumentare conseguentemente gli standard di sicurezza”.
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La “computerizzazione” della guida è un vantaggio o uno svantaggio?
In generale un buon numero di autisti soccorritori è dubbioso rispetto a questo tipo di innovazioni, e tende a fare distinzioni nel merito.
I controlli elettronici sulla sicurezza tipo ESP sono generalmente apprezzati, e per molti dovrebbero essere anzi obbligatori.
I sistemi di sicurezza come il controllo del mantenimento in corsia invece si ritiene debbano essere disattivabili per ovvie ragioni legate al servizio.
Ma il dibattito, in materia, è alquanto articolato.
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Rimanendo sul concetto di guida, e di guida sicura in particolare: quali sono i percorsi formativi che portano una persona a ricoprire il ruolo di autista soccorritore? Quali i corsi obbligatori prima di accedere all’abitacolo di un’autoambulanza?
Ecco, questo è un tema fortemente dialettico e sentito: esistono i più disparati corsi, in circolazione, e la normativa a detta di più operatori sarebbe da rivedere.
Oltre a ciò è molto sentito l’aspetto del retraining, che alcuni tendono a non rispettare.
Su questo ultimo aspetto certamente influiscono i costi, ed una deducibilità fiscale che spesso non è ben chiara alle organizzazioni di riferimento.
Non è semplice capire “ogni quanto”, ma sembra ormai impellente la necessità di ragionare in termini di qualità e programmazione.
Anche sul piano delle conoscenze delle normative.
Non è infrequente assistere a trasporti sanitari nei quali i bambini viaggiano in braccio ai genitori, e non si può non considerare questo un aspetto incisivo sulla sicurezza stradale.
AUTISTA SOCCORRITORE IN AMBULANZA, L’ESIGENZA DEL RICONOSCIMENTO PROFESSIONALE
Ecco che quindi, dal dibattito informale con i nostri autisti soccorritori sono emerse domande e risposte di grande interesse, che riconducono però ad un concetto antico, quello ancestrale: quello del riconoscimento professionale di una categoria, da cui poi far scaturire normative rigide, percorsi professionali certi e tanto altro.
PER APPROFONDIRE:
GUIDA SICURA, I NOSTRI ARTICOLI SULL’ARGOMENTO
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