Lecce, la protesta dei volontari del 118: “noi, esclusi dal vaccino anti Covid”
I soccorritori del 118 dovrebbero essere in testa alla lista per il vaccino anti Covid, volontari e professionisti. Il motivo è tanto semplice che sarebbe alla portata di un bambino: i soccorritori sono quasi immancabilmente il primo contatto tra un paziente covid e il Sistema Sanitario Nazionale
Poi vengono gli infermieri, i medici e gli oss delle strutture ospedaliere, e via via tutti gli altri.
Dato che, è un dato scientifico acclarato, COVID-19 fatica a distinguere tra soccorritore volontario, di cooperativa o di centrale operativa 118, ne consegue che la vaccinazione dovrebbe riguardare il 100% di loro.
Non così a Lecce, e gli operatori sanitari delle associazioni di volontariato che prestano servizio sulle ambulanze del 118 ne sono stanchi.
La protesta dei volontari del 118 di Lecce
«Abbiamo inviato le richieste di vaccino tramite l’apposito modulo on-line predisposto dalla Regione Puglia e messo a disposizione degli operatori sanitari e socio-sanitari – spiega alla stampa locale uno degli operatori – ma ad oggi ancora nessuno ci ha convocato.
Da quanto sappiamo, sarebbero in corso i vaccini addirittura per il personale ospedaliero che lavora negli uffici ticket, dietro uno sportello e lontano da pazienti affetti da Covid.
Per quanto riguarda il 118, invece, si stanno vaccinando solo medici, infermieri, autisti e soccorritori dipendenti dalla Asl, mentre noi volontari, che siamo ormai in maggioranza rispetto ai dipendenti Asl e copriamo il servizio di 118 di tutta la provincia di Lecce, non veniamo considerati».
La mancanza di comunicazione uno dei problemi del volontari del 118 di Lecce
«Abbiamo contattato tutti gli ospedali – prosegue -, abbiamo chiesto delucidazioni al Servizio igiene e sanità pubblica della Regione, abbiamo interpellato la Asl.
Ma non riceviamo nessuna informazione e non conosciamo la data di inizio dei vaccini.
La beffa è che vengono vaccinati i dipendenti Asl che non trasportano pazienti positivi al Covid, mentre noi, che lavoriamo anche sulle ambulanze Delta che trasportano persone positive, non siamo stati ancora vaccinati.
E ciò nonostante noi, come il personale che lavora nei reparti Covid, siamo i più esposti: nel momento in cui un’ambulanza Asl arriva a casa di un paziente positivo e accerta che c’è bisogno del trasporto in ospedale, chiama la centrale operativa del 118 e quindi noi, che portiamo il paziente in ospedale».
La Regione Puglia quindi conferma una propria caratteristica da due passi in avanti ed uno indietro: da un lato delle meritevoli internalizzazioni del servizio 118, con assunzione dei soccorritori, dall’altro un tasso di contagi e di morti tra operatori 118 che ha pochi eguali in Italia, e, come si evince da quanto denunciato dai volontari, alcuna comprensione della lezione che quei troppi morti dovrebbe avere impartito.
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