Autista-soccorritore: che cosa sta succedendo in Conferenza Stato-Regioni?

Soccorritore base con 200 ore di formazione, soccorritore con funzioni di autista con 250 ore di formazione, autista-soccorritore con 500 ore di formazione. Non si capisce più quale percorso sarà seguito e con quale aggravio su personale volontario o dipendente. Il CoES chiede di riflettere e partire dalla proposta del 2010, per riformare il settore.

ROMA – La grande nave del 118 italiano è oggi in alto mare, senza una direzione precisa da seguire. Ne è lo specchio la conferenza Stato-Regioni dove si stanno discutendo i profili istituzionali delle figure di soccorritore e autista soccorritore. Pochi giorni fa ANPAS ha lanciato il suo appello affinché si ragioni con razionalità sulla base del 118 italiano, formato nella maggior parte dei casi da volontari che prestano il proprio tempo per salire sulle ambulanze e aiutare il prossimo. Una figura quella del volontario che sarebbe pesantemente tagliata fuori da una richiesta formativa di 250 ore di percorso teorico. Una enormità rispetto alle attuali 80-100 o 120 ore stabilite dalle varie Regioni Italiane.

Oggi arriva invece puntuale e precisa anche la voce della Federazione Nazionale Co.E.S., l’associazione che raccoglie il maggior numero di autisti-soccorritori in Italia. Parliamo cioè di quei conducenti di veicoli d’emergenza che lavorano nel 118. Il Co.E.S. ha sempre portato avanti la formalizzazione e l’istituzione della figura professionale dell’autista-soccorritore, ma di fronte alle voci che stanno circondando questo percorso, anche il presidente Moreno Montanari ha voluto sollevare diversi dubbi. “Abbiamo assistito ad un accelerazione  del processo di istituzionalizzazione  della figura di Autista-soccorritore – scrive in un comunicato Montanari -. Tutti ne parlano, diversi “protagonisti”  a vario titolo , sia nel ruolo pubblico che nel volontariato, sono saliti in cattedra presentando progetti fantasiosi  o soluzioni di parte, addirittura a nostro parere incostituzionali, che in alcuni punti si sovrappongono al documento condiviso pubblicato dal Ministero  della Salute inerente il nostro profilo”.

Da nessun riconoscimento a 3 profili in un colpo solo

Di fatto con tutte queste proposte e tentativi di istituzionalizzazione si è creata parecchia confusione. Fra chi parla di 250 ore di formazione, chi parla di 200 e chi parla di 500 ore di formazione divise fra 215 ore di aulta e 285 ore di tirocinio, sta facendo si che nelle ultime bozzi si trovino non 1, ma 3 nuove figure: il Soccorritore volontario per la guida in emergenza, il soccorritore con funzioni di guida dei mezzi sanitari e l’Autista Soccorritore.

“Nel 2010 il Co.E.S. ha collaborato con i tecnici del Ministero della Salute alla stesura di una proposta di Profilo professionale di Autistia-Soccorritore , inviata proprio alle Commissioni Tecniche della Conferenza Stato-Regioni  per i dovuti pareri. Il documento proposto era nato in perfetta aderenza al dispositivo della Sentenza della Corte Costituzionale 300/2010 e di quanto emerso dall’analisi  approfondita  delle attività svolte  di fatto dagli operatori tecnici nella funzione degli di Autisti d’ambulanza con mansione anche di Soccorritori”.

Chiaramente a far accendere l’attenzione e la tensione sul tema sono state le ultime novità sulla diatriba medici e infermieri (questo è il fondamentale punto sul tavolo della Conferenza, in questi giorni) ma anche i numerosi incidenti mortali che hanno coinvolto ambulanze e automediche hanno portato a una discussione più profonda. Aggressioni, malasanità e situazioni intollerabili dov’erano coinvolti anche gli Autisti d’ambulanza hanno reso fondamentale discutere della questione. Ma il problema è partire da presupporti corretti. “E’ divenuta sempre più pressante e  sentita la necessità di trovare una risposta forte e seria che regolamenti l’ingresso nel mondo del lavoro per questa delicata attività – scrive il Co.E.S. – ma avallando i contenuti formativi dei profili proposti si andrebbe ad invadere di fatto il campo di specifica competenza infermieristica e medicale. Infermiere e medico sono i soli professionisti che possono mettere in pratica, ciascuno per le proprie competenze, manovre di diagnosi e cura e terapie necessarie, anche invasive, previste dai protocolli del soccorso sanitario. Questi professionisti sono coloro con i quali oggi un autista soccorritore collabora fianco a fianco”.

 

Richieste di incontro e di revisione

“E’ un fatto che  in questi giorni sia in itere verso un parere ed una approvazione nella Conferenza Stato Regioni una proposta non condivisa intitolata “autista soccorritore” che nei suoi meandri raccihiude la formazione con attestati abilitanti sia per il soccorritore che per il soccorritore volontario abilitato alla guida ed infine anche per l’attestato ablitante alle funzioni di autista soccorritore. E’ facile intuire che uno pseudo-profilo camaleontico creerebbe una grossa confusione con zero risultati”.

La posizione critica del Co.E.S. nasce perché questa proposta crea divisioni e differenze, e non rispetta i “criteri di base per costruire una posizione professionale”. Il soccorritore volontario infatti verrebbe abilitato alla guida con 215 ore di corso di formazione. Ma potrebbe fare le stesse identiche cose che fa un autista soccorritore professionista che però deve sostenere un corso di 500 ore di formazione e un tirocinio. “Le minime differenze di contenuti descritti nella proposta di fatto sul tavolo non consentono di distinguere le due funzioni. Ma sappiamo che un volontario deve avere funzioni d base, mentre un professionista deve avere competenze avanzate”.

“E’ palese – scrive ancora il Co.E.S. – che questa proposta viola le comuni regole di un profilo professionale e che deve esserci per forza una attinenza fra le ore di formazion e la attività da svolgere”.

“Si chiede un intervento volto alla sospensione dell’iter di parere e di approvazione in conferenza delle Regioni della menzionata prosta di profilo nata in Lombardia, e un incontro urgente con i rappresentati del Co.E.S. per considerare e sviluppare una più corretta e consona proposta di profilo di autista soccorritore”.

 

 

 

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