Sciopero delle ambulanze a Bologna, crisi e rischi del caso Fondazione Catis, mentre AUSL assume 72 infermieri
Bologna è un paradigma italiano dell’emergenza urgenza, oggi, davvero interessante. Se da un lato la battaglia per garantire agli infermieri la capacità di operare in autonomia seguendo i protocolli più comuni nel mondo dell’emergenza urgenza internazionale, dall’altro ci sono tensioni lavorative importanti e – contemporaneamente – nuove assunzioni di professionisti. Le ultime notizie parlano di 72 assunzioni all’AUSL (fra cui un operatore tecnico specializzato autista di ambulanza, proprio per la Fondazione Catis), di cui 20 infermieri nel Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore e 10 infermieri per le unità territoriali dedicate specificamente al servizio di vaccinazione nazionale obbligatorio.
Dall’altra parte invece i sindacati denunciano la possibilità di 45 esuberi nell’organico della Fondazione Catis, realtà che da trent’anni opera a Bologna nel campo dei trasporti sanitari e dell’emergenza/urgenza 118 per il policlinico Sant’Orsola-Malpighi.
“Si tratta di una comunicazione di pochi giorni fa – spiegano le sigle sindacali Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl – una nota nella quale l’azienda comunica che l’assoluta incertezza nei rapporti con il Sant’Orsola (il servizio si è protratto senza la firma di un vero e proprio contratto dal 2014) può portare a diverse decine di esuberi. La comunicazione cade nel pieno di una complicata vertenza che va avanti da diversi mesi, in particolare dopo che le sigle sindacali avevano richiesto a Catis significative modifiche nella turnistica – giudicata molto pesante – e la possibilità di discutere di premi incentivanti da determinare con accordi condivisi fra azienda e rappresentanti dei lavoratori. Queste richieste sono state respinte al mittente dal datore di lavoro, con i sindacati che già nel mese di gennaio hanno proclamato lo stato d’agitazione, in una situazione molto tesa determinata anche dal fatto che, unilateralmente, Fondazione Catis aveva deciso di erogare un premio di 100 euro a circa 40 dipendenti su 200 senza passare dalla discussione con il sindacato”.
Per questo motivo, e per il complesso comportamento autoreferenziale e “autoritario” dell’azienda – continunano nel loro comunicato i sindacati – martedì 21 marzo sarà indetto uno sciopero dei lavoratori delle ambulanze che lavorano per Catis. Non è uno sciopero totale dei mezzi del 118 che continueranno ad operare e a garantire i servizi di emergenza urgenza. Ma è un’azione sindacale che si inserisce in uno scenario più ampio, dove è in discussione sia un modello operativo (attaccato continuamente da un Ordine dei Medici che non pare voglia ascoltare posizioni differenti nda) che un modello gestionale dei servizi.
Resteremo in attesa di ulteriori sviluppi su ogni fronte cercando di darvene conto nelle tempistiche più rapide possibili