Torino, pugni e testate tra volontari dell’ambulanza: al Pronto Soccorso arrivano i carabinieri
Scontro fisico di particolare violenza tra volontari dell’ambulanza, al Pronto Soccorso dell’ospedale Mauriziano di Torino: pugni e testate dopo un alterco iniziato poco prima delle 23
Protagonisti membri di due equipaggi delle organizzazioni di volontariato della Croce d’Oro e della Misericordia di Torino.
In realtà nessuna lite per motivi legati all’attività: il soccorritore della Misericordia, transitando nella “camera calda” del Pronto Soccorso, ha riconosciuto un soccorritore della Croce d’Oro, con il quale aveva un pregresso di antipatia e dissapori.
Dalle parole ai fatti pare sia stato un lampo, ed in breve la lite è degenerata.
Nella lite tra volontari dell’ambulanza ad avere la peggio è stato l’autista soccorritore che ha fatto da paciere
Ad avere la peggio, poveretto, un autista soccorritore della Croce d’Oro, che si è frapposto fra i due invitando alla calma e alla moderazione: ha rimediato una testata sul naso.
“Volevo solo difendere la collega, ma mi ha detto ‘fatti gli affari tuoi, ti scasso di botte’ – ha spiegato il volontario colpito, che ha sporto querela ai carabinieri -.
Non ha senso arrivare a situazioni simili, siamo soccorritori: indossiamo una divisa e dobbiamo rispettarla”.
La querelle è diventata meno violenta ma non meno virulenta, coinvolgendo i responsabili locali delle due organizzazioni.
I responsabili delle organizzazioni difendono i propri volontari dell’ambulanza
Il presidente della Croce d’Oro, Giovanni Signoriello, che in passato era alla guida della Misericordia, ha parlato di “grave atto di terrorismo, l’associazione prenderà provvedimenti e seguirà l’iter della giustizia”, citando un altro episodio passato e mostrando il referto del pronto soccorso del volontario dopo la lite di martedì: “Non ero presente – ha detto – ma il nostro equipaggio è stato insultato a titolo gratuito e alla nostra volontaria è stato detto ‘stai zitta o ti prendo a schiaffi’.
Abbiamo già segnalato l’episodio al Coordinamento Misericordie del Piemonte”.
La Misericordia di Torino ha una visione contrapposta, dichiarando di essere “vittime, mentre ora passiamo da carnefici.
Abbiamo sospeso a tempo indeterminato il nostro volontario e non è giustificabile il suo comportamento di violenza – spiega Catia Castelli, governatrice della Misericordia Torino – ma quell’episodio affonda le radici in situazioni spiacevoli, per cui da un anno e mezzo siamo oggetto di provocazioni e diffamazione, con social e lettere anonime.
Ci troviamo oggetti di istigazione continua, non sono vecchie ruggini tra associazioni ma fatti del tutto personali.
A pagare è stato l’autista che non conosce questo passato”.
La questione è ora in mano ai Carabinieri, chiamati a verificare la dinamica dei fatti, e agli avvocati, che cercheranno di difendere il buon nome dei rispettivi assistiti.
Nella realtà siamo piuttosto certi che negli statuti delle organizzazioni ci siano esplicite disposizioni relative all’uso della violenza per dirimere i dissapori, e ad essere danneggiato, oltre al naso dell’autista soccorritore che ha cercato di fare da paciere, è soprattutto la credibilità del 118.
Per approfondire:
Indagine SIEMS – SIIET: nel sistema 118 rischiosa frammentarietà, “serve una regia comune”