App, sviluppo e soccorso: le passioni di Tommaso
Si chiama Tommaso Scquizzato, ha vent’anni e si è già fatto notare nel mondo del soccorso.
È una sua idea l’applicazione LiveCPR, che insegna come attuare una RCP (e che gli è valsa la nomina ad Alfiere della Repubblica nel 2014), ed è sua la seconda infografica premiata dalla Social Media and Critical Care Conference di Dublino, alla quale presenzierà a Giugno di quest’anno.
Gli ho fatto qualche domanda per cercare di capire da dove arriva e, soprattutto, che futuro intravede.
Prima di tutto una breve presentazione: chi sei e cosa fai nella vita.
Cosa faccio nella vita? Me la complico! Scherzi a parte, vorrei ogni tanto stare tranquillo ma non ci riesco, sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da fare, da studiare o da provare. Attualmente studio infermieristica all’Università degli Studi di Padova anche se il mio sogno è fare il Medico d’Emergenza/Urgenza. Sono un volontario della Croce Rossa nel Comitato di Padova dove faccio principalmente il soccorritore in ambulanza, attività nell’Area Sviluppo e sono attualmente il Delegato per le Attività in Emergenza presso l’unità territoriale di Trebaseleghe. Sono appassionato di emergenza/urgenza, dedico moltissimo tempo allo studio di una mia grande passione, l’interpretazione dell’ECG e la gestione dell’arresto cardiocircolatorio.
Come sei entrato a contatto con il mondo del volontariato e quanto ti ha restituito questa esperienza?
Sono entrato a contatto con il mondo del volontariato nel 2011 grazie a mia zia, Coordinatrice Infermieristica presso il Pronto Soccorso di Castelfranco Veneto (TV), che mi ha fatto conoscere principalmente il mondo del soccorso. Giorno dopo giorno ho iniziato a capire che forse quella era la strada da seguire e nel 2012 sono entrato in Croce Rossa dove ho avuto la possibilità di conoscere molte persone, fare bellissime esperienze e mettermi in gioco a 360° verso chi più ne aveva bisogno. Non avrei mai immaginato di salire in un’ambulanza, fare un massaggio cardiaco, soccorrere persone ferite e stare in un reparto considerando che da piccolo mi impressionava pure. Ma ora se tornassi indietro rifarei tutto quanto. Devo tutto quanto a quelle persone che ho incontrato lungo questo breve cammino da poco iniziato, ossia a tutti quei pazienti che ho soccorso in ambulanza o in reparto che con le loro sofferenze mi spingono sempre a migliorare, a studiare, ad approfondire e a condividere con gli altri, a tutti i medici, infermieri (mia zia in primis) che con il loro entusiasmo, passione e dedizione mi hanno fatto innamorare dell’emergenza e mi supportano per seguire questa strada. Ovviamente anche alla mia famiglia che pur minacciandomi di ricovero in psichiatria per la fissa dell’emergenza, ambulanze e defibrillatori hanno deciso di tenermi e appoggiarmi comunque e non cacciarmi di casa ;).
Dopo l’ideazione e la realizzazione dell’app LiveCPR, a 16 anni, sei stato nominato Alfiere della Repubblica. Una grande soddisfazione.
Certo, partire da zero, senza aspettative e ottenere grandi risultati mi ha portato una grande soddisfazione. Soddisfazione che dopo 3 anni continua perché LiveCPR ha avuto numerosi contatti da varie istituzioni nel tempo e ha in programma una grande evoluzione che per ora mi riservo di non approfondire ulteriormente. Nell’ultimo anno LiveCPR sta girando le scuole per diffondersi tra gli studenti (circa 500 nell’ultimo anno in Veneto) e divulgare la conoscenza delle manovre salvavita. Mi ha dato molta forza per iniziare altri progetti e sfide soprattutto perché è qualcosa in cui credo.
Uno dei tuoi nuovi successi è il secondo posto ottenuto dall’infografica TRAUMATIC BRAIN INJURY, da te realizzata, in occasione della prossimaSocial Media and Critical Care Conference di Dublino, alla quale parteciperai. C’è qualche altro progetto in cantiere di cui ti piacerebbe parlarci?
Ancora non ci credo che parteciperò alla SMACC, è un sogno che si avvera! Di progetti in cantiere ne ho parecchi, tra questi sto sviluppando un’app sempre riguardo all’arresto cardiaco ma questa volta destinata al personale sanitario che si ritrova ad dover eseguire un ACLS intra o extra ospedaliero. Appena sarà ad un livello presentabile ve ne svelerò i dettagli volentieri.
Credi che l’integrazione della tecnologia nel mondo del soccorso abbia delle potenzialità in grado di migliorare il servizio reso? C’è qualcosa che ti piacerebbe vedere in Italia all’interno dei sistemi di gestione delle emergenze – sanitarie e non – e dei loro protocolli?
Secondo me la tecnologia potrebbe migliorare notevolmente l’assistenza extra ospedaliera, si potrebbe ottenere una storia clinica e i medicinali in uso del paziente direttamente sul posto, compilare le schede di intervento digitalmente con la possibilità di più facile debriefing e analisi delle performance, trasmissioni audiovisive della scena e molto altro.
Sogno un sistema basato sui professionisti in Italia come in altre realtà nel mondo. Sono un volontario anch’io ma ogni volta che mi chiedo da chi vorrei essere soccorso in caso di necessità mi rispondo sempre con un medico e un infermiere preparati per l’emergenza territoriale. Con questo non intendo dire di tagliare fuori da un giorno all’altro il volontariato dalle ambulanze ma integrarlo in modo differente, a parer mio affiancare un volontario all’equipaggio di professionisti come avviene già in alcune realtà non mi pare malvagio per nessuna delle due parti.