Covid-19, a Tokyo possibile nuova ondata: 1.700 contagi a settimana, Sanità al collasso
Covid-19, a Tokyo è emergenza: il coronavirus continua a diffondersi nella capitale giapponese, portando il sistema sanitario sull’orlo del collasso. La governatrice Yuriko Koike: “Continuano gli assembramenti”
Il numero sempre crescente di nuove infezioni da coronavirus e quello di casi di cui è impossibile tracciare la diffusione, a parere della commissione di esperti del governo metropolitano di Tokyo, potrebbe indicare una possibile nuova ondata di contagi nella capitale giapponese.
Il numero giornaliero delle infezioni, infatti, si è attestato sulla media dei 1.700 casi nell’ultima settimana, contro i 1.000 delle settimane precedenti, portando il sistema sanitario locale sull’orlo del collasso con i 3.266 posti letto di terapia intensiva occupati sul totale disponibile di 4.000.
TOKYO VERSO LA STRETTA DELLE MISURE E LO STATO EMERGENZA PER COVID-19 POTREBBE ESTENDERSI AD ALTRE PREFETTURE
Le considerazioni espresse dagli esperti sanitari e dal governo su possibili nuove misure restrittive a fronte del continuo aumento delle infezioni in Giappone fanno prevedere l’imminente necessità da parte delle autorità di mettere mano ai provvedimenti finora messi in atto.
Ad oggi, lo stato di emergenza dichiarato la scorsa settimana dal primo ministro Suga, valido fino al 7 febbraio, interessa Tokyo e altre 10 delle 47 prefetture del paese, e prevede solamente la richiesta da parte delle autorità di limitare gli orari di esercizio dei locali pubblici e di spostamenti non strettamente necessari.
Shigeru Omi, a capo della commissione di esperti incarica dal governo di monitorare lo stato della pandemia, in audizione al Senato ha dichiarato che “se il numero di casi di coronavirus continuasse al suo attuale ritmo di crescita sarà impossibile mantenere questo stato di emergenza e saranno necessarie misure ben più forti”.
Il ministro dello Sviluppo economico, nonché delegato dal governo a coordinare le misure contro l’emergenza, Yasutoshi Nishimura, a sua volta ha dichiarato in conferenza stampa:
“Potrebbero essere aggiunte altre prefetture alla lista delle aree soggette allo stato di emergenza, e il governo sta valutando gli scenari peggiori per prepararsi a fronteggiare ogni situazione”.
Dello stesso avviso Toshio Nakagawa, presidente della Japan Medical Association, l’albo nazionale dei medici, che ha osservato, al termine del suo incontro con il governo, come “rispetto allo stato di emergenza dello scorso anno, stavolta non è stato trasmesso alla popolazione nessun senso di urgenza né la sensazione di dover collaborare attivamente”.
A partire da novembre il Giappone ha registrato un’impennata nel numero delle infezioni, raggiungendo il totale di oltre 300.000 casi e 4.000 decessi.
SPOSTAMENTI E LIMITAZIONI, KOIKE: “LA POPOLAZIONE NON SEGUE LO STATO EMERGENZA“
Lo stato di emergenza dichiarato lo scorso giovedì dal primo ministro Yoshihide Suga per Tokyo, Saitama, Chiba e Kanagawa, ed esteso successivamente alle prefetture di Osaka, Kyoto, Hyogo, Fukuoka, Aichi, Gifu e Tochigi, non sembra aver prodotto particolari effetti sul comportamento delle persone.
Nelle principali città, infatti, a causa delle blande misure contenute nella dichiarazione (semplice richiesta di astenersi dagli spostamenti non necessari e limitazione orario di esercizio delle attività commerciali entro le 20), strade, negozi e mezzi pubblici restano affollati.
A Tokyo, dove il decreto di emergenza è stato applicato per primo, la governatrice Yuriko Koike ha espresso preoccupazione: “ringrazio per la collaborazione di tutti, ma il numero di persone in giro per la città non si è ridotto in modo significativo.
Il virus non ha calendario, orologio e non segue mappe né confini tra prefetture”, ha dichiarato in conferenza stampa.
La risposta alle preoccupazioni della governatrice giunge a distanza dallo stesso primo ministro Yoshide Suga, che difende le scelte del governo affermando che “misure non troppo coercitive sono necessarie per impedire che l’aumento delle infezioni nelle aree urbane si trasferisca nelle città più piccole dove i sistemi medici sono ancor più vulnerabili”.
EMERGENZA COVID-19, RINVIATA A TOKYO L’APERTURA DEL PARCO A TEMA ‘SUPER MARIO’ DI OSAKA
Universal Studios Japan di Osaka ha annunciato la decisione di posticipare a data da definire l’inaugurazione del nuovo parco a tema del popolare videogame ‘Super Mario Bros.’ della Nintendo a causa della nuova ondata di infezioni di coronavirus.
La decisione di rimandare l’apertura del ‘Super Nintendo World’, prevista per il 4 febbraio, è stata presa dopo l’entrata in vigore dello stato di emergenza anche a Osaka, decisa dal primo ministro Yoshihide Suga per frenare la diffusione del virus nella regione.
La nuova data prevista per l’apertura del parco tematico, che presenterà al pubblico inedite attrazioni in realtà aumentata, tra cui la prima giostra interattiva ispirata al mondo di ‘Mario Kart’, sarà annunciata dopo la revoca dello stato di emergenza.
“Non sembra appropriato e coerente con le misure prese dalle autorità confermare l’apertura del nuovo parco, in un momento in cui il paese tutto sta facendo grandi sforzi per combattere il virus”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato stampa.