Distintivi di Polizia e Vigili del Fuoco: cosa devono sapere i soccorritori?
I nuovi distintivi della Polizia di Stato non cambiano i ruoli degli agenti, dei commissari e dei dirigenti, ma ne definiscono in modo diverso le cariche. Sarà più marcata la differenza rispetto ai Corpi militari, come i Carabinieri. Ma esistono dei gradi di qualifica anche in emergenza sanitaria?
Le qualifiche sono importanti, spesso guadagnate con fatica all’interno di una gerarchia molto chiara e precisa, che cerca di non lasciare nulla al caso. Nei corpi di sicurezza e di soccorso inoltre, il ruolo definisce una responsabilità, e quindi di conseguenza un potere decisionale, che dovrebbe anche essere univoco e incontestabile, pena la confusione nei livelli inferiori di comando o di operatività.
Detta in questo modo sembra molto semplice, ma quando poi ci si trova di fronte alle mostrine, ai distintivi e alle qualifiche, al confusione del soccorritore, del semplice civile o dell’operatore sanitario non avvezzo a gradi e ruoli, diventa tanta. Ecco il motivo che ci fa prendere come spunto la definizione delle nuove grafiche per le qualifiche degli agenti della Polizia di Stato, così da fare un po’ di chiarezza anche sui ruoli dei vari componenti in caso di maxi-emergenza.
Terremoti, alluvioni, maxi incidenti e situazioni dove scatta un piano di coordinamento sono tipicamente i momenti in cui si crea più confusione, ed è necessaria invece maggiore unione e comprensione dei gradi, dei ruoli e degli atteggiamenti.
I gradi nei soccorritori sanitari
In ambito sanitario non esistono gradi, distintivi e qualifiche gerarchiche simili a quelle dei corpi militari. Non, quantomeno, a livello nazionale (si, esiste una delibera inapplicata dalla Regione Veneto). Nonostante qualche associazione si fregi di livelli e qualifiche di questo tipo, esistono solo due realtà che hanno gradi militari. Il CISOM, Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, e il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Se il primo non è inquadrato nelle attività militari ma come supporto alle azioni di soccorso della Marina Italiana, il secondo è invece integrato nell’Esercito Italiano, ne mutua totalmente i gradi e i distintivi, ai quali affianca nastrini specifici per indicare medici, infermieri, farmacisti, odontoiatri, odontotecnici, psicologi, tecnici di radiologia e ufficiali.
Identificare le responsabilità nelle maxi-emergenze sanitarie
Detto dei distintivi e dei gradi, passiamo invece alle responsabilità. In una catastrofe o in emergenza di Protezione Civile il settore sanitario si organizza secondo qualifiche codificate e visibili per il colore delle pettorine. Il direttore dei soccorsi sanitari, che è il primo medico di struttura M.S.A. avrà una pettorina rossa, il direttore del triage avrà una pettorina gialla, il direttore del P.M.A. avrà una pettorina bianca, mentre l’infermiere coordinatore dell’area di raccolta avrà una pettorina blu. Altre qualifiche riguardano l’infermiere di P.M.A. con pettorina bianca, il direttore dei trasporti con pettorina verde, così come il responsabile dei mezzi. Anche il coordinatore dell’area di raccolta, che può essere un soccorritore, avrà una pettorina speciale blu. I soccorritori invece dovranno essere identificabili dalla pettorina arancione.Vediamo per semplicità la dotazione di base di un allestimento PMA.
Le differenze dei soccorritori nel Soccorso Alpino
Ci stavamo però dimenticando del Soccorso Alpino, che ha una serie di qualifiche che si possono ottenere con formazione specifica, e abilitano a diverse tipologie di attività in ambiente critico. Nel CNSAS infatti si può essere:
- operatore di ricerca/soccorso base (OSB)
- operatore di soccorso alpino (OSA)
- tecnico di soccorso alpino (TeSA)
- tecnico di soccorso speleologico
- medico specializzato in emergenza ad alto rischio in ambiente alpino
- infermiere specializzato in emergenza ad alto rischio in ambiente alpino
- medico specializzato in emergenza ad alto rischio in ambiente ipogeo
- infermiere specializzato in emergenza ad alto rischio in ambiente ipogeo
- tecnico di soccorso in forra
- tecnico di elisoccorso (TE)
- tecnico di centrale operativa (nelle delegazioni dove questo sia previsto)
- tecnico di ricerca (TeR)
- coordinatore delle operazioni di ricerca (COR).
- pilota SAPR
Il CNSAS dispone inoltre di unità cinofile di ricerca in valanga (UCV), ed unità cinofile di ricerca in superficie (UCRS).
I gradi nei Vigili del Fuoco
Nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco le definizioni sono molto importanti. Non si chiamano gradi gli scaglioni per definire le gerarchie, ma qualifiche. Se nelle forze di Polizia la qualifica è un collegamento pressoché diretto ad un grado militare, nell’ordinamento dei Vigili del Fuoco è leggermente diverso. L’ordinamento è disciplinato dal D.Lgs 13/10/2015 n. 217, modificato nel 2007 e nel 2012. Le cosiddette qualifiche sono normate insieme agli scatti di anzianità. Oltre ai gradi i Vigili del Fuoco si distinguono per la colorazione dell’elmetto, che ha differenze precise in base al ruolo rivestito dal pompiere in quell’ambito.
Le nuove qualifiche (senza considerare i sottogruppi dovuti agli scatti di anzianità) sono distinguibili dalla colorazione dell’elmetto o dal tipo di distintivo portato sul braccio:
- Vigile del fuoco (colore elmetto nero e distintivo verde e rosso)
- Caposquadra (colore elmetto rosso e distintivo rosso)
- Caporeparto (colore elmetto rosso e distintivo rosso e blu)
- Ispettore antincendio e sostituto direttore antincendio (colore elmetto argento e distintivo blu)
- Direttore (colore elmetto argento e distintivo blu e oro)
- Primo dirigente (colore elmetto argento e distintivo oro)
- Dirigente superiore (colore elmetto argento e distintivo oro e platino)
- Dirigente generale e dirigente generale capo (colore elmetto argento e distintivo platino)
Sono 32 le qualifiche all’interno dell’organico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
I gradi nella Polizia di Stato
La Polizia di Stato ha appena aggiornato i suoi gradi dal punto di vista grafico. I distintivi di qualifica della PS restano 23, ma cambiano graficamente. Un giorno atteso con grande trepidazione. “Dopo 38 anni, in modo tangibile, si riafferma l’identità della Polizia di Stato, quale amministrazione civile ad ordinamento speciale”. Nelle spalline è sublimato il motto “sub lege libertas”. Fu la legge 121 del 1981 a ridisegnarne lo status giuridico segnando il distacco della Polizia di Stato dal mondo militare. Presenza delle donne, specializzazione, corsi di formazione differenziati per specialità, e molto altro cambiarono la Polizia di Stato, che cambiò anche i nomi dei gradi. Oggi questi gradi vengono ristrutturati e arricchiti dal ruolo degli ispettori, anello di congiunzione tra dirigenti e collaboratori. Il riordino del 2017 poi ha individuato nuove qualifiche e funzioni all’interno dei vari ruoli, portando a maggiori specificità. Oltre 98.000 poliziotti da lunedì cambieranno aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica, disegnati dall’esperto di araldica professor Michele D’Andrea. Ad accomunare passato e presente l’immagine, rivisitata stilisticamente, dell’aquila, emblema dell’Istituzione che, quest’anno, compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza risalente al 1919.
Ali spiegate, zampe libere e divaricate disposte ai lati della coda folta e stilizzata come il restante piumaggio, testa rivolta a sinistra ornata dalla corona murata di cinque torri, scudo sannito con il monogramma RI in petto. L’aquila, che sarà presente in tutti i distintivi di qualifica, dall’Agente al Dirigente Generale, continua ad esprimere il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente ciascun poliziotto difende diritti e libertà.
Compaiono, invece, per la prima volta, a caratterizzare le diverse qualifiche: il plinto araldico, costituito da una barretta orizzontale di colore rosso che rappresenta la struttura portante di un edificio, per gli agenti e gli assistenti; il rombo dorato, con il suo profilo fusiforme che ricorda la punta di una lancia simbolo del dinamismo operativo temperato dall’esperienza, per i sovrintendenti; la formella, alto esempio di architettura gotico-rinascimentale, richiamo alla bellezza ed all’eleganza proprie del patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese, per i funzionari. I distintivi, uguali per tutti i ruoli, differenziano le funzioni tecnico-scientifiche, tecniche e le attività professionali, attraverso il diverso colore delle mostreggiature.
I gradi nei Carabinieri
I Carabinieri invece – a differenza della Polizia – fanno capo al Ministero della Difesa, e quindi seguono regole per la definizione dei gradi più legate al mondo militare. Sono ben 45 le qualifiche che si possono trovare nella Benemerita, divise su 4 ruoli principali: ufficiali, ispettori, sovrintendenti, appuntati e carabinieri. Gli ordini gerarchici procedono ovviamente per gradi. Alla base della piramide sta il carabiniere, mentre al vertice c’è il Generale di Corpo d’Armata. Le 117.943 unità di personale sono quindi una piramide che, dalla punta alla base, si divide in:
- Per gli ufficiali, generale di corpo d’armata, generale di divisione, generale di brigata, colonnello, tenente colonnello, maggiore, capitano, tenente e, in fine, sottotenente;
- Per gli ispettori, maresciallo aiutante – sostituto ufficiale di pubblica sicurezza (che possono acquisire la qualifica di luogotenente con le modalità prevista dall’art. 38 ter del D.Lgs. 198/95), maresciallo capo, maresciallo ordinario e maresciallo;
- Per i sovrintendenti, brigadiere capo, brigadiere e vicebrigadiere;
- Per gli appuntati e carabinieri, appuntato scelto, appuntato, carabiniere scelto e carabiniere.