Fratture in età pediatrica: cosa fare e cosa non fare al nostro bambino
Fratture in età pediatrica: capitano, è inutile girarci attorno.
Non serve a nulla fustigarsi in quanto genitori, maestri o comunque educatori: sono ci sono accadute quando eravamo bimbi, possono capitare ai minori di cui abbiamo cura.
Ma, in tema di disavventure in età pediatrica, a risultare imperdonabile è il non sapere cosa fare, su questo possiamo essere tutti d’accordo.
Essere l’adulto fisicamente più vicino ad un bambino che si infortuna, durante una partita o giocando con gli amichetti, e avere le idee chiare sul da farsi, ha una grande importanza: innanzitutto per stabilire la gravità della situazione, in seconda battuta per cercare di rassicurare il minore spaventato.
Cerchiamo quindi di dare un quadro d’insieme, per punti, dell’argomento.
Fratture in età pediatrica: le più frequenti
I bambini tendono a farsi male sostanzialmente battendo la testa o fratturandosi gli arti, superiori o inferiori.
Le fratture si suddividono usualmente in complete ed incomplete. Nella seconda categoria quella più frequente è detta “a legno verde”, in virtù di una caratteristica forma di rottura del tessuto osseo, per esempio quello tibiale.
Le fratture (leggi QUI se vuoi approfondire l’argomento) sono anche suddivise in composte o scomposte, in semplici e comminute. Ma queste sono considerazioni che possiamo lasciare tranquillamente alle persone che si occupano di soccorso e cura, che sono preparate e formate alla risposta.
Ciò che conta per un adulto, nei momenti “critici”, è di saper riconoscere la frattura stessa, quindi di stimarla correttamente e trattarla di conseguenza.
Al netto di un ovvio dolore, il bambino manifesterà una impotenza funzionale della zona interessata (per esempio non sarà in grado di camminare per gli arti inferiori). Oltre a questo, sarà possibile osservare una deformazione, un gonfiore o una zona di ecchimosi (lividi) dell’arto interessato.
Le molto frequenti fratture a legno verde, in realtà, possono non presentare queste ultime caratteristiche e il dolore acuto viene percepito solo alla palpazione, che va eseguita con cautela e delicatezza. E’ importante preservare l’integrità dei vasi sanguigni.
Fratture in età pediatrica: cosa fare
Bisogna saper gestire innanzitutto l’emotività, la propria (di madre o padre preoccupati) e quella del bambino. Questi scruterà con attenzione le reazioni dell’adulto, e si regolerà di conseguenza.
Spiegare al bambino cosa occorre fare è un passo importante, sia per fare mente locale, sia per trasmettergli che, a suo modo, è tutto sotto controllo.
Ovviamente è necessario trasportare il minore al Pronto Soccorso. L’azione sull’arto interessato è consigliata solo se improrogabile (per esempio una forte emorragia), ma se è importante in quel momento immobilizzare la gamba, l’indicazione è di non fasciare la parte fratturata, ma l’area superiore o inferiore rispetto al punto di frattura.
Sul tema dell’immobilizzazione, che è complesso, consigliamo la lettura di un articolo scritto ad hoc, QUESTO.
Una soluzione temporanea, nell’attesa di un intervento adeguato (che consigliamo vivamente), può consistere nell’utilizzo di materiale morbido (per esempio cuscini) da avvolgere attorno all’arto steccato e da tenere fermi con del nastro adesivo medico. Una grande attenzione andrà prestata al non stringere eccessivamente proprio col nastro, per non ostacolare la circolazione.
Nel trasporto del bambino al Pronto Soccorso è importante tenere l’arto (se di arti si tratta) leggermente sollevato.
Va da sé che le blande indicazioni che abbiamo scritto sono da seguirsi nei casi nei quali chiamare un’ambulanza è la via meno praticabile, per esempio grigliata in montagna con gruppo di amichetti e banale caduta dagli esiti dolorosi.
Nei casi più importanti, soprattutto con fratture esposte, è sempre e comunque preferibile riferirsi a persone con preparazione adeguata. Ciò che si può fare in questo caso è tranquillizzare il bambino per agevolare l’intervento del personale del 118, tagliare con la forbice gli indumenti nella parte lesa e soprattutto fare attenzione che l’area esposta non subisca possibili infezioni.
Fratture in età pediatrica: cosa non fare
Ci sono un certo numero di azioni da non fare, per mitigare la situazione del bambino e facilitare l’intervento dei sanitari.
La prima è di non massaggiare l’area per alleviare il dolore, né, ancora di più, tentare di ridurre la frattura. Non far battere il piede o far compiere operazioni complesse col braccio per valutare la funzionalità dell’arto. E se si sospetta un interessamento della colonna vertebrale, fare in modo che il bambino resti immobile il più possibile.
L’intervento degli infermieri e dei medici risolverà tutto ciò che non si sa eventualmente affrontare.
Va detto che, proprio perché prima o poi ciascuno di noi si trova in certe situazioni, seguire un corso di primo soccorso di organizzazioni o società qualificate è un ottimo investimento del proprio tempo. I costi, in molti casi, sono irrisori. Questi corsi lasciano nei partecipanti informazioni preziosissime per situazioni di vita quotidiana che esigono prontezza e conoscenza.