Pasqua a rischio satelliti: la stazione spaziale potrebbe cadere sull'Italia
Il territorio nazionale, secondo la Protezione Civile, potrebbe essere interessato dal rientro incontrollato della stazione spaziale Tiangong 1 nell’atmosfera. La Protezione Civile ha allertato tutte le regioni a sud dell’Emilia Romagna. Ecco le preacauzioni da tenere a mente.
ROMA – Inizia la fibrillazione per la sicurezza del territorio nazionale in vista del rientro senza controllo della stazione spaziale Tiangong 1 nell’atmosfera terrestre. Se avete dimenticato la storia, si tratta di un grande agglomerato di strutture spaziali lanciate in orbita dalla Cina nei primi anni duemila. Pochi anni fa la stazione ha terminato il suo ciclo vitale ma invece di prendere una traiettoria che l’avrebbe fatta allontanare dalla terra o precipitare in un punto preciso del pianeta, Tiangong 1 è sfuggita al controllo della base e ha iniziato a prendere una traiettoria discendente non prevedibile. Il rientro della stazione orbitante sul pianeta, dove si schianterà senza controllo, è previsto fra il 28 marzo e il 4 aprile.
Nessuno al momento ha chiara l’idea di dove questo blocco di detriti spaziali si andrà a schiantare, quali danni potrebbe provocare e come affrontare la situazione. 36 ore prima dell’impatto la Cina dovrebbe dare un avvertimento specifico sull’area dove potrebbero cadere i detriti. La Protezione Civile quindi ha allertato – in base alla finestra geografica prevista per l’impatto – tutte le regioni a sud dell’Emilia-Romagna che rientrano nella striscia di impatto probabile della stazione orbitante.
L’organizzazione e l’interpretazione dei dati in arrivo dalla cina e dalle osservazioni spaziali è compito dell’ASI, che curerà la fase di organizzazione e interpretazione delle informazioni in collaborazione con l’ESA, con la NASA e con i colleghi russi e cinesi.
“La Protezione Civile italiana rende noto che è stato istituito a Roma un tavolo tecnico di lavoro al quale partecipano, insieme all’Asi, il consigliere militare della Presidenza del Consiglio, i ministeri di Interno, Difesa e Esteri, Enac, Enav, Ispra, la commissione speciale di Protezione civile. E intanto sul suo sito pubblica un breve vademecum con le norme di protezione. ricordando che “eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari. Pertanto non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi”.
Tuttavia – si legge sul sito della protezione civile – sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, è possibile fornire, pur nell’incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all’impatto:
• è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
• i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
• all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
• è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
• alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competetenti.