Scandalo all’Università di Salerno: esami ed ammissioni in cambio di regalie, ai domiciliari due dipendenti
Scandalo all’Università di Salerno: a dare il via alle indagini della Guardia di Finanza di Napoli è stata la procedura di immatricolazione di due studenti di Medicina. Ben 34 le carriere universitarie “artefatte”. Indagati anche altri 42 tra studenti e familiari, anch’essi presunti responsabili, in concorso, dei reati di accesso abusivo al sistema informatico e frode informatica
Università di Salerno, l’operazione della Guardia di Finanza
La guardia di finanza di Salerno, questa mattina, su disposizione della locale procura della Repubblica, ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Salerno che dispone gli arresti domiciliari per due dipendenti dell’Università di Salerno.
Diverse le accuse formulate nei loro confronti: accesso abusivo al sistema informatico, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e induzione indebita a dare utilità.
Le fiamme gialle si sono mosse dopo la denuncia presentata dallo stesso Ateneo, che tramite l’Audit interno aveva rilevato delle irregolarità nella procedura di immatricolazione di due studenti, i quali erano iscritti alla Facoltà di Medicina, pur senza essersi classificati in posizione utile nella graduatoria unica nazionale di merito dei test d’ingresso.
In quell’occasione, spiega una nota del procuratore della Repubblica Giuseppe Balcellule, “era subito emerso che l’iscrizione era stata effettuata materialmente da un dipendente dell’Università (nello specifico Carmine Leo, classe ’56), attraverso l’accesso abusivo al Sistema Informatico di Segreteria”.
I successivi approfondimenti investigativi hanno, inoltre, evidenziato che “l’indagato era solito utilizzare le proprie credenziali per attestare falsamente esami universitari in realtà mai sostenuti dagli studenti beneficiati, in cambio di specifiche regalie”.
Tra queste anche fumetti da collezione.
Il sistema vergognoso messo in atto a Salerno
Determinante, sottolinea la procura, si è rivelato il contributo del secondo indagato, sempre un dipendente amministrativo, Carmine Cioffi, “che indirizzava al collega quegli universitari che, essendo venuti a conoscenza del meccanismo di frode, chiedevano di essere “aiutati” in qualche modo”.
Tra le condotte di rilevanza penale imputabili a Leo anche quella di far risultare gli studenti in fasce di reddito di favore, senza tener conto delle reali condizioni economiche delle famiglie, così da consentire un indebito risparmio nel pagamento delle tasse di iscrizione.
Sono ben 34 le carriere universitarie “artefatte” ricostruite dai finanzieri del Nucleo PEF di Salerno, molte delle quali arrivate fino al conseguimento del titolo di laurea.
Fondamentale si è rivelata la collaborazione dell’Ateneo che, “anche al fine di evitare ulteriori manipolazioni”, ha subito sospeso Leo e, successivamente, su richiesta della procura, ha congelato il sistema informatico, consentendo l’acquisizione di tutte le necessarie fonti di prova.
Oltre ai due “dipendenti infedeli” arrestati, risultano indagati altri 42 tra studenti e familiari, anch’essi presunti responsabili, in concorso, dei reati di accesso abusivo al sistema informatico e frode informatica, nei cui confronti sono tuttora in corso ulteriori approfondimenti investigativi.
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