Un tuffo nel passato riscoprendo la storia delle ambulanze. Vecchi modelli agli albori della modernità 

Le “ambulancias” nascono per esigenze militari in Spagna, intorno al ‘400. Sono le prime formazioni sanitarie a seguito dei combattenti.

Rimangono così fino alla fine del ‘700, evolvendo nei secoli grazie all’impulso di figure come Dominique Jean Larrey (1766-1842), il chirurgo che progetta il primo mezzo adibito al trasporto feriti, realizzato con criteri di costruzione che prevedono un sistema ammortizzante e condizioni igieniche garantite dal ricambio d’aria.

In Italia, nel 1831, con la creazione dei Corpi di Sanità del regno di Sardegna il termine ambulanza indica sia le formazioni militari sia i carri per i feriti che ne fanno parte.

La vera svolta avviene nel ‘900, verso la metà degli anni ’60.
 Compreso il nesso fra morti causate dalle carenze strutturali extraospedaliere e dei dipartimenti d’urgenza, grazie allo slancio impresso dal governo federale americano, per il soccorso comincia una nuova stagione. È l’inizio di una rivoluzione che conduce ai decenni più recenti.

Col tempo le ambulanze cessano di essere semplici mezzi di trasporto del paziente al più vicino ospedale. Diventano centri mobili di rianimazione; il personale si specializza e inizia a praticare sul posto manovre di stabilizzazione e terapia precoce.


In Italia negli anni ’60 i furgoni costituiscono la base per la maggior parte delle ambulanze, rifacendosi alla produzione di quegli anni.

Il Fiat 1100 T era forse il più diffuso. Poi c’era la produzione dell’Alfa Romeo con il noto Romeo molto utilizzato dall’esercito e dagli enti pubblici, caratterizzato da interni semplici e spartani. Le ambulanze su telaio di automobile, con poco spazio ma più veloci, erano più adatte a viaggi lunghi.

La barella era piuttosto pesante ed era necessario appoggiarla su un carrello all’arrivo in ospedale.

Dall’inizio degli anni ’70 il Fiat 238 si rivela un’ottima ambulanza che per quasi un ventennio mostra di sapersi adattare nel tempo a varie soluzioni, anche di spazio. Per questo viene molto imitata.

Le alternative venivano dalla Volkswagen con il primo Trasporter e dall’Alfa Romeo con il noto F12.


Dunque a trasformare completamente il sistema di emergenza e soccorso sono state soprattutto le nuove conoscenze in ambito medico, parallelamente allo sviluppo dell’organizzazione del personale. Il tutto all’insegna dell’innovazione tecnica dei mezzi e degli strumenti a bordo.

 

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