Con cosa misurare la pressione arteriosa? Lo strumento migliore è l'esercitazione
Misurare la pressione arteriosa. Se cerchiamo una definizione del parametro PA troveremo che “La pressione arteriosa sistemica, conosciuta anche semplicemente come pressione arteriosa è la pressione del sangue arterioso sistemico misurata a livello del cuore.
Viene espressa in millimetri di colonna di mercurio (mmHg).La pressione del sangue, intesa come l’intensità della forza che il sangue esercita su una parete del vaso di area unitaria, varia lungo tutto l’apparato vascolare: infatti la pressione arteriosa diminuisce progressivamente dal ventricolo sinistro del cuore fino alle arteriole.”
Detto ciò il quesito che mi interessa sviscerare in questo contesto è il seguente:partendo dal presupposto che il valore della PA è un PV importantissimo e basilare (soprattutto nel soggetto traumatico),in che modo la misuro? con quale presidio e come?
Iniziamo col dire che il valore PA nel paziente traumatizzato,qualora ci fossero difficoltà oggettive nell’uso di manicotti,può benissimo essere valutato col metodo palpatorio dal soccorritore non sanitario (come ribadisco nei corsi PTC che organizzo),tenendo ben presente che:
- La presenza di un polso radiale(valido,quindi non flebile,ma pieno e ben percettibile) ci orienta verso una sistolica(massima) di almeno 80 mmHg
- Nel caso di assenza di un polso radiale,ma presenza di un carotideo altrettanto valido avremo almeno 60 mmHg
- Tralascio la ricerca di un eventuale femorale (che ci darebbe un riscontro di almeno 70 mmHg)che risulta ostica sia per reperimento(se non avvezzi),sia per la posizione che può generare imbarazzo sia all’operatore che al paziente.
Questo dato spannometrico,unito a una buona “Primary&Secondary Care” e agli altri PV è più che sufficiente per poter inquadrare il gradi di lesione del nostro paziente e dare una visione completa all’operatore di CO o al personale sanitario(di MSA e/o ospedaliero) durante il passaggio di consegne.
Qualora ci sia invece la possibilità di una misurazione con strumenti classici,quindi fonendoscopio unito ad uno sfigmomanometro, si procederà nel modo seguente:
- Il manicotto è posizionato attorno a un braccio->si aumenta la pressione nella camera interna del bracciale fino a superare la pressione dell’arteria brachiale in modo da bloccare il flusso sanguigno->non vi è flusso sanguigno-> non si apprezza alcun suono con lo stetoscopio sul polso arterioso.
- si sgonfia leggermente il bracciale-> l’indice del manometro scende->la pressione arteriosa supera la pressione esterna nel manicotto-> il flusso del sangue è in condizioni di moto turbolento-> si sentono i suoni di Korotkoff-> pressione massima (pressione sistolica).
- il bracciale è sgonfiato ulteriormente-> al di sotto della pressione sistolica-> il flusso è ritornato regolare-> pressione minima-> assenza di occlusione ->scomparsa dei suoni di Korotkoff pressione arteriosa superiore alla pressione esterna (pressione minima o diastolica)
L’accortezza da seguire in questa classica procedura è quella di palpare in contemporanea il polso radiale del paziente per avere conferma di quanto udito con il fonendoscopio e di eseguire l’esame su ambo gli arti,per avere riscontro di eguali misurazioni(viene accettata una varianza di circa 10 mmHg,oltre tale soglia il dato va riportato in quanto sintomatico di probabile patologie).
Ripassato il metodo di misurazione (che dovrebbe essere bagaglio di ogni soccorritore che presti servizio su di un mezzo di soccorso) la domanda ritorna:alternative elettroniche a questo metodo?
Le possibili variabili sono pressochè infinite,il mercato odierno ci propone svariate tipologie di macchine adatte allo scopo,però proprio su questo punto mi preme fare chiarezza.
I misuratori automatici, che oggi sono i più diffusi nell’uso comune, si basano sul metodo oscillometrico. L’apparecchio di misura è costituito da:
– una scatoletta al cui interno è contento un piccolo trasduttore di pressione, una piccola pompa per aumentare la pressione nel manicotto, una valvola per diminuire la pressione nel manicotto, un microprocessore che comanda la pompa, regola la valvola, acquisisce i valori della pressione ed elabora i dati.
– un manicotto da porre intorno al braccio.
Come per il metodo auscultatorio, precedentemente descritto, il manicotto, dopo essere stato posizionato intorno al braccio, viene automaticamente gonfiato fino a valori intorno a 250 mmHg e quindi sgonfiato molto lentamente attraverso la valvola fino alla pressione atmosferica. Il processo dura generalmente circa 30 secondi. Il trasduttore di pressione collegato al manicotto, misura l’andamento della pressione all’interno del medesimo e il segnale in uscita dal trasduttore è registrato e elaborato dall’elettronica dello strumento e su un display digitale si possono leggere i valori della PA.
Volendo quindi cercare di azzerare l’errore umano dotandosi di tali dispositivi, quali sono i migliori da acquistare per le nostre ambulanze?
Come in quasi tutte le cose sono un ferreo sostenitore del motto “chi più spende,meno spende” e mai come in questo contesto risulta applicabile.Facendo una rapida ricerca in rete si trovano svariati rivenditori online che propongono misuratori elettronici di PA che partono dagli 80€ a salire,fino ad arrivare a multiparametrici professionali da 500€ e più.
Ho constatato che alcune postazioni di servizi ambulanze si sono dotati di rilevatori di basso costo,addirittura alcuni da posizionare direttamente sul polso radiale,senza l’ausilio del manicotto.Queste tipologie di strumentazioni vanno benissimo per chi al proprio domicilio debba misurarsi una pressione,magari per tenere un diario per il proprio cardiologo per la verifica della buona impostazione della terapia antipertensiva,ma non trovano utilità alcuna per chi fa soccorso extraospedaliero.
Sono strumenti soggetti a staratura,soprattutto se utilizzati in condizioni climatiche particolari(quanti hanno garage riscaldati per i propri mezzi d’inverno?quanti mezzi sono dotati di riscaldatori?che temperatura ambientale si raggiunge nelle cellule sanitarie nelle varie stagioni?)che di fatto risultano poco,se non nullamente,attendibili nei nostri contesti operativi.
Benchè il mio lato tecnologico e ingegneristico prevalga su quello medico in tantissime occasioni,sia in reparto che in strada(come soccorritore!),questa è una di quelle occasioni dove desisto dal consigliare di dotarsi di strumenti elettronici,a patto che non si vogliano investire somme ingenti e di sapere che si parla di apparecchi che necessitano comunque(a prescindere da come vengano usati)di una manutenzione periodica per le ritarature.
Oltretutto i misuratori casalinghi hanno il grande limite della posizione,vanno messi su un piano livellato che sia all’altezza del cuore per poter garantire una valore accettabile di accuratezza,quindi eliminiamo almeno il 70% dei pazienti che normalmente si vedono in emergenza,che si trovano allettati o sdraiati a terra!
Se non si è disposti a spendere almeno 200/300€ per un buon multiparametrico che raggruppi misuratore della PA e saturazione (tralasciamo quelli che danno la possibilità delle tre derivazioni I,II,III dell’ECG!) allora si punti in maniera sistematica sull’addestramento dei propri soccorritori all’uso di “fonendo e sfigmo” ,si punti sulla formazione al riconoscimento di una PA palpatoria senza strumenti,facendo passare il messaggio che ,come diceva il mio professore di Semeiotica,l’indice della Pressione è un PV importante e fondamentale che non si può relegare nel laconico e classicissimo “130/80” che compare su gran parte delle schede intervento.
Personalmente prediligo la seconda ipotesi,cioè quella del fattore umano,rispetto alla macchina che genererà sempre e comunque dei costi di esercizio .
Per una volta l’uomo vince sulla macchina e il metodo classico risulta più affidabile e preciso per il nostro mondo di lampeggianti e sirene.
Articolo di For.Em. Formazione Emergenza
Daniele Cereda
Responsabile Formazione
EFR Instructor BLSD/PTC/CFC
www.emergencyfirstresponder.com