Emergenza COVID-19, ecco quali DPI usare, situazione per situazione e ruolo per ruolo
COVID-19 e DPI, oggi è una questione di vita o di morte, e non è retorica. La seconda ondata sta investendo membri di equipaggio dell’ambulanza, autisti soccorritori, infermieri di Pronto soccorso ed operatori sanitari in genere. Tutto è alterato, tutto deve tenere conto di un corretto approccio al paziente e alle altre persone che si incontrano durante un turno. Perché la lista dei caduti è già insopportabilmente lunga.
Perché ricordiamolo: il corretto utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale è responsabilità dell’operatore che deve utilizzare le tipologie di DPI messi a disposizione dal datore di lavoro, in ragione della valutazione del rischio e delle indicazioni fornite.
E qual’è il corretto uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) nell’emergenza COVID-19?
Bé, dipende dal grado di rischio e dal ruolo svolto.
Quelle che seguono sono le indicazioni date da un’azienda sanitaria locale ai propri dipendenti, ve la proponiamo perché di fatto estremamente simile a quelle di svariati luoghi d’Italia.
Il motivo non è complicato da capire: le fonti essenziali (citate in coda all’articolo) sono le medesime, principalmente il Ministero della Salute.
COVID-19, I DPI DA USARE A SECONDA DEL PAZIENTE
Caso sospetto di COVID-19 che richiede esecuzione di test diagnostico:
1. Una persona con:
– infezione respiratoria acuta (insorgenza improvvisa di almeno uno tra i seguenti segni e sintomi: febbre, tosse e difficoltà respiratoria) e – senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica
-storia di viaggi o residenza in un Paese/area in cui è segnalata trasmissione locale durante i 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi;
2. Una persona con:
– una qualsiasi infezione respiratoria acuta
– che è stata a stretto contatto con un caso probabile o confermato di COVID-19 nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi;
3. Una persona con:
– infezione respiratoria acuta grave (febbre e almeno un segno/sintomo di malattia respiratoria – es. tosse, difficoltà respiratoria)
– che richieda il ricovero ospedaliero (SARI)
– senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica.
Nell’ambito dell’assistenza primaria o nel Pronto Soccorso, tutti i pazienti con sintomatologia di infezione respiratoria acuta devono essere considerati casi sospetti se in quell’area o nel Paese è stata segnalata trasmissione locale.
Caso probabile di COVID-19:
Un caso sospetto il cui risultato del test per SARS-CoV-2 è dubbio o inconcludente utilizzando protocolli specifici di Real Time PCR per SARS-CoV-2 presso i Laboratori di Riferimento Regionali individuati o è positivo utilizzando un test pan-coronavirus.
Caso confermato di COVID-19:
Un caso con una conferma di laboratorio per infezione da SARS-CoV-2, effettuata presso il laboratorio di riferimento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) o da laboratori Regionali di Riferimento che rispondano ai criteri, indipendentemente dai segni e dai sintomi clinici.
Contratto stretto con COVID-19:
Il contatto stretto di un caso possibile o confermato è definito come:
– una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19;
– una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (per esempio la stretta di mano);
– una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
– una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti;
– una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;
– un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
– una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.
CRITERI DI SELEZIONE DEI DPI E RISCHIO DI TRASMISSIONE DEL COVID-19
La selezione del tipo di dispositivo individuale di protezione è stata effettuata tenendo conto del rischio di trasmissione di SARS-CoV-2 come indicato dalla Circolare del Ministero della Salute del 09/03/2020 “COVID-19.
La metodologia utilizzata per la valutazione dei rischi ha inteso individuare i fattori di rischio collegati all’attività svolta per poter dare una gradazione di rischio ed individuare adeguate misure di prevenzione e protezione.
Per fare questo sono state utilizzate informazioni relative al contesto in cui viene svolta l’attività, e si tiene conto delle conoscenze attuali, come la tipologia di trasmissione, la possibilità di definire contatti efficaci ai fini di un probabile contagio dell’operatore sanitario, delle misure di prevenzione e protezione attuate dall’azienda (misure organizzative, misure strutturali, misure di igiene e sanificazione, utilizzo di DPI).
Di particolare rilevanza è la definizione dei livelli di rischio e, attraverso un’analisi delle attività, l’attribuzione ai possibili scenari espositivi il corrispondente livello di rischio, definendo anche le misure di prevenzione e protezione previste, come definiti nelle pagine seguenti (fasce di rischio e livelli di prevenzione previsti).
Al momento della svestizione i DPI indossati devono essere smaltiti come materiale infetto ovvero “Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”.
Tutto il materiale tagliente costituito da aghi, siringhe, lame, vetri, lancette pungidito, venflon, testine, rasoi e bisturi monouso, fialette di vetro, ecc. (a rischio infettivo e non).
Di seguito vengono riportati in forma tabellare i DPI e dispositivi medici raccomandati per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 per le diverse aree di contesto.
DOCUMENTI DI RIFERIMENTO:
Istituto Superiore di Sanità “Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS-CoV-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da COVID-19) nell’attuale scenario emergenziale SARS-CoV-2”, versione 10 maggio 2020
Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica giornalmente bollettini che descrivono il livello di diffusione del virus nei diversi paesi https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/situation-reports. In Italia, la classificazione delle diverse zone in ragione della diffusione del virus è oggetto del DPCM 1 marzo 2020 “Ulteriori disposizioni attuative…”
Circolare del Ministero della Salute 0006360-27/02/2020
Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare. Aggiornamento indicazioni per la diagnosi di infezioni da SARS-CoV-2. PG/2020/0174825 del 27/02/2020
Nota del Ministero della Salute 5443-22/02/2020-DGPRE COVID-2019. Nuove indicazioni e chiarimenti. Nota 5889-25/02/2020- DGPRE Richiamo in ordine a indicazioni fornite con la circolare del 22 febbraio 2020. Parere del Consiglio Superiore di sanità