Fiat 238, trent'anni di storia dell'ambulanza in cinquanta foto

Foto 07: Fiat 238E versione CRI, acquistata però da nuova dalla Misericordia di Fiano Loppeglia (LU) –foto Alberto Di Grazia
Foto 07: Fiat 238E versione CRI, acquistata però da nuova dalla Misericordia di Fiano Loppeglia (LU) – foto Alberto Di Grazia

Del 238 Savio era disponibile la versione specifica Croce Rossa Italiana che si distingueva dalla normale per la predisposizione degli attacchi per il radiotelefono in cabina e della antenna sul padiglione, nonché degli stemmi CRI su fiancate e portelloni posteriori. Ma essendo in regolare vendita poteva essere acquistata da qualunque associazione.

A titolo di curiosità, i prezzi nel 1968 della ambulanza normale con motore 1200 erano di 2.110.000 lire, mentre la versione CRI costava 10.000 lire in più; con il motore 1500, decisamente più allegro anche se non prestazionale, i prezzi erano rispettivamente di 2.135.000 e 2.145.000 lire.

L’altezza interna di 1.500 mm, nelle versioni a tetto basso, non consentiva di restare in piedi né di operare compiutamente sul paziente, ma, per chi aveva questa esigenza era disponibile la versione alta: è su questa base che venne sviluppata la versione Unificata, seguendo le indicazioni del Ministero della Sanità ed in collaborazione con clinici e specialisti del settore sanitario.

Abbiamo detto “per chi aveva bisogno di spazio “: può sembrare una strana affermazione ma risulta maggiormente comprensibile sol che si pensi al fatto che negli anni ’60 ( e in verità anche per buona parte dei ’70) il principio informatore del soccorso extraospedaliero era ancora quello del “carica e vai” – lo “scoop and run” per gli anglofoni.

Soltanto da poco stava iniziando a farsi largo il concetto di portare le cure al paziente, e non viceversa, ed erano ancora sporadici i casi di Enti o Associazioni che avevano una cultura del soccorso più evoluta e che guardava a tendenze che, oltreoceano, erano oramai già accettate come standard ( “stay and play”).

L’Ambulanza Unificata Italiana era predisposta per un caricamento da Centro Mobile di Rianimazione, ma tutte le attrezzature erano fornite solo a richiesta: in compenso, l’elenco era davvero completo, spaziando da diversi tipi di barelle ad un impianto elettrico supplementare a 220v, passando per la lampada scialitica e la predisposizione per l’alloggiamento di apparecchiature sanitarie diverse quali “gruppo di cardiorianimazione, respiratore volumetrico, elettroaspiratore”.

Insomma, un mezzo di tutto rispetto, se attrezzato attingendo a piene mani dalla lista degli accessori Fiat come dei fornitori esterni, che aveva invece come dotazione standard, per compensare il maggior peso complessivo a macchina completamente allestita – basti pensare alle pratiche valigette estraibili realizzate in lamiera che coprivano tutta la parte alta del tetto – il motore di 1.500 che era solo optional per le altre versioni.

Con questa unità miglioravano tuttavia solo lo spunto e la accelerazione ( termine quanto mai poco adeguato, viste le prestazioni assolute…) mentre la velocità massima continuava ad attestarsi intorno ai 105 km/h, forse appena un pelo in più.

 

Foto 12: Fiat 238E in versione originale Fiat, ristrutturato come veicolo d'epoca
Foto 12: Fiat 238E in versione originale Fiat, ristrutturato come veicolo d’epoca

 

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