Fiat 238, trent'anni di storia dell'ambulanza in cinquanta foto
Sul successivo Fiat 238E, ossia il restyling (limitato esteticamente alla mascherina, ora nera e lunga con fari incorporati invece di quella cromata rettangolare che lasciava i fari all’esterno, alla presenza di fascioni paracolpi sulle fiancate e agli specchietti più ampi) Mariani Alfredo e Figlio (oggi M.A.F.), sempre di Pistoia, realizzò un particolarissimo allestimento che voleva dare una migliore aereodinamicità alla macchina grazie ad uno spoiler squadrato sul tetto cabina, che richiamava nelle forme certi cartoni animati giapponesi e che gli valse in alcune realtà il soprannome di Goldrake o Mazinga.
Sorvoliamo sull’allestimento interno solo poiché siamo ormai negli anni ’80 e si dà per scontata la presenza su un mezzo di urgenza la presenza di ogni presidio medico che possa garantire adeguate cure sul posto e – per quanto ancora vi sia qualche sacca di resistenza in cui la teoria del carica e vai resiste imperterrita – si comincia a guardare alle ambulanze in termini di mezzi per il vero soccorso e non più come semplici mezzi di trasporto veloce al più vicino Pronto Soccorso.
Vi furono anche alcuni 238e con un tetto semi rialzato e con lo spoiler di conseguenza meno pronunciato.
Un altro allestitore che seppe interpretare al meglio i volumi e gli spazi del Fiat 238 fu il bolognese Grazia: con il modello brevettato “Maggiore” ( dal nome dell’omonimo ospedale di Bologna che lo commissionò, collaborando fattivamente allo studio degli interni), forniva un’ambulanza che – sfruttando in modo opportuno quattro supporti posti ad un terzo ed a due terzi della larghezza del veicolo, due davanti e due dietro in senso longitudinale – poteva passare in ogni momento con pochi semplici gesti dalla configurazione con una barella centrale, a quella con barella sul lato sinistro oppure ancora a due laterali , in questo ultimo caso con gli addetti seduti in mezzo, su strapuntini estraibili dai due supporti di destra.
Evoluzione del Maggiore fu poi la “Multiuso”, che seguiva la stessa logica del precedente ma con la sostituzione della doppia barella con una di emergenza, ma con in più la possibilità – essendo qui spariti i 4 supporti centrali – di caricare al posto della barella due sedie a rotelle tramite uno scivolo a scomparsa sotto il pianale, che risultava quindi rialzato; per tale motivo l’altezza interna passava dai 1800 mm del Maggiore ai 1.700 del Multiuso.