Lavorare nell'emergenza COVID-19. Mascherine e gel: come proteggere la pelle
Mascherine e gel sembrano essere vissuti come un fastidio da una fetta non irrilevante della popolazione italiana, ma per soccorritori e operatori sanitari (infermieri, medici, oss) la questione è molto differente: si tratta di convivere con pazienti contagiosi, e quindi con dpi che, di fatto, salvano dal COVID-19.
L’utilizzo quotidiano, per otto, per dieci e talvolta anche per più ore, di dpi determina dei segni non solo estetici, sui loro fisici.
Ecco che quindi le indicazioni di SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse diventano rilevanti per la gestione di un periodo che si preannuncia lungo e duro. Di molte settimane, di mesi.
Gel e mascherine, come “sopravvivere” ad un turno in ambulanza o in reparto
Secondo le indicazioni di questi professionisti, importante è rinfrescare la pelle del viso con detergenti non aggressivi, applicare un dermocosmetico funzionale che possa spegnere le infiammazioni e soprattutto massaggiare bene le creme per farle assorbire prima di indossare la mascherina protettiva necessaria per proteggersi dal Sars Cov 2.
Sono semplici regole, da alcuni seguite come prassi (soprattutto da chi opera da anni nei reparti di terapia intensiva), da attuare prima di ‘armarsi’ della mascherina protettiva (Ffp2, chirurgica o di stoffa) per aiutare la propria pelle. Soprattutto se essa è sensibile o portata a fastidiose malattie della pelle.
I consigli arrivano dal 94esimo Congresso nazionale della SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse, iniziato quest’oggi e, date le circostanze, in versione digitale.
La nostra pelle alle prese con mascherine e gel: i consigli dei dermatologi
“La mascherina protettiva- ha spiegato il Professor Giuseppe Monfrecola, Università di Napoli Federico II- produce un microambiente ovviamente diverso rispetto alla cute libera, ma questo non vuol dire che quanti soffrono di acne, rosacea o altre malattie della pelle non debbano metterla, anzi devono indossarla con tranquillità.
Bisogna solo fare attenzione all’igiene e ad usare i giusti prodotti. In particolare- aggiunge – occorre prestare maggior cura nello spalmare i prodotti utilizzati facendoli ben assorbire.
In caso contrario si crea una doppia copertura: quella della crema e quella della mascherina che produrranno inevitabilmente sofferenza alla cute. Fatta questa operazione indossiamo la mascherina e stiamo tranquilli”.
“Le mascherine- prosegue Monfrecola- non danno disturbi alle persone con una pelle sana che le portano peraltro per tempi spesso contingentati.
Diverso, naturalmente, è il caso di medici, infermieri e del personale che lavora nei reparti Covid: tutti abbiamo visto i segni sul viso causati dall’indossarle per ore e ore.
Per tutti gli altri non ci sono controindicazioni né possibili sensibilizzazioni.
Anzi paradossalmente la mascherina tende ad idratare la pelle in quanto con il proprio respiro si crea un microambiente caldo umido”.
Ad oggi quindi c’è solo un rischio: non metterla! Non solo mascherine protettive, ormai lo sappiamo tutti, una delle armi per contrastare il Sars CoV 2 è detergere le mani con attenzione.
Tante ore in turno, cosa fare per proteggere mani?
“La pelle delle mani in questo periodo è sottoposta ad un maggiore stress- spiega la Professoressa Bianca Maria Piraccini, Direttrice della Scuola di Specializzazione di Dermatologia e Venereologia dell’Università degli studi di Bologna- perché se una persona adulta lava le mani dalle 6 alle 10 volte in condizioni normali, oggi tendiamo a duplicare questo numero.
Inoltre, solo una su 10 usa un detergente leggero e solo una su 30 usa una crema idratante su pelle e unghie dopo la detersione”.
Oltre a ciò, se fuori turno usiamo sostanze chimiche, gel detergenti e antimicrobici ogni qualvolta entriamo in bar o negozi, per chi lavora in ospedali, ambulatori o centrali 118, entrati in turno la situazione peggiora ulteriormente.
Mascherine e gel per tutto il turno, la conseguenza è una forte disidratazione della cute
“La conseguenza è una forte disidratazione sulla cute.
Il primo consiglio è privilegiare l’acqua e il sapone rispetto al gel sanificante. Ma poiché entrambi disidratano la pelle, l’incidenza di dermatite irritativa può aumentare.
E con l’inverno e l’arrivo del freddo il tutto peggiora.
Per cui il consiglio è lavarsi sempre la mani con attenzione avendo però cura di usare sempre una crema idratante dopo la detersione”.
Non c’è niente di eroico nel terminare il turno con la faccia come una zampogna.
Perciò…prendiamo qualche buona abitudine ed inseriamola nelle nostre prassi di preparazione al turno.