Nasce il progetto "Sherpa", piattaforma robotica per il soccorso in valanga
Sherpa è il nome di un progetto europeo, realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna, finalizzato ad aiutare i soccorritori negli interventi più complessi e rischiosi, soprattutto in montagna e in valanga. Sherpa è una piattaforma robotica che funziona sia a terra che in volo e ha il vantaggio di velocizzare i soccorsi rendendoli anche più sicuri.
In particolare in caso di valanga la rapidità di intervento e il tempismo sono fondamentali per il buon esito di un soccorso, a patto che non mettano a rischio la salute e la sicurezza dei tecnici del soccorso alpino.
Nei casi di recuperi difficoltosi, riuscire a sostituire le persone con le macchine può fare la differenza e diventare determinante. Sherpa interagisce con le qualità umane dei soccorritori, frutto di conoscenza ed esperienza e le ottimizza riducendo al minimo i tempi di intervento e soccorso, preservando al contempo la sicurezza di chi conduce le operazioni. Il comunicato ufficiale dell’Università di Bologna spiega che:
“La piattaforma combina i vantaggi di una piattaforma aerea , in termini di sorveglianza e capacità di raggiungere velocemente zone lontane e magari inaccessibili da terra, con quelle di una piattaforma terrestre in termini di autonomia e raggio operativo. I piccoli elicotteri, dotati di telecamere e ricevitori dei segnali di soccorso, se tele guidati in modo corretto dal soccorritore, sono in grado di volare autonomamente. Questo consentirà di estendere il raggio di ricerca intorno alla posizione del soccorritore. Anche l’aereo ad ala fissa sarà dotato di telecamere e ricevitori di soccorso (cellulari e beacon signals), ma avrà il compito di supervisionare una zona più ampia, ricostruendo la mappa 3D a complemento delle informazioni dei piccoli elicotteri, il cui raggio d’azione è confinato intorno del soccorritore”.
Il soccorritore potrà trasmettere la sua posizione alla piattaforma robotica e comunicherà con essa attraverso dispositivi tecnologici facili da gestire e leggeri. Il progetto Sherpa inoltre comprenderà un piccolo rover terrestre per il trasporto di piccoli elicotteri, adatti a operare in prossimità di essere umani e in grado di supportare l’attività del soccorritore, e un aereo ad ala fissa che vola in autonomamente a un’altezza compresa frai 50 e i 100 metri.
Il progetto prevede una fase finale dimostrativa programmata presso il testing site dell’istituto Swiss Avalanche Research Institute dell’ETH di Zurigo, uno dei partner del progetto, che metterà a disposizione le proprie strutture presso Vallee de Sionne.
Oltre all’Università di Bologna, partecipano all’ideazione di Sherpa l’Università di Napoli Federico II, la svedese Linkopings Universiteit, l’Università di Brema, l’Università di Twenete e la Katholieke Universiteit di Leuven. Fanno parte del consorzio anche due imprese e il Club Alpino Italiano. Il progetto, finanziato dall’Ue, dovrebbe durare 4 anni, per un costo totale di circa 11 milioni di euro.