Stazionamento su spinale. Siamo sicuri che sia necessario?
Tavola spinale: un presidio da utilizzare adeguatamente. Esclusivamente nei casi in cui è necessaria.
Lettera di: Fulvio Rostagno
Soccorritore Volontario Croce Verde Torino
La tavola spinale normalmente in uso è sicuramente traumatica se non utilizzata per il caso giusto e nel modo corretto. Inutile dire che la si usa perché la si ha, ma spesso – usata nel modo sbagliato – rappresenta un vero e proprio strumento coercitivo di tortura. Certo la differenza la fa il soccorritore che “impacchetta” adeguatamente la persona, avendone cura di limitare al massimo disagio e dolori arrecati vari.
La foto allegata illustra chiaramente come non fare.
- Le mani sotto i glutei.
- Una ergonomia a “sbalzo”.
- Il ragno direttamente sulla persona poco vestita con evidente ed inevitabile lacerazione alla caviglia sinistra.
Tutto ciò, sia chiaro, non è colpa della tavola spinale ma di “soccorritori” inutili e pericolosi.
È altrettanto fuor di dubbio ormai, quanto il trasporto e lo stazionamento su tavola spinale sia inefficace e addirittura aggravante certe situazioni traumatiche oltre a generarne di nuove. Per tornare alla foto, la signora non aveva una f.l.c. sulla caviglia prima del trasporto sulla tavola. Che sia forse giunto il momento di pensare concretamente al bene e al benessere delle persone che vengono soccorse? Certo non è più il momento di usare passivamente ciò che l’industria del settore sforna a grandi quantità ed impone al mercato, ai soccorritori, ai pazienti. Spesso chi progetta e costituisce presidi sanitari non ne ha mai provato uno in condizioni critiche, spesso un soccorritore, medico, infermiere, non si è mai sdraiato sulla tavola spinale, fatto legare, e trasportare per 5 piani, 8km e 25 minuti di attesa per fare una RX. Pertanto, cari soccorritori, provate e vedrete come, a volte, una semplice doppia coperta sotto la schiena del trasportato gli/le doni nuovamente il sorriso spento da dolori che non devono essere aggravati. Tutto questo magari in barba ai “protocolli” ed in attesa che arrivino materassini termoriscaldabili, spinali ergonomiche, maggiore utilizzo delle barelle scoop e… soccorritori più umani e preparati di quelli che hanno allestito ed effettuato il trasporto in foto.
Tavola Spinale, uno stimolo alla discussione
Come ogni volta dobbiamo ringraziare i nostri lettori per gli stimoli che danno alla discussione, in Italia e nel mondo, su come va migliorato il trasporto e l’intervento primario in emergenza da parte dei soccorritori, siano essi professionisti o volontari. La tavola spinale è uno dei presidi di immobilizzazione più usati nel mondo, ed è da tempo al centro di studi per valutarne l’utilità e la necessità a bordo delle ambulanze.
Sono tante le aziende che producono questi presidi, ed effettivamente sono poche le realtà che hanno una gamma completa di presidi di immobilizzazione per ogni occasione: tavole spinali, materassini a depressione, KED, sistemi di immobilizzazione pediatrici su misura, scoop adattabili e nuove tecnologie di movimentazione sono studiati e proposti da poche realtà, oggi, nel mondo. Ed è solo con la ricerca, con i reparti di sviluppo composti da tecnici e da professionisti del mondo sanitario, che si possono ottenere risultati di sviluppo ottimali. Anche semplici presidi di movimentazione per pazienti atraumatici, come il telo porta-feriti, possono essere migliorati.
Il problema, purtroppo, rimangono i budget. Quando una realtà di soccorso deve decidere fra materassino a depressione e tavola spinale, purtroppo, sceglie in base ad una necessità economica e non in base ad una necessità di comfort di paziente e soccorritore. Gli studi proseguono, e sicuramente nel prossimo futuro anche la tavola spinale arriverà ad uno sviluppo che ne ridurrà i difetti. Oppure altre tecnologie miglioreranno a tal punto da diventare efficienti e senza controindicazioni per i trasportati.