Liguria, la seconda base di elisoccorso compie un anno: la disamina del dottor Lorenzo Borgo
L’elisoccorso in Liguria ha vissuto un anno complesso, diverso dall’atteso. Un po’ come tutto il resto del sistema di emergenza urgenza, in effetti. L’11 luglio si celebra il primo compleanno della seconda base di elisoccorso ligure, ad Albenga: un’ottima occasione per chiedere un parere al dottor Lorenzo Borgo, medico del 118, e da molti anni su automedica ed eliambulanza
Elisoccorso in Liguria, il primo compleanno della base di Albenga
L’elicottero ad Albenga ha rappresentato una rivoluzione nella distribuzione dei carichi di lavoro sul sistema di emergenza urgenza ligure: coprendo le province di Savona e Imperia, ha consentito alla prima base di concentrarsi sul resto del territorio, in massima parte Levante ligure.
In realtà la suddivisione è relativa alle aree di intervento, non alla composizione del personale tecnico e sanitario: gli 10 medici e gli 11 infermieri operano indistintamente su entrambe le basi, e si alternano anche sulle automediche del sistema di emergenza territoriale.
Un anno intenso, per l’elisoccorso della Liguria:
La seconda base, dislocata ad Albenga, ha operato (nel periodo incluso dall’inaugurazione dell’11 luglio 2020 al 1 luglio 2021) in 473 interventi, nelle quali in 95 casi la missione ha previsto l’imbarco del personale con verricello e in 45 occasioni si è fatto ricorso all’elisbarco.
In 10 occasioni il personale è stato reimbarcato con eli imbarco , in 66 missioni l’ equipe di soccorso ( e i feriti ) sono stati reimbarcati con utilizzo del verricello.
Primo compleanno della base di elisoccorso di Albenga: l’intervista al dottor Borgo, medico del 118 della Liguria
“Entriamo nell’argomento per gradi. Per i nostri lettori meno addentro ad alcune tematiche: cosa significa essere un medico del 118? Quali competenze e quali responsabilità ha?”
“Fare il medico di emergenza extra ospedaliera romanticamente significa fare il medico come lo intendono le persone, cioè un medico che deve essere in grado di gestire un po’ di tutto.
Dalle emergenze cardiologiche alle traumatologiche, alle pediatriche, lavorando poi in un ambiente ostile, quindi al di fuori delle mura protettive di un ambiente ospedaliero.
Meno risorse, sicuramente: quindi dobbiamo sapere cosa fare e come comportarci con i mezzi a nostra disposizione.
Il vantaggio è che io ho la fortuna di farlo sia in automedica, una realtà tipica della Liguria ma non di tutta l’Italia, e di lavorare anche con gli elicotteri di soccorso.
Quindi si può dire che la mia professionalità, che spendo in automedica, la spendo anche in elisoccorso: l’elicottero non è altro che un’ambulanza che ci permette di arrivare più velocemente in zone lontane e disagiate.
Ma fondamentalmente quello che si fa in elicottero è quello che si fa in automedica: la qualità dell’assistenza è la stessa.
A seconda della turnistica ci alterniamo o di giorno sull’elicottero e di notte sull’automedica, o di giorno sull’automedica e stop per l’elicottero, dato che l’elicottero per il momento va solo di giorno”.
“Il 118 della Liguria, come tutti i 118, esce da un 2020 e da una prima parte del 2021 inatteso e dall’impatto importante: quale bilancio di questi ultimi 18 mesi così violenti?”
“Sicuramente è stato impegnativo e faticoso, anche perché noi dovevamo andare a prendere i pazienti a casa.
Abbiamo avuto numerosi interventi, ma sicuramente le strutture ospedaliere hanno avuto problemi maggiori di noi, anche perché i malati hanno avuto bisogno di un’ospedalizzazione prolungata.
Noi abbiamo avuto problemi perché alle volte era difficile scaricare il paziente in Pronto Soccorso perché la ricettività degli ospedali, in certe fasi, era veramente problematica.
Allo stesso tempo c’è stata una lieve riduzione degli interventi, perché con il lockdown la gente si spostava di meno: quindi meno incidenti e meno gente in giro di notte, quindi problemi legati ad assembramenti.
Il problema grave è che molte persone avevano paura di chiamare il sistema di emergenza perché avevano paura di andare in ospedale, e questo è stato grave perché malati con problemi di infarto o di ischemia cerebrale non hanno chiamato il 118.
Questo ha determinato un aumento della mortalità per patologie cardiovascolari proprio perché le persone avevano il timore di andare in ospedale.
Anche se poi le zone ospedaliere erano aree protette, perché si è cercato da subito di garantire dei percorsi i più puliti possibile per malati non covid ma che avevano patologie di emergenza.
“Le abbiamo chiesto un’intervista perché tra qualche giorno c’è il primo compleanno della seconda base di elisoccorso della Liguria, e volevamo chiederle un bilancio. Com’è andato questo inserimento, questa altra possibilità per la cittadinanza ligure?”
“Come operatore e come cittadino sono estremamente contento dei risultati ottenuti.
E’ stato un problema iniziare, perché siamo dovuti partire da zero con il Covid, quindi è stato un po’ difficoltoso iniziare.
Però da subito è stato evidente quanto sia stato importante avere un secondo mezzo di intervento avanzato, perché la Liguria è una regione lunga e stretta, che ha tantissimi problemi di viabilità, in questo periodo in particolar modo legato ai cantieri autostradali che rendono impossibile talvolta muoversi anche solo per pochi chilometri.
Un elicottero strategicamente posizionato ad Albenga ha permesso di ridurre i tempi di intervento soprattutto nel Ponente: prima per gli interventi nel territorio di Imperia bisognava partire da Genova, adesso partiamo da Albenga, quindi i tempi di decollo e di intervento sono estremamente ridotti.
Contestualmente scarichiamo il territorio perché possiamo prendere in carico il paziente e portarlo all’hub di riferimento, che spesso è il DEA di secondo livello di Santa Corona, e lasciamo l’automedica libera sul territorio.
Inoltre questo elicottero ci garantisce copertura 365 giorni all’anno, cosa che attualmente l’elicottero dei Vigili del Fuoco non è in grado di garantire per loro problematiche, e quindi copriamo tutta la Liguria.
Possiamo già operare in condizioni di scarsa luminosità, e a partire dall’anno prossimo è prevista l’attivazione del servizio H24, e questo migliora ulteriormente la risposta del sistema di emergenza, e questo è estremamente importante.
L’elicottero che stiamo utilizzando è già predisposto e certificato per il volo con i visori notturni (NVG).
Inoltre ricordiamoci che l’Emergenza non è sovente prevedibile, che può accadere l’esigenza di due interventi contemporanei e che quindi possiamo garantire una migliore risposta: è capitato frequentemente di avere due macchine in volo contemporaneamente.
Con, naturalmente, una particolare attenzione da parte degli operatori nella gestione degli arrivi, per non intralciarsi”.
“Seconda base per elisoccorso in Liguria: possiamo chiederle quale modello di elicottero vi hanno messo a disposizione e come vi siete trovati?”
Si tratta del modello Airbus H145, un elicottero davvero performante, affidabile e silenzioso.
Grazie ai pattini e alle dimensioni compatte siamo riusciti ad atterrare anche nelle zone ristrette e impervie della Liguria, altrimenti irraggiungibili.
Dal punto di vista sanitario abbiamo particolarmente apprezzato il comfort di volo e la possibilità di operare su tutto il corpo del paziente barellato, eseguendo in caso di necessità anche manovre di BLS ed intubazioni endotracheali.
Il rotore intubato Fenestron ci ha permesso di operare in totale sicurezza anche durante gli avvicinamenti e gli atterraggi su aree non preparate, poste in pendenza o in presenza di ostacoli.
“Lei ha citato l’intervento H24. Può spiegare a chi non è addentro alla tematica dell’elisoccorso quali sono le specificità dell’intervento con volo in notturna? Quali problematiche esibisce?”
“Il problema legata all’intervento in notturna è legato alla individuazione di superfici idonee e certificate per l’atterraggio: la normativa è molto complessa.
Inizialmente il soccorso con elicottero prevede il trasporto da una elisuperficie ad un’altra elisuperficie: non si può fare un intervento primario sul campo, per intenderci.
Per risolvere questo problema stiamo mappando il maggior numero di elisuperfici, in Liguria, affinché siano fruibili anche in notturna ed avvicinare l’elicottero nell’entroterra.
Ciò sta avvenendo grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali interpellate, che si sono rese disponibili a migliorare le superfici, e in collaborazione con il servizio di elisoccorso del Piemonte, che ci hanno aiutato perché loro hanno iniziato prima a lavorare in notturna, e quindi ci hanno permesso di individuare e certificare il maggior numero di piazzuole possibili.
Così l’anno prossimo, quando inizierà il servizio H24, potremo già contare su una buona rete di basi su cui recarsi per prelevare i pazienti.
Perciò l’ambulanza locale potrà trasportare il paziente da un paese qualunque dell’entroterra e comunque lontano da un Pronto soccorso, e trasportare il malato.
Non solo, poter volare in notturna ci consente di poter estendere il servizio anche alla tarda serata: consideriamo che in inverno alle quattro e mezza normalmente gli elicotteri non possono volare.
Già l’anno scorso abbiamo volato in condizioni di oscurità nel tardo pomeriggio, e questo grazie ai mezzi che ci sono messi a disposizione, perché l’elicottero messo a disposizione dalla ditta Airgreen e la preparazione del loro personale ci consentono di volare in condizioni di estrema tranquillità”.
“Senza entrare nel dettaglio, parliamo di riforma del 118. Uscendo dalla Liguria, le chiedo una valutazione da tecnico: qual è lo stato dell’arte dell’elisoccorso in Italia? Cosa andrebbe migliorato’”
“Ogni regione si organizza come meglio ritiene.
C’è una organizzazione, la HEMS Association, che cerca di riunire un po’ tutti i vari servizi di elisoccorso, in modo da condividere le problematiche.
E’ una situazione non omogenea, nel senso che a fronte di macchine estremamente performanti, possono cambiare le procedure.
Tanto è vero che ci sono tantissimi elisoccorsi in Italia che non utilizzano il verricello e preferiscono usare l’elicottero come un’eliambulanza.
Ed è un vero peccato soprattutto considerando che alcuni tipi di elicottero, come quello che stiamo attualmente utilizzando, l’Airbus H145, permette di imbarcare la barella vericellata direttamente in cabina, anche in volo traslato.
Tale caratteristica incrementa la sicurezza, in quanto riduce il tempo di esposizione al rischio durante le operazioni al verricello.
Nella nostra regione, lunga e stretta, dove è difficile atterrare, senza l’utilizzo del verricello noi non potremmo soccorrere molti pazienti.
E’ quindi fondamentale, a mio avviso, diffondere nei servizi di elisoccorso, l’utilizzo del verricello: questo prevede formazione del personale e stretta collaborazione con il corpo del Soccorso Alpino, che ci da veramente una grossa mano.
Avere un medico che viene portato sul posto è certamente la scelta vincente, e devo dire che il modello europeo ed italiano è certamente vincente rispetto al modello anglosassone, che non prevede il medico sul territorio.
Fondamentalmente perché costa di più.
Però su un paziente che ha un grosso trauma, una sindrome coronarica acuta o una difficoltà respiratoria la filosofia deve essere di portare il medico sul territorio.
Porta quindi il Pronto soccorso a casa del paziente: è quello che facciamo, con entusiasmo”.
Congediamo il dottor Borgo ringraziandolo per la gentilezza e la pazienza nello spiegare con semplicità concetti complessi: il 118 della Liguria è affidato alle mani esperte e capaci di professionisti di prim’ordine, e questo è tutto ciò che serve ai cittadini.
Per approfondire:
SAF ordina tre Airbus H145 per missioni EMS in Francia
Monte Rosa, escursione dall’esito tragico: due donne muoiono per ipotermia severa, salvo l’uomo
Cordata in difficoltà, il difficile recupero di CNSAS ed elisoccorso Pieve di Cadore