La storia di MAF: Quarant'anni di amore e passione per le ambulanze e il soccorso
Fra gli anni settanta e gli anni ottanta, un successo forse imprevedibile lo ottiene la versione ambulanza delle Volvo, sia la 245 prima che la 740 dopo: la 245 è realizzata in stretto contatto con Volvo che ne costruisce – e garantisce l’assistenza tramite i propri concessionari ufficiali – il telaio allungato e la carrozzeria, mentre MAF ne cura l’importazione e l’adattamento degli interni al gusto e allo stile italiano.
Il risultato è una portaerei di oltre 5.600 centimetri di lunghezza e con un vano sanitario nel quale una persona di alta statura riesce a stare in piedi, almeno nella zona immediatamente adiacente alla cabina di guida. Una specie di cubo su macchina, invece che su furgone! dei numerosi esemplari venduti, ne è censito uno sopravvissuto ( tra l’altro utilizzato nel 2014 per le riprese del film “Sapore di te”) che sarà esposto in un Museo che alcuni appassionati stanno organizzando e che sarà pronto probabilmente già nel 2016.
Della Volvo, M.A.F. realizzava anche una versione “ordinaria” prendendo a base la familiare: lo spazio interno necessariamente ne risentiva, ma restava comunque fra i più ampi disponibili, tenuto conto che anche in configurazione di base la macchina aveva sempre una lunghezza di 5.060 cm. Per terminare questa carrellata sulle ambulanze allestite su grosse familiari, è d’obbligo un cenno anche alla successiva Volvo 740 e 940 che riutilizzava, in chiave moderna, gli stilemi della 245 familiare.
Nel frattempo, l’estro creativo si sviluppava anche su mezzi fuoristrada, sia quelli “duri e puri” che quelli meno spartani; esempi quali quelli qui sotto rendono l’idea dei tipi di intervento su queste macchine.
Mezzo ancor meno diffuso, come autocarro, fu il Laverda X4 che M.A.F. allestì ad ambulanza in almeno due esemplari, per il soccorso alpino di Recoaro Valdagno (VI) e per la Croce Bianca di Massa. Fra i mezzi tutto terreno, un importante esperimento per l’Aereonautica Militare Italiana su uno spartano Alfa Romeo Sirecom 4×4 con cellula scarrabile. Questo permetteva sia di sostituire con rapidità il telaio ( in caso di guasti/incidenti o semplicemente per l’età) sia di lasciare il modulo, che era autonomo ed autosufficiente, ove il caso lo richiedesse; lo stesso allestimento venne proposto, come esemplare unico fornito in prova a molte associazioni, anche su base del Fiat Ducato prima serie nel corso del 1983 –foto da depliant M.A.F.