Quale manichino ti serve per ottenere una simulazione davvero realistica?
Il servizio di emergenza è il punto principale di sviluppo di nuovi dispositivi per salvare la vita delle persone. Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Soccorso Sanitario e Soccorso Alpino hanno esigenze di recupero e spostamento estremamente precise. Ecco quali caratteristiche deve avere il prodotto giusto per queste simulazioni.
FIRENZE – Per affrontare un disastro con feriti e vittime, con la massima resilienza e preparazione possibile, è necessario essere adeguatamente addestrati alla movimentazione delle persone coinvolte per evitare infortuni e danni. I crolli del ponte Morandi, le alluvioni e le maxi-emergenze hanno messo in evidenza nel tempo quanto sia prezioso il lavoro fatto dai nostri soccorritori, persone che si mettono in pericolo per gli altri, ma che lo fanno con conoscenza e competenza.
Solo i soccorritori infatti hanno la possibilità ogni giorno di prepararsi ai pericoli di scenari insicuri, per affrontarli al meglio. Il pubblico generalmente vede solo il risultato, non conosce l’attenzione e la cura con cui Vigili del Fuoco, Soccorso Tecnico Alpino, Soccorritori ed operatori speciali di Protezione Civile lavorano sulla preparazione e il training durante il resto dell’anno.
C’è però una categoria di aziende che conosce al meglio queste situazioni. Si tratta dei produttori di manichini da esercitazione al salvataggio.
Ne esistono di diversi tipi, stazze e particolarità. Nella nostra analisi delle necessità di training, ci siamo fatti guidare dal produttore britannico Ruth Lee, distribuito in Italia da SoFraPa.
La profonda conoscenza delle tecniche di training e degli scenari che devono essere simulati nell’addestramento, ha permesso a Ruth Lee di progettare una gamma di manichini in grado di offrire il massimo livello di realismo nelle fasi di estricazione, di trasporto, immobilizzazione e recupero dei soggetti soccorsi.
Questa azienda produce manichini ideati in base alla situazione in cui ci si può trovare con la squadra di soccorso, per dare al trainer uno scenario più ampio di simulazione dell’intervento.
La persona inanimata, in difficoltà, può trovarsi in diverse posizioni, con arti fratturati o bloccati, e il manichino deve rispondere con naturalità alle esigenze del soccorso.
I Vigili del Fuoco per esempio hanno necessità difficili da “restituire”.
Per fare un corretto training di recupero da appartamento in fiamme, con fumo o temperature elevate, è necessario un prodotto resistente anche a 400° centigradi di temperatura, per un periodo prolungato, capace di simulare anche le giunture affinché le procedure di caricamento sulle spalle siano il più realistiche possibili (dalle classiche prese fireman alla Ranger Roll).
Sempre nelle procedure di addestramento dei Vigili del Fuoco è fondamentale poter disporre di manichini estremamente resistenti e tali da poter essere lanciati dai piani più alti di un palazzo, come nel caso di una simulazione di evacuazione, oppure seppelliti sotto le macerie come nel caso delle esercitazioni USAR (Urban Search And Rescue).
Diverso è invece il discorso per il settore sanitario, dove l’operatore deve essere addestrato al trasporto e alla movimentazione di un paziente sui diversi dispositivi sanitari.
Il paziente pesante è diverso da trasportare rispetto al normale manichino, così come il paziente con una stazza bariatrica. Allenarsi a muovere così tanti chili riducendo al minimo gli sforzi e il rischio di infortuni è molto importante.
Ruth Lee ha un manichino da 90, 180 o 260 chilogrammi. E’ possibile anche simulare il paziente obeso applicando a un comune manichino da addestramento un’apposita veste riempibile con acqua, modificando quindi la difficoltà del trasporto.
L’obiettivo della gamma Ruth Lee con questi manichini è anche quello di soddisfare le esigenze di più tipologie di soccorritori: se il manichino infatti simula in maniera realistica fratture e posizioni all’interno di un’auto incidentata, sarà più semplice fare training condivisi per allenare non solo la tecnica, ma anche la comunicazione e l’interoperabilità.
Chiaramente in una simulazione sanitaria non c’è solo il problema del trasporto, in quanto anche le tecniche di Basic Life Support vanno tenute a mente e correttamente applicate quando la scena del soccorso presenta situazioni di emergenza con rischio di morte imminente del paziente.
E Ruth Lee ha pensato proprio ad un manichino in grado di essere incastrato in un’auto incidentata, con il quale simulare anche un arresto cardiaco e conseguentemente praticare una RCP in condizioni critiche.
Con un modello specifico si possono avere sia il torso comprimibile che la gestione delle vie aeree, anche per testare l’applicazione di diversi dispositivi.
A fianco di questi speciali manichini per sanitari esistono anche le versioni più avanzate con ferite penetranti e corpi estranei conficcati negli arti: situazioni che drammaticamente nella vita reale sono possibili negli incidenti sul lavoro.
Infine, i soccorritori che operano in aree fluviali devono poter ideare e testare scenari pericolosi e impensabili. La gamma di manichini water rescue Ruth Lee, disponibili sia in versione galleggiante che affondante, sono realizzati in collaborazione con i più importanti comitati mondiali di addetti al salvataggio acquatico proprio per questi motivi.
Così come i manichini della gamma mass casuality sono progettati per la simulazione di attacchi terroristici e guerriglia urbana e quindi pensati per offrire alle forze dell’ordine una base semplice da utilizzare per effettuare esercitazioni complesse con un maggior numero di feriti.
Con i manichini da training Ruth Lee è quindi è possibile ricreare la realtà, è possibile fare simulazioni avanzate in scenari complessi, ed è possibile preservare la realisticità dell’evento.
Perché se è vero che i figuranti sono quasi sempre una soluzione, è anche vero che questi figuranti non possono essere messi in pericolo. Affidarsi quindi ai prodotti studiati appositamente per queste situazioni è molto semplice.
VUOI SAPERNE DI PIU’ SUI MANICHINI RUTH LEE?