Sopravvivere a un arresto cardiaco: come trovare il defibrillatore ed essere sicuri che funzioni?
La presenza di un defibrillatore a portata di mano è una garanzia di maggiore sopravvivenza in caso di arresto cardiaco improvviso. A garantire questa sicurezza sono le teche telecontrollate: con un GPS e un sensore garantiscono di avere sempre al proprio fianco un operatore della centrale di soccorso. Ecco come funzionano
MILANO – Scuole, centri sportivi, palestre, centri commerciali, grandi magazzini o piazze affollate di turisti che siano, l’importanza del defibrillatore pubblico e accessibile dovunque è ormai una certezza confermata da decine di studi scientifici nel mondo.
Rimane solo un problema, quando c’è da rianimare una persona colpita da arresto cardiaco improvviso (e stiamo parlando di sessanta mila vite ogni anno, da salvare): sapere con precisione dove si trova il defibrillatore più vicino, e sapere se il defibrillatore è funzionante.
Le case produttrici sono tutte in grado di fornire prodotti che per tre, quattro o cinque anni sono sotto garanzia di funzionamento. Ma non sempre c’è la protezione adeguata affinché il defibrillatore rimanga operativo. Qui entra in gioco l’esperienza della EmergencyFocus, azienda che propone soluzioni di monitoraggio e tracciamento dei defibrillatori, con teche controllate di assoluta qualità.
Tramite (tramite) la console AED Proximus™ è possibile trasformare una teca per defibrillatori in una postazione salva-vita tecnologicamente avanzata. Il monitoraggio del defibrillatore da remoto, 24 ore su 24 e senza operatore, è possibile grazie a un dispositivo integrato con sensore optoelettronico che rileva l’eventuale accensione dei LED o delle icone di malfunzionamento utilizzate dal Defibrillatore per segnalare lo stato di guasto. Il Dispositivo integrato può essere dotato di uno speciale sistema di comunicazione bidirezionale che permette l’allertamento dei soccorsi e la geolocalizzazione satellitare (GPS) del DAE: munito di microfono e altoparlante, permette sia di mettere in comunicazione in tempo reale chi possiede il dispositivo (es. soccorritore laico) con i numeri di emergenza memorizzati in caso di pericolo (es. 112/118 che potrebbe supportare da remoto il soccorritore), che la sua geolocalizzazione individuando la posizione corrente del defibrillatore e velocizzando così le procedure di soccorso avanzato.
Questo significa, in pratica, che con la teca di EmergencyFocus gli operatori del 118 hanno tutti gli strumenti per guidare secondo dopo secondo, passo dopo passo, qualsiasi astante affinché effettui una defibrillazione precoce in tempo ridottissimo.
Telecontrollo: Con un gesto solo, tutto l’aiuto possibile
Il sistema di telecontrollo e geolocalizzazione delle teche permette di sapere subito e senza dubbi dove si trova il DAE più vicino, e questo è fondamentale per l’operatore della centrale 118 che riceve la chiamata. Saper dire all’astante che “il defibrillatore più vicino è a 100 metri sulla sua destra, mandi qualcuno a prenderlo subito” garantisce rapidità di esecuzione e di intervento.
Ma la tecnologia non si è fermata solo a questo. Per avere la sicurezza che il defibrillatore sia operativo e pronto ad essere usato in caso di arresto cardiaco le teche di contenimento dei defibrillatori sono nel tempo sempre più diventate connesse. La EmergencyFocus ha brevettato un dispositivo intelligente che fa 4 operazioni in una. Quando la teca del defibrillatore viene aperta parte – dal dispositivo di controllo collegato al DAE – una chiamata al 118, un messaggio di allerta ai soccorritori first responder che hanno installato l’app di primo intervento, un segnale di localizzazione GPS per sapere dove si trova il DAE (e quindi dove far arrivare l’ambulanza con precisione) e da modo ai soccorritori più vicini di intervenire con tempestività, aiutando l’astante che ha attivato l’allarme.
EmergencyFocus, un servizio completo di supporto per essere sempre protetti
Il servizio di teca offerto dalla EmergencyFocus però non finisce con la fornitura della struttura che ospita il defibrillatore. Parte molto prima e arriva molto oltre, per dare la massima capacità operativa in qualunque situazione. Il software AED Proximus™ è il complemento perfetto di un hardware pensato per localizzare al meglio il defibrillatore e portare a fianco del first responder un infermiere di centrale operativa.
DAE sempre sotto controllo, in qualunque situazione
Il servizio di telecontrollo quindi permette di avere molte informazioni immediate e fondamentali dal punto di vista sanitario. Sapendo che i defibrillatori telecontrollati possono aiutare così tanto le persone che si ritrovano ad assistere ad un arresto cardiaco, diventa sempre più facile diffondere questo fondamentale strumento in tutta Italia. Ma c’è un servizio in più che è fondamentale per chi opera professionalmente nel servizio di emergenza urgenza. Si tratta del lavoro che “non si vede” ed è nascosto nel cuore del progetto EmergencyFocus. Il software di monitoraggio e di gestione dei DAE infatti permette di sapere da remoto, 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno quali sono i defibrillatori funzionanti e dove sono. Questo è un grande vantaggio per la rete delle Centrali Operative: non significa solo avere allerte immediate e precise, ma anche pianificare la manutenzione dei defibrillatori, avere report continui sullo stato della teca e mantenere sempre funzionante una videosorveglianza che protegge anche dai balordi e dai vandali. Non stiamo parlando di poco: spesso i defibrillatori sono “dimenticati” nei cassetti o la manutenzione del dispositivo non viene correttamente effettuata. Sapere con precisione cosa fare e quando farlo, è una questione di grande importanza.
Il vantaggio finale? Le nuove teche sviluppate da EmergencyFocus oltre al telecontrollo hanno la possibilità di istruzioni video direttamente sulla teca, uno strumento di informazione a disposizione di tutte quelle persone che non sanno ancora quanto è importante avere un defibrillatore accessibile e vicino quando accade un arresto cardiaco. Perché la defibrillazione precoce è uno dei cinque anelli fondamentali per la rianimazione cardiopolmonare, e fa parte dei tre passaggi che proprio il passante (il bystander che vede l’evento o che per primo presta soccorso) può mettere in pratica per salvare la vita di una persona, insieme al massaggio cardiaco e a una rapida attivazione dei servizi di emergenza.