1 Dicembre, Giornata Mondiale contro l’AIDS

AIDS e HIV: se un tempo questi due acronimi generavano molta apprensione, oggi ci si ritrova di fronte ad uno scenario quasi opposto

Sono in molti, purtroppo, infatti a pensare che sia un fenomeno ormai non più presente nelle nostre vite,  che forse può interessare alcuni Paesi lontani.

Invece, basta guardare i più recenti dati di infezione da HIV e AIDS del Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità, per capire che non è così

In Italia nel 2021 ci sono stati 1770 nuovi casi di HIV, pari a un’incidenza di 3 nuove diagnosi ogni 100.000 abitanti.

Di conseguenza, anche se in numeri possono essere inferiori, soprattutto se comparati al picco degli anni ‘90, la patologia non è mai stata eradicata.

Ciò che invece non è cambiato da allora è proprio il livello di disinformazione: in molti per esempio  tendono ancora a leggere i due termini (HIV e AIDS) come se fossero interscambiabili.

In realtà, risultare sieropositivi non comporta necessariamente lo sviluppo dei sintomi tipici della sindrome da immunodeficienza acquisita.

Se è vero, infatti, che il virus dell’HIV può provocare un progressivo e drastico abbassamento delle difese immunitarie, è altrettanto vero che può restare silente per degli anni.

Eppure, sono in pochi a saperlo. La paura, inoltre, può alimentare un circolo vizioso di pensieri che, solitamente, ha inizio con qualcosa simile a “figuriamoci se capita a me”.

In altre parole: le probabilità di avere l’HIV sono bassissime e, se anche fosse, forse è meglio non venirlo mai a sapere.

Del resto, è inevitabile che la reale prospettiva di essere sieropositivi inneschi scenari drammatici in cui le possibilità di sopravvivenza sono limitate.

Tuttavia, la mancanza di controlli effettuati regolarmente, soprattutto nel caso di rapporti non protetti, mette a rischio non solo la propria salute ma anche quella altrui.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, almeno una persona su 4 con l’HIV non è a conoscenza della propria condizione e un terzo scopre di essere positivo per la presenza di sintomi o patologie correlate.

In più, la disinformazione e la paura non fanno fare i conti con le evidenze scientifiche e i progressi terapeutici accumulati in tutti questi anni che, ad oggi, permettono di tenere sia il virus che la sindrome efficacemente sotto controllo.

Nello specifico, è stato rilevato che chi segue correttamente una terapia antiretrovirale e ha una carica virale non rilevabile da almeno sei mesi non può trasmettere il virus al partner.

Per far sì che questi risultati contribuiscano a ridurre il rischio di trasmissione della malattia e a curare l’infezione, individuare tempestivamente il virus diventa assolutamente necessario.

La soluzione più efficace rimarrebbe sempre e comunque la creazione di un vaccino che consenta di difendersi dal virus dell’HIV.

I tempi, però, sembrano essere ancora lontani.

Per questo è importante agire in prima persona e cercare nel proprio piccolo di proteggere sè stessi e gli altri attraverso l’utilizzo del preservativo ed eseguire il test almeno una volta all’anno.

Perchè amare è bello, ma farlo consapevolmente e senza dubbi è meglio.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo:

Niguarda

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