118 e volontariato, a Ferrara è caos. Il nuovo affidamento scatena le proteste dei lavoratori professionisti
E’ iniziato stamane alle 9,00 all’ombra del monumento del Savonarola, nel centro di Ferrara, esattamente a metà strada tra la sede di Palazzo Municipale e del Castello Estense, sede della Provincia, il presidio fisso dei lavoratori dell’emergenza territoriale , ormai stanchi della situazione venutasi a creare nel territorio estense.
La classica “goccia che ha fatto traboccare il vaso” è dovuta alla determina aziendale che stanzia 2,7 milioni di Euro per la gestione di parte del servizio ad associazioni di volontariato.
“Ormai il 50% del servizio della realtà territoriale ferrarese è gestita da volontari – sottolinea Erika Salvioli rappresentante sindacale CGIL, che insieme alla FP CISL sostiene la protesta-mentre un servizio delicato come l’emergenza territoriale deve essere assegnato a lavoratori professionisti, al fine di garantire un numero di posti di lavoro che altrimenti verrebbero a mancare”
Il modello regionale acquisito da tempo è infatti quello di basare le risorse del soccorso su volontari e proprio su questo è basata anche l’assegnazione di una convenzione per la risorsa “Ferrara 02” ad una associazione che dal prossimo lunedì sostituirà 10 soci lavoratori di una cooperativa, con un’associazione di volontariato.
“Il volontariato deve essere di supporto al sistema sanitario, ma non sostituire i professionisti, in modo da non togliere posti di lavoro- prosegue la delegata CGIL- e non dimentichiamo che nell’area ferrarese la stessa azienda ha una graduatoria aperta per una eventuale assunzione di personale aziendale, ma preferisce spendere le risorse nel modo appena descritto, anziché assumere personale aziendale, ormai ridotto ai minimi termini”
Gli fa eco il Presidente del CoES Italia, l’associazione che rappresenta gli autisti di ambulanza professionisti, il quale afferma che “il professionista, sia pubblico che privato, è sempre sottoposto a controlli sanitari a tutela della delicatezza del ruolo che riveste, mentre nulla o quasi è richiesto a chi sale sulle ambulanze a qualsiasi età con una semplice iscrizione ad una associazione di volontariato”.
“E’ importante anche tutelare il paziente con personale che si rechi in ambulanza ben riposato e non dopo avere svolto altra attività lavorativa –prosegue il Presidente CoES Italia- così comeil ruolo del volontariato deve essere di supporto e non sostitutivo al personale professionista”.
Le azioni di protesta proseguiranno nei prossimi giorni al fine di salvaguardare i posti di lavoro che verranno a mancare dal prossimo lunedì, ma anche di quelli persi negli ultimi anni, che nella realtà provinciale sono globalmente 83.