Aeronautica, trasporto malati infettivi: fino a giovedì corso per forza aerea olandese
A Pratica di Mare riprodotte le stesse procedure utilizzate per il rimpatrio del medico di Emergency dalla Sierra Leone. E’ la prima attività di formazione a favore di forze armate straniere
E’ partito questa mattina presso l’infermeria principale dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, e si concluderà giovedì 22 gennaio, un corso sulla gestione dell’evacuazione aero-medica di pazienti affetti da malattie altamente infettive per tredici operatori sanitari della Royal Netherlands Air Force (RNLAF), la forza aerea olandese. Si tratta della prima attività di formazione di questo genere organizzata dall’Aeronautica Militare, leader in ambito nazionale ed europeo nella capacità di trasporto in bio-contenimento, a favore di una forza armata straniera.
Il corso, richiesto dalle stesse forze armate olandesi, rientra in un programma di addestramento che il Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare ha da tempo avviato in ambito nazionale, con una serie di corsi ed esercitazioni già svolte in collaborazione con gli ospedali Spallanzani di Roma e Sacco di Milano, per condividere le esperienze maturate in circa un decennio di studi ed operazioni reali nonché consolidare un processo di standardizzazione sulle procedure legate alla gestione di malattie emergenti tra tutte le principali realtà, sia civili che militari, che a vario titolo operano nel settore, in particolare in ambito aeroportuale. L’attività di formazione più recente risale ai primi giorni di gennaio, svolta a favore di personale sanitario della Marina Militare; in precedenza, invece, i corsi erano stati rivolti a rappresentanti dello stesso Ministero della Salute, 118 e Croce Rossa Italiana, e di altre Forze Armate, Corpi Armati dello Stato e rappresentanti delle forze dell’ordine.
I membri del Team di Bio-contenimento dell’Aeronautica Militare, molti dei quali a bordo del Boeing KC-767 che lo scorso 25 novembre riportò in Italia Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency contagiato dal virus ebola in Sierra Leone, saranno gli istruttori che forniranno in questo caso ai colleghi olandesi le conoscenze tecniche e le procedure per l’uso dei sistemi di trasporto isolati in dotazione all’Italia, speciali barelle a pressione negativa che permettono il trasporto e la gestione dei pazienti in totale sicurezza durante il volo.
Durante il corso – oltre a cenni di natura teorica sul concetto di bio-contenimento e sulle modalità di trasmissione di particolari agenti biologici e malattie altamente infettive quali appunto ebola, antrace, vaiolo – saranno riprodotte fedelmente tutte le fasi di imbarco/sbarco dal velivolo degli speciali isolatori avio-trasportabili e le procedure di isolamento e decontaminazione utilizzate in area aeroportuale.
Saranno anche sperimentati – in anteprima assoluta – nuovi ed evoluti sistemi di rilevazione della temperatura corporea, una delle tecnologie su cui tutti i maggiori Paesi sviluppati stanno puntando quale strumento di scoperta precoce e gestione di potenziali casi infetti in situazioni ad alta concentrazione di persone (quali ad esempio gli aeroporti). L’iniziativa è il frutto di una cooperazione in atto tra l’Aeronautica Militare e l’Istituto di ricerca in tecnologie biomediche avanzate (IBAT) e il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti.
L’Aeronautica Militare ha sviluppato tale capacità di evacuazione aeromedica sin dal 2005, attraverso l’acquisizione di speciali sistemi detti ATI – Aircraft Transit Isolators (di brevetto britannico). La capacità di trasporto aereo in bio-contenimento è una capacità militare, disponibile ad uso e finalità civili. Essa è stata, infatti, sviluppata dall’Aeronautica Militare in coordinamento sia con il Ministero della Salute, sia con la Protezione Civile, responsabili del trasporto di terra del paziente e della gestione delle operazioni di emergenza sanitaria in ambito nazionale. Il personale deputato alle attività di trasporto in bio-contenimento assicura un servizio di reperibilità che consente, in qualsiasi momento – 24 ore su 24, 365 giorni all’anno – di avviare la procedura in tempi ristrettissimi. L’unità d’isolamento aereo impiegabile per una evacuazione sanitaria in bio-contenimento è costituita da un numero di specialisti che può variare in ragione del tipo di velivolo impiegato e del tipo e livello di minaccia presente.