Brasile, è guerra politica su quale vaccino Covid-19 da distribuire a 212 milioni di cittadini
In Brasile Covid-19 ha provocato ormai 180mila morti e 6,8 milioni di contagi, su una popolazione totale di 212 milioni di abitanti.
Brasile, è braccio di ferro politico sul vaccino Covid-19
Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro finora si è distinto essenzialmente per una linea politica che ha scimmiottato il parigrado americano Donald Trump, ed è ora al centro di un difficile braccio di ferro con le opposizioni politiche rispetto alla “marca” di vaccino da adottare.
Accantonati 356 milioni di dollari per l’acquisto e la produzione di 100 milioni di dosi del vaccino sviluppato congiuntamente dall’Università di Oxford e dall’azienda farmaceutica AstraZeneca, deve ora confrontarsi con Joao Doria.
Joao Doria è il governatore dello stato più ricco del Brasile, lo stato di San Paolo, che ha scelto il Coronavac, della cinese Sinovac Biotech di Pechino.
La scelta è interpretata dai politologi nazionali come una mossa in vista delle Presidenziali 2022.
Bolsonaro ha de facto messo il veto all’acquisto di 46 milioni di dosi del Coronavac, escludendolo dal programma di immunizzazione del Brasile.
Allo stesso tempo, l’Istituto Butantan di San Paolo ha quasi completato le prove di Fase 3 del vaccino di produzione cinese e ha collaborato con Doria per costruire le infrastrutture necessarie alla produzione di massa.
Dimas Covas, capo dell’Istituto Butantan, ad agosto ha dichiarato di essere in trattative con l’Argentina, la Colombia e l’Organizzazione Panamericana della Sanità per la fornitura di CoronaVac.
Giovedì, Covas ha aggiunto che il numero di paesi interessati è cresciuto fino a includere il Perù, l’Uruguay, il Paraguay e l’Honduras. Parlando alla stessa conferenza, Doria ha detto che 11 Stati brasiliani hanno contattato il Butantan in cerca del CoronaVac.
Doria ha affermato lunedì che l’introduzione del vaccino in tutto lo stato inizierà il 25 gennaio, con 18 milioni di dosi da distribuire in totale.
Gruppi vulnerabili come gli operatori sanitari e le popolazioni indigene, oltre a chiunque abbia più di 60 anni.
Quale vaccino Covid-19 in Brasile? A decidere sarà Anvisa
Nulla di tutto questo sarà possibile, tuttavia, senza l’approvazione del regolatore sanitario brasiliano Anvisa, che per ora ha bloccato tutto.
Ad ora le motivazioni sono relativi alle certificazioni relative alla fabbrica in Cina nella quale sarà fatto il vaccino, ancora in corso, e i risultati finali delle prove di Fase 3 dell’Istituto Butantan non erano ancora stati presentati.
Il ministro della Salute e l’alleato di Bolsonaro Eduardo Pazuello ha affermato martedì – durante un incontro con i governatori dello stato brasiliano – che Anvisa ha avuto bisogno di circa 60 giorni per approvare un vaccino e che il primo in linea è stato quello di AstraZeneca.
Questo renderebbe irrealizzabile la data annunciata da Doria, relativa alla messa in distribuzione del vaccino Sinovac dal 25 gennaio 2021.
Durante questo battibecco tra Doria e Bolsonaro, proseguito a colpi di conferenze stampa e interviste alla CNN brasiliana, Anvisa ha riaffermato il proprio impegno a valutare i vaccini sulla base di criteri scientifici piuttosto che politici.
Bolsonaro, ex capitano dell’esercito, ad ogni buon conto ha nominato il mese scorso il tenente colonnello in pensione Jorge Kormann nel consiglio di amministrazione di Anvisa.
Se la nomina passerà al Senato, tre dei cinque direttori di Anvisa saranno alleati di Bolsonaro, aumentando le possibilità di un boicottaggio del CoronaVac.
Il tutto sulla pelle dei cittadini del Brasile, che mentre le fazioni della politica lottano rispetto a quale vaccino Covid-19 vada adottato, muoiono a migliaia. Forse sarebbe preferibile maggiore serietà e dialogo.
Per approfondire:
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