Campagne di immunizzazione anti Covid, il punto della situazione nel mondo

Il quadro relativo alle campagne di immunizzazione anti-Covid nelle diverse aree del mondo è tratteggiato dal ricercatore Edouard Mathieu, tra gli esperti del progetto internazionale sostenuto dall’Università di Oxford che elabora, aggrega e trasmette dati ufficiali con un focus sull’economia dello sviluppo

L’Africa è che come se non esistesse, mentre l’Asia va a velocità differenziate, con la Cina partita già da luglio e il Giappone in attesa di partire a febbraio.

Qualcosa si muove in America Latina e poi c’è l’Europa, con l’Italia campione di trasparenza e la Francia intimorita dai “no vax”.

Immunizzazione anti Covid, lo scenario globale

Il quadro, relativo alle campagne di immunizzazione anti-Covid-19, è tratteggiato dagli esperti di Our World in Data, un progetto internazionale sostenuto dall’Università di Oxford che elabora, aggrega e trasmette dati ufficiali con un focus sull’economia dello sviluppo.

Ne parla il ricercatore Edouard Mathieu.

“In Africa per quanto ne sappiamo non è stata distribuita neanche una dose” la prima risposta a una domanda su equilibri, sfasamenti e magari pure ingiustizie ai tempi del nuovo coronavirus.

“In Asia è partita adesso l’India, che punta a immunizzare 300 milioni di persone entro agosto, mentre si sa poco della Cina, che aveva avviato la sua campagna l’estate scorsa e ha appena comunicato di aver vaccinato quattro milioni e 500.000 connazionali, un record che la pone davanti agli Stati Uniti”.

Le incognite su Pechino riguardano le categorie immunizzate per prime, che potrebbero comprendere i militari, e finanche la tipologia di farmaco, se con una o più dosi.

Tenendo conto della percentuale di vaccinati rispetto alla popolazione, il primato spetta a Israele, dove a inizio anno erano state già raggiunte 12,59 persone ogni cento.

In America, al di là degli Stati Uniti, i più colpiti al mondo con oltre 354.000 decessi confermati con o da nuovo coronavirus, si sono mossi solo alcuni Paesi.

Tra questi spiccano la Costa Rica, dove sono già state somministrate 300.000 dosi, e Cile e Argentina, i soli ad avviare campagne di immunizzazione a sud dell’equatore.

Secondo Mathieu, nell’area dell’Unione Europea le differenze tra i Paesi sono meno accentuate.

L’Italia starebbe nel mezzo, meno rapida a partire ed efficiente rispetto a Danimarca o Germania ma davanti a Francia o Spagna.

In tema di immunizzazione anti Covid l’Italia eccelle in trasparenza e qualità dei dati

“Forse non ha ancora preso il ritmo ma sta facendo molto bene nella pubblicazione dei dati, che sono di qualità e arrivano puntuali ogni giorno, anzi più volte al giorno, organizzati su base regionale” dice il ricercatore.

Una prova che emergerebbe soprattutto dal confronto con quanto accade altrove, ad esempio oltralpe.

Secondo Mathieu, a Parigi e nel resto della Francia ancora ieri il numero delle persone vaccinate raggiungeva appena 500.

Una partenza lenta, sembra di capire, che potrebbe non essere solo conseguenza delle difficoltà logistiche e organizzative.

“Sappiamo che il governo del presidente Emmanuel Macron voleva cominciare piano per dimostrare cautela e attenzione” dice Mathieu.

“Bisogna considerare che la Francia è il Paese con il tasso di fiducia verso i vaccini più basso al mondo; una volta arrivata l’approvazione delle autorità sanitarie per quello contro il Covid-19, però, questo scetticismo non dovrebbe più essere un freno”.

Per approfondire:

Il vaccino per COVID-19? Roba da ricchi. I paesi ad alto reddito si sono già accaparrati 8,8 miliardi di dosi di COVAX

Effetto di lockdown e coprifuoco sull’assistenza sanitaria durante COVID-19: lo studio dell’Università di Sakarya

Fonte dell’articolo:

Agenzia Dire

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