Caso Magherini, il fango del circo mediatico non chiarisce la verità
Il caso di Riccardo Magherini – l’uomo morto durante un arresto a Firenze il 3 marzo 2014 – è un drammatico esempio di come il circo mediatico possa stravolgere ed estremizzare situazioni complesse e da analizzare in profondità. Emergency Live pubblica integralmente il comunicato della Croce Rossa Italiana, che cerca di fare chiarezza e di riportare a una discussione civile su quanto successo quella notte a Firenze.
La nostra redazione inoltre si vuole schierare a difesa dei soccorritori che hanno cercato di salvare un uomo. Il rinvio a giudizio è un atto che permetterà – in fase dibattimentale – di chiarire ancora meglio cosa è successo e come si sono svolti i fatti. Il rinvio a giudizio non è invece una condanna alla gogna mediatica di tutto il mondo del soccorso. Crediamo che non possa e non debba essere così, per la salvaguardia dei principi, delle persone e del dolore di chi ha perso un familiare.
Croce Rossa: i nostri volontari sono innocenti, confidiamo nella giustizia e nel buon esito di questo procedimento
[quote font=”0″]I volontari: “Abbiamo scelto di vivere impegnandoci nel volontariato, per la nostra comunità. Non è giusto che pur seguendo alla lettera i protocolli oggi siamo qui. Siamo vicini al dolore della famiglia Magherini”.[/quote]
“La notizia del rinvio a giudizio nei confronti di tre nostri volontari ci ha lasciato amareggiati, pur comprendendo la necessità per il giudice di arrivare alla fase dibattimentale per entrare nel merito della questione.
Perché seppure siamo vicini, come abbiamo più volte espresso, alla famiglia di Riccardo Magherini, è nostro dovere puntare al raggiungimento della verità, ribadendo l’innocenza dei nostri volontari in servizio in quella tragica notte del 3 marzo 2014. L’equipaggio infatti, che intervenne su chiamata degli stessi Carabinieri, non è personale sanitario e si è attenuto all’ordine degli uomini dell’Arma di non avvicinarsi al paziente nell’attesa dell’arrivo del medico così come prevedono i protocolli in materia di sicurezza”. Così la Croce Rossa Italiana è intervenuta a seguito della notizia sul rinvio a giudizio di tre volontari CRI nel caso Magherini.
“Siamo convinti che le circostanze dell’intervento saranno poi chiarite in maniera puntuale durante il dibattimento sia dalle audizioni dei consulenti, sia grazie alle testimonianze dei volontari, che sono rimaste immutate per tutto il tempo e confermate anche dalle trascrizioni dei tabulati telefonici di quella notte”. Il Presidente Nazionale della CRI Francesco Rocca: “Esprimo la mia più totale vicinanza e solidarietà ai tre nostri ragazzi che, senza alcuna responsabilità, si trovano imputati per qualcosa di molto più grande di loro. Fino a oggi abbiamo lavorato insieme in silenzio per cercare di riportare la verità nei fatti di quella drammatica notte e anche per far sì che i nostri volontari non fossero strumentalizzati. Oggi, a seguito della decisione del gup del rinvio a giudizio mi preme rendere di nuovo pubblico il mio sostegno a loro sottolineandone l’innocenza. Confido nella giustizia che farà il suo corso e ristabilirà i giusti ruoli in quella tragica vicenda. Ai nostri volontari, da sempre preparati e seri, che mettono ogni giorno la loro vita al servizio degli altri, dico ancora una volta grazie per il loro impegno e per il loro grande senso di responsabilità che hanno dimostrato anche in quest’occasione”.
Il Presidente del Comitato di Firenze della Croce Rossa non è preoccupato: “Per quanto la situazione sia dolorosa per noi e per tutti coloro che sono coinvolti, io sono sereno e confido nella giustizia. Posso garantire sulla preparazione dei nostri volontari e sulla serietà del loro operato.
Credo però che sia arrivato il momento fare una riflessione sul ruolo del volontariato, soffermandoci su come siano state stravolte le vite dei nostri tre ragazzi. Si tratta di persone comuni, non sanitari, non medici, non infermieri. Persone che hanno scelto di dedicarsi agli altri impegnandosi per i più vulnerabili e nel rispetto dei nostri 7 principi della CRI già da molti anni. Malgrado la totale osservanza delle regole e dei protocolli sui quali vengono formati e costantemente aggiornati, oggi si trovano coinvolti in un procedimento penale nel quale non hanno responsabilità alcuna.
Purtroppo, dopo questi fatti, tra i nostri volontari in molti stanno vacillando, domandandosi se il prezzo non è diventato troppo alto: impiegare il proprio tempo libero, le domeniche e le notti a servizio di sconosciuti è una scelta che sono pronti a fare tutti coloro che varcano il nostro cancello, ma trovarsi sul banco degli imputati da innocenti è una possibilità che non si riesce a sopportare e che ad oggi è diventata fin troppo concreta.”
I volontari coinvolti sono delusi dell’evoluzione del procedimento, ma si dichiarano vicini alla famiglia:
“Questo è per noi un momento molto duro nel quale la consapevolezza della nostra innocenza si scontra con la sofferenza di sapere che una persona ha perso la vita e che noi non siamo stati messi in condizione di poterlo evitare. Quindi viviamo non solo la preoccupazione per un processo che sarà molto lungo e che ha sconvolto le nostre vite, ma anche il dolore di trovarci in questa vicenda difronte ad una famiglia affranta per la propria perdita, alla quale vogliamo essere solidali, malgrado la nostra posizione di accusati. Siamo grati ai volontari di Firenze e alla Croce Rossa Italiana che in questi lunghi mesi ci sono stati vicini e sono ancora al nostro fianco a sostenerci.”