Chernobyl 35 anni dopo: cosa rimane di quella tragica esperienza?

Nella notte del 26 aprile la storia dell’umanità è cambiata, e con essa lo sguardo verso il nucleare: alle 1 e 23 la centrale nucleare di Chernobyl avrebbe subito un disastro di settimo livello nella scala di catastroficità INES, il livello massimo

I soccorritori intervennero prontamente sia nel sito del disastro che nel salvataggio della popolazione circostante, e di lì a poco tutta l’Europa avrebbe adottato misure adatte alla vicinanza e agli effetti.

L’Italia si mise a studiare l’andamento dei venti e lo spostamento delle nubi, mentre i giornali si riempivano di cadaveri o di persone gravemente mutilate dall’effetto delle radiazioni.

Recentemente, in occasione del 35imo anniversario, la rivista scientifica Science pubblica due studi sulle conseguenze sulle popolazioni che hanno subito quelle nubi radioattive, anche questo concetto praticamente nato con l’esplosione della centrale nucleare.

Sullo stesso argomento: Chernobyl, i valorosi Vigili del Fuoco che non dobbiamo dimenticare

Chernobyl, i valorosi Vigili del Fuoco che non dobbiamo dimenticare | Emergency Live 13

I tumori figli di Chernobyl

Un lavoro di ricerca di un team ha evidenziato la correlazione tra mutazioni tumorali, quindi tra l’aumento di carcinomi papillari della tiroide delle zone di Ucraina, Bielorussia e aree circostanti, ed esplosione nucleare.

Per farlo ha integrato dati genomici, epigenomici e trascrittomici analizzando campioni di oltre 400 cittadini ucraini che hanno sviluppato tumore alla tiroide negli anni successivi all’esplosione di Chernobyl.

Questo studio ha permesso di conoscere i meccanismi che con maggiore probabilità determineranno neoplasia alla tiroide come conseguenza all’esposizione alle radiazioni.

La ricerca – scrivono i suoi autori – non ha permesso di ottenere un biomarcatore univoco per i tumori indotti dalle radiazioni, ma offre risultati importanti nell’ambito della salute pubblica per la gestione di pazienti esposti a dosi non particolarmente elevate di radiazioni, confermando che un punteggio poligenico di rischio (un approccio che calcola le probabilità di sviluppare un tumore a partire dal panorama genetico del singolo paziente) è uno strumento utile per individuare le persone che hanno maggiori pericoli in caso di esposizioni alle radiazioni in tenera età.

Chernobyl, i valorosi Vigili del Fuoco che non dobbiamo dimenticare | Emergency Live 9

Mutazioni nella generazione successiva al disastro di Chernobyl:

Un aspetto molto importante dell’incidente nucleare riguarda la trasmissibilità delle mutazioni determinate dalle radiazioni.

Chernobyl, i valorosi Vigili del Fuoco che non dobbiamo dimenticare | Emergency Live 1Un team guidato dal National Cancer Istitute ha sequenziato il genoma di 105 triadi formate da padre/madre e figli per comprendere quanto la radiazione abbia determinato mutazioni nella prole.

Questo ha coinvolto non solo le famiglie di residenti, ma anche di quei soccorritori intervenuti nelle evacuazioni, nelle cure e nelle operazioni di bonifica.

Questa analisi ha evidenziato che l’esposizione non ha determinato mutazioni significativamente più alte rispetto ai consueti dati statistici.

 

Per approfondire:

Chernobyl, un incendio fa impennare le radiazioni nella zona di alienazione: Vigili del Fuoco al lavoro

Zimbabwe: incendio in una discarica. L’epidemiologo, “preoccupato per i gas tossici”

Fonte dell’articolo:

Radiation-related genomic profile of papillary thyroid cancer after the Chernobyl accident

Lack of transgenerational effects of ionizing radiation exposure from the Chernobyl accident

Wired

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