Chirurgia: la correzione della Hip-spine Syndrome in un unico intervento
La Hip-spine Syndrome è una patologia, spesso invalidante, che interessa sia la colonna vertebrale, sia l’articolazione dell’anca, ed è di carattere degenerativo
Il suo trattamento normalmente prevede un doppio intervento chirurgico, a correzione dei due “versanti” del problema.
L’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi ha recentemente risolto la patologia di un paziente con un unico intervento mininvasivo.
Hip-spine Syndrome, il caso clinico di un 48enne
Dopo un accurato studio del caso, il paziente, un uomo di 48 anni, è stato sottoposto alla sostituzione di un disco vertebrale gravemente degenerato con approccio per via anteriore mini-invasivo (ALIF), al fine di rimuovere la causa meccanica del dolore e ripristinare la naturale curva del rachide, a cui è immediatamente seguita la ricostruzione dell’articolazione dell’anca anch’essa gravemente degenerata, sempre con approccio per via anteriore mini-invasivo (AMIS).
“L’intervento ha avuto una durata complessiva di due ore ed è stato eseguito in anestesia spinale, con sedazione.
Il paziente è stato sempre mantenuto in posizione supina e gli accessi chirurgici sono stati eseguiti con due piccole incisioni sull’addome e sulla coscia.
Le tecniche mininvasive che sfruttano la via anteriore sono del tutto “anatomiche” e hanno il grande vantaggio di non danneggiare la muscolatura, salvaguardando i tessuti e limitando le perdite ematiche, riducendo o annullando così la possibilità di dover ricorrere a trasfusioni”.
“Questi approcci combinati al rachide e all’anca consentono quindi una ripresa funzionale estremamente rapida, poiché non è necessario un percorso riabilitativo.
Infatti il nostro paziente a sole 6 ore dall’intervento si è alzato autonomamente dal proprio letto senza l’ausilio di stampelle e libero da drenaggi.
In poche settimane sarà in grado di tornare alla routine lavorativa” ha dichiarato al proposito il dottor Paolo Sirtori.
Questa opportunità ha grandi vantaggi per il paziente che affronta un solo intervento con tempi chirurgici ridotti e una sola anestesia.
Si limitano anche i rischi potenziali legati all’ospedalizzazione prolungata, poiché la dimissione avviene nell’arco di 72 ore.
Per approfondire:
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