Coronavirus e Pediatria, Rossi: ora piu' casi gravi, risorsa da anticorpi altri coronavirus
Coronavirus e pediatria: “Nella seconda ondata pandemica stiamo assistendo, in eta’ pediatrica, a piu’ pazienti cronici infettati e quindi anche a un maggior numero di pazienti con un andamento piu’ severo della malattia”. A parlare al congresso straordinario della Societa’ italiana di pediatria (Sip) e’ Paolo Rossi, direttore del Dipartimento Pediatrico Universitario-Ospedaliero dell’Ospedale Bambino Gesu’ (Opbg) e docente di Pediatria all’universita’ Roma Tor Vergata.
Coronavirus e pediatria: il ruolo giocato dagli anticorpi verso altri coronavirus
In tema di anticorpi anti Sars-Cov2, l’esperto ritorna sul ruolo giocato dagli anticorpi presenti nei pazienti non infettati dal Covid-19 ma dagli altri Coronavirus.
“Nel 10% degli individui sani con una storia recente di infezione da Coronavirus endemici- prosegue il pediatra- sono stati riscontrati anticorpi rivolti verso le proteine S ed N del Sar-Cov-2.
Il siero di tali donatori e’ stato dimostrato avere un’attivita’ neutralizzante simile a quella riscontrata nei figli di soggetti che avevano avuto una pregressa infezione da Covid-19.
Il dato suggerisce che la cross reattivita’, in risposta a precedenti infezioni da altri Coronavirus, potrebbe interferire con l’entrata nelle cellula target del Sars-Cov-2”.
Sono necessari, secondo il professore universitario, “ulteriori studi per dimostrare il ruolo protettivo della presenza di tali ‘cross reactive antibodies’ in soggetti sani nel contesto dell’immunopatogenesi del covid-19”.
Nel 2018-19 Rossi ricorda: “Abbiamo avuto centinaia di bimbi ricoverati, nei quali sono stati identificati altri Coronavirus, per i quali hanno sviluppato gli anticorpi.
Per mantenere la memoria immunologica, pero’, e’ importante lo stato di naive del sistema immunitario- sottolinea Rossi- in quanto piu’ e’ naive il sistema immunitario e tanto piu’ sara’ in grado di fare una memoria immunologica.
Gli anticorpi contro gli altri Coronavirus probabilmente rimangono piu’ a lungo di quanto non avvenga in altre epoche della vita”.
La funzione degli anticorpi monoclonali in pediatria nel contrasto della diffusione del coronavirus SARS-CoV-2
Oggi e’ possibile vedere “la presenza di questi anticorpi- aggiunge- e quelli monoclonali rappresentano, in particolare, uno strumento di grande efficacia nella neutralizzazione.
Possiamo modulare anche queste molecole e avere cosi’ un armamentario pure per la terapia precoce”.
Il pioniere della virologia molecolare, nel delineare poi l’andamento del virus nella popolazione pediatrica, presenta un modello matematico da cui risulta che “la suscettibilita’ dell’infezione in soggetti sotto i 20 anni e’ circa la meta’ rispetto a quelli di eta’ superiore ai 20 anni.
I sintomi si manifestano nel 21% dei soggetti infetti da Sars-Cov2 nella fascia di eta’ 10-19 anni, mentre la percentuale sale al 70% nella popolazione di eta’ superiore ai 70”.
Il professore di pediatria ritiene, pertanto, “importante misurare la carica virale con tecniche di biologia molecolare quantitativa e qualitativa- conclude Rossi- perche’ aiuta a decidere, anche a livello ospedaliero, quali siano le migliori modalita’ di contenimento dell’infezione nei soggetti che la contraggono.
I pazienti con sintomatologia grave, generalmente, hanno una carica piu’ alta.
Un’analisi dettagliata sulla distinzione tra pazienti sintomatici e asintomatici, ha confermato invece che i secondi hanno una piu’ bassa carica virale ed una clearance virale (eliminazione del virus) piu’ rapida”.
Per approfondire:
Immobilizzazione e trasporto di un paziente pediatrico: la spinale pediatrica