Coronavirus in Italia, due i casi di contagio: moglie e marito accolti allo Spallanzani di Roma
Coronavirus in Italia, ora se ne può parlare davvero. Ma sempre preferendo intelligenza ed etica a pruriti da acchiappa-clic.
A risultare positivi al test sono stati due coniugi cinesi giunti in Italia il 23 gennaio, all’aeroporto di Malpensa.
Curiosa coincidenza, la tappa sul suolo nazionale nella quale hanno noleggiato un’autovettura è stata a Parma, la città da cui viene edito Emergency Live.
CORONAVIRUS IN ITALIA, LA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI:
Sul piano politico la situazione è da considerarsi sotto controllo, su quello sanitario…anche.
Sul sito del Ministero della Salute è comparsa la posizione ufficiale del Ministro Speranza, che ha riferito alle Camere: ha affermato che il suo dicastero segue con attenzione l’evolversi della situazione, e ha quindi riassunto la situazione epidemiologica internazionale, le misure adottate dalla Cina e le azioni messe in campo dal nostro Paese.
CORONAVIRUS IN ITALIA, QUALI RISCHI:
Ci sono dati statistici dai quali non è possibile prescindere, e dai quali esulare implica fare allarmismo a basso costo: 200 decessi su 10 mila contagiati sono un tasso di mortalità assolutamente in linea con ogni forma influenzale nota.
Molti giornali riportano cifre (fonte sempre ministero della Salute) su cui occorrerebbe riflettere: in Italia l’influenza è causa diretta di circa 3 mila morti all’anno. E causa indiretta di altre 7-8 mila circa.
LA SITUAZIONE NEL BELPAESE:
Come accennato, allo stato attuale e dopo circa un mese dal primo caso, gli unici due esseri umani contagiati in terra italica sono i due coniugi di cui abbiamo accennato in apertura.
Si trovano allo Spallanzani di Roma, assieme ad altre 32 persone. Gli spazi aerei per e dalla Cina sono stati chiusi, e questo dovrebbe contenere grandemente la possibilità di accesso di persone in incubazione. A fare eccezione sarà l’aereo che il 2 febbraio riporterà in Italia i cittadini italiani bloccati a Wuhan, per i quali sono previsti 14 giorni di quarantena in una caserma di Roma.
SINDROME CINESE E MASCHERINE A GOGO:
In questi frangenti si assiste a reazioni a loro modo interessanti-divertenti. La corsa alle mascherine è una di queste. In realtà sono importanti, ma non quanto altre abitudini meno valutate.
Lavarsi le mani dopo aver starnutito, per esempio, è una di queste. Gettare il fazzoletto usato in un contenitore chiuso ne è un altro esempio.
Alla fine dei conti, le uniche sane abitudini sembrano essere un po’ di buon senso, regole igieniche basilari ma applicate e il riferirsi a professionisti della salute, primo fra tutti il proprio medico di famiglia.