COVID-19, eccellenze italiane: per Science la Statale di Milano prima in Europa e tra le prime nel mondo
Covid-19, la Statale di Milano ha dato prova di saper ben ricoprire il proprio ruolo, durante la pandemia.
COVID-19, l’Università Statale di Milano su Science
Un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista “Science” nella sezione dedicata agli aspetti politici, sociali ed economici della scienza e della ricerca a livello mondiale, riporta la graduatoria delle istituzioni che hanno maggiormente contribuito alla ricerca su COVID-19 in termini di articoli pubblicati nel primo semestre del 2020.
Considerando le istituzioni universitarie, la Statale di Milano, con 287 articoli, è il primo Ateneo in Europa e il quarto al mondo, preceduta dalle due università di Wuhan e dalla Harvard Medical School.
Allargando la classifica anche agli istituti di ricerca, l’Università Statale scala di un solo posto, cedendolo a INSERM in Francia, l’Istituto Nazionale per la Salute e la ricerca biomedica (Dati SCOPUS).
La soddisfazione della Statale di Milano per il riconoscimento su Science in tema di COVID-19
“Un riconoscimento eccezionale” – commenta Maria Pia Abbracchio, prorettrice a Ricerca e Innovazione dell’Università Statale. –
“Considerando le sole istituzione accademiche – ricordiamo che INSERM, l’Istituto Nazionale francese per la Salute e la ricerca biomedica, è in realtà costituita da 34 distinte Unità di ricerca sparse sul territorio francese – la produzione scientifica della Statale di Milano la porta, e porta Milano e l’Italia, al quarto posto al mondo per il contributo di ricerca su SARS-COV2 e sulla malattia da esso provocata, COVID-19”.
Nell’articolo di Science, la produzione scientifica mondiale sulla pandemia viene ripercorsa sulla base temporale di come il virus si è propagato nel mondo, evidenziando come, al di là di teorie complottistiche e speculazioni politiche, gli scienziati cinesi abbiano cercato, fin dalla comparsa dell’infezione, di condividere le loro conoscenze sul nuovo virus con i ricercatori e i medici degli altri Paesi, con prime pubblicazioni nel gennaio 2020 che si sono poi diradate a partire da marzo, mentre la pandemia si acuiva in Europa.
“Al di là del numero delle pubblicazioni scientifiche, la rilevanza del contributo della Statale risiede nell’ampiezza e importanza delle tematiche studiate, che spaziano dalle origine e modalità di circolazione del virus, agli avanzamenti forniti alle procedure per la diagnosi, il tracciamento e la cura dell’infezione e delle sue conseguenze a lungo termine, fino alla recente retro-datazione dell’inizio della pandemia a settembre-novembre 2019, ben prima della comparsa ufficiale del virus – conclude la prorettrice Abbracchio.
“Fa sempre piacere vedere il valore della Statale riconosciuto a livello globale per il suo impatto sulla ricerca e sul controllo del COVID-19″- conclude il rettore Elio Franzini – e constatare come l’emergenza sia stata in grado di reclutare immediatamente le forze migliori all’interno dell’ateneo, generando nuova conoscenza a favore della comunità scientifica internazionale”.
Per approfondire:
COVID-19, Paranoici e complottisti aiutano il coronavirus: uno studio della Statale di Milano