Covid, Bologna schiera squadre vaccinali per la fase 2: somministrazione di vaccino anche a domicilio
Vaccino anti Covid a domicilio? A Bologna si farà. Giuliano Barigazzi, assessore comunale alla Sanità e presidente della conferenza socio-sanitaria, spiega che per alcune categorie di cittadini “è in fase di definizione un accordo con i medici di medicina generale per un’offerta attiva domiciliare della vaccinazione”
Vaccino anti Covid a domicilio? A Bologna si farà
Punti per fare i vaccini in ogni distretto della Città metropolitana e squadre di vaccinazione “itineranti” che potranno muoversi da una zona all’altra del bolognese, da una Casa della salute all’altra: “così si potrà garantire prossimità, anche in territori svantaggiati”, spiega l’assessore comunale alla Sanità e presidente della conferenza socio-sanitaria, Giuliano Barigazzi, in una risposta letta oggi al question time dal collega di giunta Claudio Mazzanti.
Nella seconda fase della campagna, quella rivolta a tutta la popolazione, “sono previsti interventi di vaccinazione in più punti dislocati nel territorio con caratteristiche di facile accessibilità ed in grado di evitare assembramenti, specificamente in ogni distretto socio-sanitario della nostra aera metropolitana”, spiega Barigazzi.
A questo proposito la conferenza territoriale sociale e sanitaria “ha già coinvolto i sindaci capi distretto in questa organizzazione al fine di essere pronti all’avvio della seconda fase così come è accaduto per la prima.
Stiamo compiendo analogo percorso per definire i punti, oltre quello della Fiera, nella città di Bologna”.
Allo stesso tempo “sono allo studio la costituzione di squadre di vaccinatori itineranti che potranno operare per periodi ben definiti nelle sedi di cui sopra ed in altre sedi del territorio, vedi ad esempio case della salute”.
Per somministrare il vaccino a domicilio necessario accordo con medici di Medicina Generale
Rispetto a certe categorie di cittadini, in modo particolare i più anziani e i soggetti assistiti al proprio domicilio, “è in fase di definizione un accordo con i medici di medicina generale per un’offerta attiva domiciliare della vaccinazione.
Sono allo studio inoltre modalità di rinforzo comunicativo e di presenza capillare di punti di offerta vaccinali nelle aree della Città metropolitana dove si concentrano gruppi di popolazione più a rischio per condizioni sociali oltre che di salute”.
Ma Barigazzi avverte: “è evidente che una campagna di profilassi di questo genere, senza precedenti nella nostra storia, per raggiungere il suo obiettivo di copertura massiva della popolazione necessita di adeguate quantità di vaccini, di personale dedicato, di una campagna di comunicazione e di informazione capace di utilizzare tutti i canali di contatto comunitario, finalizzata ad accrescere la consapevolezza e propensione della popolazione a partecipare alla chiamata vaccinale.
La conferenza sociale e sanitaria seguirà attivamente, come ha sempre fatto in tutto il 2020, anche questa nuova sfida”.
Fin qui intanto, l’hub della Fiera di Bologna che ha permesso di vaccinare ad oggi quasi il 60% degli operatori dell’azienda Usl di Bologna “mentre si è prenotato o ha fatto l’iniezione l’80% dei medici e il 70% delle altre professioni sanitarie.
L’attività è in avanzato stato di realizzazione tanto che si è già pianificata la somministrazione della seconda dose che inizierà a partire dal 18 gennaio per chi ha ricevuto la prima dose il 27 dicembre e che continuerà, sempre in Fiera oltre che nelle strutture residenziali per anziani, fino a metà febbraio.
Barigazzi, in un’altra risposta, ha confermato anche l’allestimento di 60 posti letto Covid a villa Ranuzzi.
“L’attuale recrudescenza della pandemia Covid-19- ha ricordato l’assessore- sta determinando a livello aziendale un aumento del tasso standardizzato di incidenza, come confermato dall’ultimo report del dipartimento di Sanità Pubblica circa l’andamento della pandemia da Sars-Cov2 sull’intero territorio dell’Azienda Usl di Bologna”.
In particolare “si registra negli ospedali di Bologna un progressivo incremento degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri, con conseguente criticità di posti letto sia pubblici che del privato accreditato”.
Questi ultimi, ricorda l’assessore, “già forniscono più di 300 posti letto in ambito Covid”.
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