Covid, partito lo studio per la sorveglianza cardiaca dei bimbi: risultati entro l’estate
Sorveglianza cardiaca per pazienti pediatrici, Guarino (Hub pediatria Federico II): “No a legame tra miocardite e Pfizer”
“Per la prima volta viene inserita la valutazione della troponina nella sorveglianza cardiaca da Covid, un parametro da monitorare anche per il bambino”
Ad annunciarlo è Alfredo Guarino, professore ordinario e direttore dell’Hub Pediatrico Regionale Covid dell’Università di Napoli Federico II, nonché responsabile Uoc Malattie Infettive Pediatriche del Policlinico Federico II. Guarino, insieme al collega infettivologo pediatrico Andrea Lo Vecchio, sta conducendo uno studio sui bambini con troponina elevata, a seguito di infezione da Covid.
La troponina è un enzima che si presenta quando ci sono problemi cardiaci o, persino, una miocardite, una condizione fortunatamente non riscontrata nei bambini in cui è stato rilevato alto il valore della troponina da parte di Guarino e Lo Vecchio.
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È invece il vaccino Pfizer, approvato in via condizionata dall’Agenzia europea del farmaco sugli adolescenti 12-15 anni, che ha determinato miocardite come rarissimo evento avverso.
“Anche se i dati di questi eventi sono molto preliminari, non credo possibile che ci sia un legame con il vaccino”, spiega però Guarino.
“Dobbiamo pensare che questo è un evento raro, rarissimo, che resta tra il novero delle ipotesi molto remote, mentre la possibilità di incontrare il Covid, se non si è vaccinati, è una certezza.
Il virus è così infettivo e diffuso che non è evitabile”, tiene a precisare il direttore di malattie infettive del Policlinico napoletano.
Quanto alla ricerca invece “i dati che analizzeremo- specifica Guarino- arricchiranno il panorama degli studi perché per la prima volta viene inserita la valutazione della troponina nella sorveglianza cardiaca da Covid, un parametro da monitorare anche per il bambino”
Guarino, insieme all’infettivologo Andrea Lo Vecchio, che con lui ha gestito l’Hub Covid per i piccoli pazienti di Napoli, porta avanti da mesi uno studio per capire se nel lungo periodo i bambini colpiti da Covid e con valori significativi di troponina possano avere un interessamento del muscolo cardiaco.
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Una ricerca che rappresenta anche l’occasione per comprendere quale ruolo viene svolto dalle varianti del virus sugli organi interessati.
“Nei mesi scorsi abbiamo ricoverato per Covid circa 200 bambini, 70 sotto i tre mesi, tutti più o meno in buone condizioni- spiega Guarino-.
A novembre notammo che in questi neonati c’erano valori molto alti di troponina, che è un enzima cardiaco e che compare in condizioni di miocardite, ovvero in persone affette da problemi cardiaci.
Abbiamo quindi avviato un’indagine, da novembre fino a gennaio, su questi piccoli pazienti, e la troponina è risultata presente con valori significativi in una percentuale di bambini del 15%, tanto che abbiamo svolto accurate indagini, con elettro ed ecocardiogramma ma evitando esami invasivi, e pian piano i valori del bio-marcatore stanno rientrando.
Resta però il problema dell’interpretazione e della presenza sul lungo termine di questo enzima”, sottolinea Guarino.
“Per questa ragione abbiamo avviato una sorveglianza cardiaca per uno studio che sarà pronto entro l’estate“, spiega l’infettivologo Andrea Lo Vecchio, che ha gestito insieme al professor Guarino i bambini ricoverati presso l’Hub
“Attualmente i casi che gestiamo sono in riduzione, in linea con la decrescita a livello nazionale, e solo più recentemente ci è capitato di riscontrare ancora il valore della troponina elevato in altri due lattanti.
Il fenomeno della troponina elevata è possibile che sia quindi riconducibile ai casi della prima e seconda ondata, quando a livello epidemiologico i pazienti erano colpiti dal ‘wild type’ del virus, ovvero quello noto come il virus di Wuhan”, spiega Lo Vecchio.
“Non sappiamo ancora- aggiunge- come la presenza di questo bio-marcatore sia legato anche ad una distribuzione delle varianti del virus”.
Da qui la necessità che la “ricerca sia prospettica, per indagare anche sul lungo termine i piccoli pazienti già guariti dal Covid e valutare l’andamento clinico e il monitoraggio della funzione cardiaca, nonché definire se alcuni di questi debbano essere sottoposti a risonanza cardiaca per l’individuazione di un interessamento del muscolo cardiaco.
Al tempo stesso- conclude Lo Vecchio- la ricerca analizzerà la presenza di troponina sui nuovi casi, per comprendere se l’epidemia con le nuove varianti, come quella inglese che è prevalente, possa aver determinato un cambiamento rispetto a questo valore, magari non interessando più l’aspetto cardiaco.
Sarà poi fatto un confronto anche con i bambini sani, o che hanno contratto altre forme di infezione, perché la troponina può comparire in altre forme infettive diverse dal Sars-CoV-2”.
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