Cure domiciliari, FNOPI: “accanto agli assistiti c’è l’infermiere di famiglia e comunità”
Cure domiciliari, il ruolo dell’infermiere di famiglia e comunità: “Ha ragione il ministro Speranza: l’assistenza domiciliare è la chiave di volta del nuovo modello che deve caratterizzare il Servizio sanitario nazionale”, afferma Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI)
Cure domiciliari: “E bene è che il PNRR dedichi a questa novità già 4 miliardi per organizzare cure e assistenza che finora è stata a macchia di leopardo nelle Regioni”
“Ma la chiave dell’assistenza domiciliare – precisa la presidente FNOPI – sono gli infermieri che h24 sono accanto alle persone e che le stesse associazioni di cittadini -pazienti chiedono siano di più e più presenti proprio nel nuovo modello di prossimità delle cure”.
Il medico di medicina generale indica la diagnosi e la terapia da seguire, ma accanto al paziente c’è l’infermiere che ne garantisce appropriatezza, esecuzione, aderenza clinica.
E in particolare proprio l’intesa indica tra i principali attori di tutto questo l’infermiere di famiglia e comunità per il quale l’Agenas, Agenzia nazionale per l’assistenza sanitaria, nella sua proposta di decreto per la regolamentazione dell’assistenza sul territorio, ha indicato un fabbisogno che passa dagli 8 ogni 50mila abitanti indicati nel decreto Rilancio (legge 77/2020) a uno ogni 2000-2.500 abitanti, proprio per assicurare le cure e l’assistenza di prossimità.
Le cure domiciliari e l’infermiere di famiglia e comunità: “Il territorio è il luogo privilegiato per la risposta ai bisogni di assistenza infermieristica, la prevenzione e il monitoraggio”
” Esso insiste sulla necessità di riconfigurare tutti i sistemi di presa in carico e di continuità assistenziale poiché la risposta ai bisogni di salute è ancora culturalmente ospedalocentrica”, ha detto Mangiacavalli.
“L’ospedalizzazione – aggiunge – è una parentesi nella vita della persona che continua fuori dall’ospedale, laddove deve continuare anche la risposta.
Il futuro del Servizio sanitario nazionale e quello di un’assistenza a misura di cittadino è nella multi-professionalità: ogni figura, ogni professionista della salute in questo gioca un ruolo essenziale e importantissimo perché il castello della salute sia stabile e indistruttibile e abbia come suo apice gli assistiti e il loro assoluto benessere. In questo conclude – ogni professionista è una carta importante, senza la quale il castello inesorabilmente crolla”.
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